All’inizio del Novecento la condizione di esilio di intellettuale era un fatto di pochi, un fenomeno elitario, vissuto spesso, soprattutto dagli artisti, in forme metaforiche, per comunicare una situazione di isolamento esistenziale. Negli ultimi anni è diventata di massa e riguarda essenzialmente la sfera sociale. Una intera categoria, un ceto intero sono condannati alla precarietà e alla esclusione. I cosiddetti lavoratori della conoscenza – insegnanti, studenti, traduttori, addetti alla comunicazione – sono privi di potere, di autorità e sostanzialmente relegati nella perifericità. Con la morte di Pasolini, Fortini, Calvino, Volponi, Sciascia, Sanguineti si è chiusa anche la stagione dei grandi letterati-intellettuali, detentori di un’autorità pubblica e di una centralità culturale oggi inimmaginabili.
Questa nuova condizione del ceto intellettuale attraversa sia il mondo della letteratura e della critica (sono venti anni, ormai, che si parla di “crisi della critica”), sia il mondo della scuola. Gli insegnanti non solo hanno perduto credibilità sociale, ma sono stati, e sono tuttora, oggetto, insieme alla scuola pubblica, di una furiosa campagna di denigrazione e di umiliazione.
La nuova organizzazione di questo spazio intende misurarsi con questa situazione, e quindi da un lato con la crisi della letteratura e della critica e dall’altro con la realtà della scuola (didattica, riforma dell’insegnamento, condizione del professore in quanto intellettuale). Di qui i due settori in cui esso si suddivide (dibattito letterario e culturale e dibattito sui problemi della scuola e in particolare sull’insegnamento delle materie letterarie). Ma non è solo una questione di contenuti; è anche e soprattutto una questione di modi: vorremmo infatti che questo diventasse uno spazio di tutti, aperto agli interventi sia di scrittori e critici sia, soprattutto, della massa degli insegnanti e magari anche degli studenti. Si tratta di partire dal basso, puntando su relazioni orizzontali a rete e su connessioni liquide e veloci. Questo sito web può diventare così uno degli strumenti che la nuova condizione degli intellettuali si sta dando per trasformare la propria condizione di esilio in un luogo di elaborazione e di critica e dunque di nuovo protagonismo sociale e culturale.
Articoli correlati
Commento
Lascia un commento Annulla risposta
-
L’interpretazione e noi
-
ʃconnessioni precarie, Nella terza guerra mondiale. Un lessico politico per le lotte del presente -
A che serve la poesia? Parole da Gaza -
La pigra potenza. Filmare Sandro Penna tra documento, cinema sperimentale e televisione -
La Cina nelle pagine di un dissidente letterario: Yu Hua -
-
La scrittura e noi
-
Proposte per giovani lettori – La porta delle stelle. Un racconto di Natale di Ingvild Rishøi -
Inchiesta sulla letteratura Working class /5 – Matteo Rusconi -
Storie di famiglie. Su Una famiglia americana di Joyce Carol Oates -
Inchiesta sulla letteratura Working class /4 – Fabio Franzin -
-
La scuola e noi
-
Scuola e Gnac -
Indagine sul Lonfo (con ripasso) -
QUASI DISCRETO = 6/7 = 6.75 = VA BENINO? -
Tradire Manzoni? Una proposta didattica su “The Betrothed” di Michael Moore -
-
Il presente e noi
-
Su Il sentiero azzurro (O Último Azul) di Gabriel Mascaro -
Un “collegio” dei docenti nazionale per Gaza -
Fermiamo la scuola: la protesta degli insegnanti dell’Alto Adige -
“Un crimine impefetto” (Franck Dubosc) -
Commenti recenti
- Eros Barone su ʃconnessioni precarie, Nella terza guerra mondiale. Un lessico politico per le lotte del presentePer quanto riguarda la concezione dell’Europa e il connesso europeismo, sono convinto che occorre sottolineare…
- Rinaldo su QUASI DISCRETO = 6/7 = 6.75 = VA BENINO?Gentile Cristiano, quindi se ho capito bene lei e’ il prof Corsini. Io mi riferivo…
- Cristiano su QUASI DISCRETO = 6/7 = 6.75 = VA BENINO?Gentile Rinaldo, lei ha chiamato in causa me (o era un mio omonimo?) affermando che…
- Rinaldo su QUASI DISCRETO = 6/7 = 6.75 = VA BENINO?In riferimento al commento di Matteo Zenoni: sono d’accordo sul fatto che non occorra impiegare…
- Matteo Zenoni su QUASI DISCRETO = 6/7 = 6.75 = VA BENINO?Stefano Rossetti è il collega con cui tutti vorremmo confrontarci sulla scuola perché, a differenza…
Colophon
Direttore
Romano Luperini
Redazione
Antonella Amato, Emanuela Bandini, Alberto Bertino, Linda Cavadini, Gabriele Cingolani, Roberto Contu, Giulia Falistocco, Orsetta Innocenti, Daniele Lo Vetere, Morena Marsilio, Luisa Mirone, Stefano Rossetti, Katia Trombetta, Emanuele Zinato
Caporedattore
Roberto Contu
Editore
G.B. Palumbo Editore

commento
leggere l intervento di una persona cosi autorevole nel campo della letteratura e degli studi umanistici mi rende particolarmente felice.non facccio parte in prima persona della massa di insegnanti o di scrittori a cui questo spazio viene dedicato, ma mi sento partecipe di questo mondo.non ho consigli da dare,nè metodi da suggerire ma poter rifletteresulle considerazioni del professor luperini è già per me un arricchimento ed un elevarsi al di sopra della superficialità del mondo in cui viviamo