Fortini poeta, finalmente
Finalmente si è riparato, almeno parzialmente, a una ingiustizia. Tutti i maggiori poeti del secondo Novecento erano rintracciabili in libreria o attraverso gli acquisti on-line: Sanguineti da Feltrinelli, Zanzotto, Rosselli, Giudici, Luzi, Sereni, Caproni, Pasolini nei “Meridiani”, da cui risulta invece escluso Fortini, che vi è presente con una selezione di saggi e non con i versi. Anzi, le poesie di Fortini erano divenute introvabili, se non in biblioteca: l’ultima raccolta complessiva, Versi scelti, era infatti del 1990, ventiquattro anni fa. Poi, quattro anni dopo, uscirono Composita solvantur, che riunisce però solo le poesie scritte subito prima della morte, e poco dopo Poesia inedite pubblicate da Mengaldo. Poi, vent’anni di silenzio editoriale. L’ingiustizia era tanto più grave in quanto i poeti sopra ricordati, ma potremmo aggiungervi anche Raboni o un classico del Novecento narrativo come Calvino, da un lato erano costanti interlocutori di Fortini e comunque estimatori o aperti ammiratori della sua poesia, dall’altro nella loro esperienza letteraria e intellettuale portano evidenti le tracce della sua influenza, in effetti talora decisiva per la loro opera.
Come spiegare tale silenzio e tale evidente discriminazione? Certo vi ha giocato l’isolamento di Fortini, già evidente nell’ultimo decennio della sua vita. Fortini ha rappresentato una figura di poeta intellettuale che oggi non esiste più e il cui messaggio appare, almeno in parte, inseparabile da un contenuto morale e politico che oggi può sembrare inattuale, anzi decisamente “fuori tempo”. Ma ha influito probabilmente anche una sorta di vendetta postuma e rancorosa (era un intellettuale indubbiamente difficile e spigoloso) che tutt’oggi, unico fra i suoi pari, lo esclude dai Meridiani come poeta.
Ma almeno ora le sue poesie si possono trovare in libreria. Di lui è uscito infatti negli Oscar Mondadori Tutte le poesie, a cura di Luca Lenzini, con bibliografia e densa introduzione (forse anche troppo densa e specialistica per una collana divulgativa come gli Oscar, ma comunque preziosa). E’ un volume ponderoso, perché contiene anche Il ladro di ciliegie e altre versioni, Versi primi e distanti e Poesie inedite. Mancano le note ai testi (presenti invece nei Meridiani) che avrebbero indubbiamente aiutato il lettore. E la copertina non è certamente bella.
Fortini è stato un grande intellettuale, un grande saggista e uno straordinario, finissimo e sorprendente critico letterario. E’ diventato poeta lentamente, persino faticosamente, lungo un itinerario durato cinquant’anni, da Foglio di vita a Composita solvantur. Direi che si colloca fra i maggiori del secondo Novecento con le ultime tre raccolte, Questo muro, Paesaggio con serpente, Composita solvantur. In tutt’e tre il suo classicismo sperimentale, come lo chiama Lenzini (un classicismo vissuto polemicamente e contraddittoriamente, volutamente «strabico», come egli stesso ebbe a dire: un modo di guardare il futuro attraverso il passato) lo rende molto diverso dallo sperimentalismo di Pasolini o di Sereni, dall’avanguardismo di Sanguineti, dall’antinovecentismo ironico e prosastico di Caproni e di Giudici, dal modernismo di Zanzotto e di Rosselli: un notevolissimo poeta, del tutto originale nel panorama italiano in cui la razza dei Brecht e degli Auden non ha mai allignato. L’ultimo fra i grandi poeti-intellettuali del secondo Novecento.
_____________
NOTA
Questo articolo, che uscirà sulla rivista L’immaginazione, è qui anticipato per gentile concessione dell’Editore Manni.
{module Articoli correlati}
Articoli correlati
Comments (1)
Lascia un commento Annulla risposta
-
L’interpretazione e noi
-
La memoria familiare di Clara Sereni
-
Anatomia del personaggio romanzesco
-
La scomparsa di Frate Elia
-
Elsa de’ Giorgi, Italo Calvino e la rimozione di una donna
-
-
La scrittura e noi
-
Abitanti di Neverland, in cerca di futuro: “La straniera” di Claudia Durastanti
-
Magnifico e tremendo stava l’amore. Intervista a Maria Grazia Calandrone
-
Cronache della Nakba: rileggere S. Yizhar
-
Perché leggere (in classe) Il corpo di Stephen King
-
-
La scuola e noi
-
Padri/padroni nella letteratura del primo Novecento
-
Dopo il convegno: le parole, le persone, le idee
-
I «tempi moderni» della Scuola tra economia della conoscenza e Confindustria
-
«Segno di grandezza e nobiltà». Giacomo Leopardi oltre gli automatismi didattici
-
-
Il presente e noi
-
Il bisogno di un nuovo umanesimo
-
La letteratura e noi a convegno. Palermo 3 e 4 ottobre 2024
-
Verso il convegno di LN /2. Svegliarsi alla verità: l’insegnamento e il freno d’emergenza
-
Verso il convegno di LN /1. Dare spettacolo o capire lo spettacolo? Prospettive sulla media education a scuola
-
Commenti recenti
- Eros Barone su Il bisogno di un nuovo umanesimo“L’uomo è buono, il vitello saporito”, commentava Bertolt Brecht di fronte a sermoni edificanti ed…
- Roberto Oddo su Dopo il convegno: le parole, le persone, le ideeGrazie di cuore. Ho vissuto quanto raccontate ed è un’esperienza fondamentale nel lavoro quotidiano.
- Alberto Moreni su Perché leggere La scatola nera di Amos OzOttima presentazione di un grande libro che sa cogliere – con decenni di anticipo rispetto…
- I Lincei e l’INVALSI: 10 domande scomode – INFODOCENTI su I «tempi moderni» della Scuola tra economia della conoscenza e Confindustria[…] Il tema della valutazione è centrale a scuola. Crediamo che sia importantissimo continuare a…
- Leda Nassimbeni su Gli scrittori del Medio Oriente e dell’Africa Mediterranea/ Scrittori del mondo 2Bellissima carrellata su autori e opere del mondo. Geniale la catalogazione per aree geografiche e…
Colophon
Direttore
Romano Luperini
Redazione
Antonella Amato, Emanuela Bandini, Alberto Bertino, Linda Cavadini, Gabriele Cingolani, Roberto Contu, Daniele Lo Vetere, Morena Marsilio, Luisa Mirone, Stefano Rossetti, Katia Trombetta, Emanuele Zinato
Caporedattore
Roberto Contu
Editore
G.B. Palumbo Editore
Con amarezza e senza alcuna rivalsa una domanda…
Pur contento che tutte le poesie di Fortini tornino accessibili e magari verranno lette anche da giovani o da chi non lo conosce, non posso non chiedermi con amarezza e senza alcuna rivalsa: perché anche molti di quelli – amici e collaboratori di Fortini – che parteciparono al convegno senese «Dieci inverni senza Fortini» a vent’anni dalla sua morte non hanno contrastato in maniera più decisa e organizzata questa cancellazione della sua figura compiuta dall’editoria e dall’accademia che conta?