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diretto da Romano Luperini

0000000La letteratura per la didattica dellitaliano agli stranieri

La didattica dell’italiano a stranieri e quella della letteratura: un’alleanza su cui scommettere?

 È uscito per Pacini un volume dal titolo molto chiaro, La letteratura per la didattica dell’italiano agli stranieri, e dall’impianto dichiaratamente operativo. Il libro, infatti, si occupa della letteratura esclusivamente in quanto strumento per insegnare l’italiano come seconda lingua (L2) e lingua straniera (LS); e lo fa presentando cinque unità didattiche sperimentate sul campo.

Nell’impianto e nelle ragioni di fondo del volume si stabilisce un rapporto a boomerang tra l’insegnamento della lingua e quello della letteratura: per un verso si propone per la letteratura un ruolo di primo piano ma in funzione dell’insegnamento linguistico; per un altro si utilizza la forma dell’unità didattica, richiamandosi sì nei principi generali alle ricerche della glottodidattica ma adottando, nel merito, un modello elaborato per la didattica della letteratura, il quale, tuttavia, a dire dell’autrice, sarebbe piegato a un uso della letteratura come strumento per l’educazione linguistica.

Nella Breve premessa al libro l’autrice, Lucinda Spera, ne descrive così il pubblico potenziale: «insomma, a chi si rivolge un manuale di questo tipo? Ai colleghi che, come me, formano quanti andranno a insegnare italiano agli stranieri, certamente. Poi a quanti insegnano l’italiano agli stranieri nei più diversi contesti: all’estero – nelle università, presso gli Istituti di cultura, nelle scuole private – ma anche, perché no, a quei docenti della scuola secondaria superiore italiana che si trovano a insegnare la lingua e la letteratura italiana a studenti stranieri che oggi rappresentano un nucleo irrinunciabile del nostro orizzonte sociale e antropologico» (p. 12).

Ai docenti che insegnano la lingua e la letteratura italiana nella scuola, appunto. Il richiamo alla scuola non è fortuito: il modello di unità didattica utilizzato nei cinque percorsi operativi è infatti quello che Adriano Colombo propose, nel lontano 1999, per l’insegnamento della letteratura nell’ultimo triennio della scuola secondaria italiana. Si può ovviamente discutere del valore di quel modello, criticare la sua rigida partizione in tipologie (tematica, storico-culturale, monografica su un autore o su un’opera), dubitare della sua efficacia nella scuola di oggi e nell’insegnamento dell’italiano a stranieri; ma non è tanto su questo che voglio portare l’attenzione, quanto su quello che mi sembra il vero elemento d’interesse del libro: il rapporto articolato e non banale che vi si profila tra l’insegnamento della lingua e quello della letteratura, tra la scuola ed altri (anche molto diversi) contesti d’apprendimento e, non ultimo, tra le ricerche nell’ambito della didattica delle lingue moderne e le prospettive della didattica della letteratura.

Nel concreto – e più di quanto annunci l’autrice nella premessa -, le unità didattiche presenti nel volume sembrano suggerire possibilità di scambi reciproci tra la didattica della letteratura nell’ultimo triennio scolastico e la didattica dell’italiano L2/LS (tanto a scuola quanto altrove): incrociando un taglio come quello tematico (in quattro delle cinque unità), promosso e praticato nella didattica della letteratura, e metodologie elaborate nelle ricerche glottodidattiche, i cinque percorsi offrono indicazioni di rotta tanto a chi insegna l’italiano come L2/LS quanto a chi insegna letteratura, ancor più a chi le insegna entrambe (nella scuola, appunto).

Chi voglia dare un’occhiata, per esempio, alle attività proposte nei cinque percorsi didattici, si accorgerà (forse con stupore) che il testo letterario non è usato come pretesto per studiare le strutture della lingua, ma è indagato nelle sue specificità e presentato come esperienza di contatto linguistico e culturale con un universo complesso, da scoprire per via induttiva e tramite modalità preferibilmente cooperative: frequenti sono le proposte di discussione e di lavoro in piccoli gruppi, con l’obiettivo dichiarato di stimolare, insieme all’interpretazione del testo, la produzione orale e l’interazione comunicativa; talvolta la prima lettura del testo è prevista come momento individuale, precedente all’arrivo in aula, dove ci si può così dedicare a un contatto più profondo con il testo e con la sua peculiare tessitura linguistica; più frequentemente viene proposta un’attività di “precontatto”, nella quale gli studenti sono chiamati, prima ancora della lettura, a intuire il tema del testo a partire dal titolo e da altri indizi forniti dal docente, a formulare ipotesi e a riferire le loro conoscenze sull’argomento; il confronto, fondamentale, del testo letterario con il proprio orizzonte culturale viene stimolato negli studenti come momento di rielaborazione e riflessione autonoma finale (anziché calato preliminarmente dall’alto con l’illusione di motivare alla lettura, come si tende a fare sempre più spesso nella manualistica scolastica).

Si legge, d’altra parte, nella premessa che «più e meglio di un testo d’uso quotidiano o inventato per l’occasione», il testo letterario può porsi come «canale d’accesso alla cultura del paese di cui si sta studiando la lingua» e che, tanto più nel caso italiano, la letteratura è insomma da considerare un «veicolo privilegiato per l’accesso ai fenomeni culturali e sociali» (p. 9-10), dunque anche linguistici. E poco più avanti si precisa: «le ragioni dell’utilizzo di testi letterari in questi contesti didattici sono fortemente connesse all’ambito motivazionale» (p. 10). Nell’insegnamento dell’italiano come LS/L2 la letteratura, insomma, avrebbe un ruolo chiave e, per così dire, a doppia mandata: un ponte con la cultura e uno strumento per la motivazione, elemento cruciale di ogni intervento didattico.

In considerazione di tutto ciò, mi auguro che questo volume possa aprire la strada per un felice incontro tra le due aree di ricerca didattica, facendo passare la letteratura per la didattica dell’italiano a stranieri e la lingua per la didattica della letteratura, con l’insegnamento linguistico che si fa porta d’accesso alla letteratura e la letteratura che motiva allo studio della lingua.

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