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diretto da Romano Luperini

Revisione della prova scritta di Italiano. Una proposta

La legge mi pare chiara: lo studente deve mostrare padronanza della lingua e capacità espressive, argomentative e critiche e rivelare tali acquisizioni producendo un proprio scritto che metta in luce il grado di comprensione di un testo e le doti di elaborazione linguistica e logica del candidato. Ovviamente la padronanza della lingua e delle connessioni logico-argomentative si paleserà sia nella comprensione del testo offerto all’attenzione dello studente sia nella produzione da parte sua di un proprio testo.

Per fare tale verifica, occorre mettere lo studente in grado di compiere insieme due operazioni tuttavia distinte: la comprensione di un testo dato e la elaborazione in proprio di un altro testo, relativo al testo dato.

Ciò premesso, farei una proposta drastica. Abolirei le tipologie C e D, che non riguardano specificamente la disciplina di italiano, e mi concentrerei sulle tipologie A (analisi del testo) e B (saggio breve), unificandole. Bisogna a mio avviso avviare un processo di radicale semplificazione. La analisi del testo è un tributo a metodologie in uso qualche decina d’anni fa. Qui interessa in realtà solo la verifica della comprensione del testo, sia esso letterario, storico, tecnico-scientifico o artistico. L’analisi tecnico-retorica non mi pare appropriata al livello di preparazione attuale degli studenti di quasi tutte le scuole italiane di oggi, e nemmeno in sé necessaria. Inoltre attua una arbitraria separazione fra momento descrittivo (tipologia A) e momento interpretativo (tipologia B) che invece, per ragioni metodologiche e anche per ragioni solo educative, vanno sempre tenuti insieme. Commento (analisi) di un testo e sua interpretazione attraverso un saggio breve vanno congiunti in una elaborazione unica (che abbia una forma saggistica o giornalistica qui non interessa, e anzi mi sembra complicazione inutilmente sofisticata). Unificando le tipologie A e B, e tenendo conto dello spirito delle legge, la prova dovrà concernere le due operazioni sopra descritte, che andranno per un verso distinte e per un altro tendenzialmente unificate nel corso dell’elaborato dei candidati.

Per effettuare la verifica della comprensione, lo studente dovrà descrivere e riassumere con parole proprie il testo dato, fornendone anche, se poetico, un equivalente in forma di parafrasi. Le domande-stimolo devono riguardare la comprensione linguistica, espressiva, eventualmente anche logico-argomentativa del testo dato, in modo che il candidato metta in luce le connessioni e/o articolazioni del discorso, sia esso letterario, storico, sociologico ecc. Le domande-stimolo non devono provocare risposte puramente affermative o negative o comunque secche e brevi, ma suscitare un discorso logico e argomentato anche in questa fase descrittiva del testo dato. Dalla fase descrittiva lo studente dovrà poi passare alla fase interpretativa e cioè alla seconda operazione di cui sopra parlavo, elaborando proprie considerazioni e propri eventuali giudizi sulla base, tuttavia, di quanto rilevato nella precedente fase. Anche in questo caso ci saranno alcune, poche, domande-stimolo che riguarderanno il rapporto del testo dato con la situazione storica (letteraria, sociale, economica, artistica ecc.) da cui esso nasce e con la situazione invece presente, il significato o i significati che allora aveva e che oggi ha o può avere, l’orizzonte dell’immaginario storico e di quello attuale, e così via. Lo studente dovrà essere orientato a svolgere una argomentazione e a sostenere una tesi personale, sempre ancorandosi però alla comprensione e descrizione del testo dato.

Presenterei, infine, testi relativi a cinque ambiti: 1. un testo letterario; 2 un testo socio-economico; 3 un testo storico-politico; 4 un testo tecnico-scientifico; 5 un testo artistico (pittura, scultura, architettura ecc.). Uno studente dovrebbe essere libero, a qualunque tipo di scuola appartenga, di scegliere l’ambito che preferisce. Cinque ambiti e dunque cinque tracce contenenti i testi e le domande-stimolo. I cinque ambiti e le cinque tracce dovrebbero essere validi per tutti i tipi di scuola.

Resta il problema se corredare le tracce di altri testi che funzionino da documenti di appoggio che lo studente dovrebbe utilizzare per entrambe le parti del suo elaborato, e in modo particolare per la seconda. Si tratta di materiale che potrebbe accompagnare le domande-stimolo e che indubbiamente potrebbe risultare utile. Ma è anche vero che rappresenterebbe un appesantimento della traccia e una ulteriore complicazione per i candidati. Sono dunque perplesso in proposito, ma non pregiudizialmente contrario, purché questi testi di documento e di appoggio siano pochi (due o tre, non più), brevi e chiari.

Ovviamente gli ambiti possono essere ridotti (passando da cinque a quattro attraverso la unificazione del primo e del quinto sotto l’etichetta di “testo artistico-letterario”). Sarebbe inoltre possibile (ma forse non auspicabile) anche qualche altro aggiustamento che tenga conto della specificità degli indirizzi della scuola. Ma, tendenzialmente, eviterei complicazioni inutili e punterei, ripeto, su un massimo di semplificazione.

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