![Biblioteche-04 oggetto editoriale 720x600](/wp-content/themes/yootheme/cache/a1/Biblioteche-04_oggetto_editoriale_720x600-a1d0deaf.jpeg)
Il tramonto della saggistica
Sto per pubblicare la mia ultima raccolta di saggi (uscirà fra poco presso Quodlibet). Di saggi (di critica letteraria o di critica della cultura o al confine fra cultura e politica) non ne scriverò più. Giustificano questa affermazione anzitutto le ragioni dell’età e del logoramento che questa comporta. Ma ci sono anche altri motivi di natura culturale e politica. Da quaranta anni, e nel libro stesso che sta per uscire, batto e ribatto sugli stessi temi: la condizione intellettuale, lo stato della letteratura e della critica, la storicizzazione del presente. Ma, quando ho pubblicato le prime due raccolte (Marxismo e letteratura, 1971, e Marxismo e intellettuali, 1974), i libri di saggi potevano avere ancora un’eco nella società civile e nei movimenti di lotta. Oggi chi scrive sulla letteratura e sulla condizione intellettuale si rivolge tutt’al più a una cerchia ristretta di specialisti o, peggio, di lettori coatti (colleghi e studenti): una circolazione a circuito interno. Per chi si scrive e per cosa si scrive sembra diventata questione superflua: pare ovvio infatti scrivere per la carriera accademica, o giornalistica, o per un successo comunque destinato a bruciarsi in pochi giorni, anche quando (molto raramente, peraltro, almeno nel campo da me frequentato) scoppino casi mediatici che possono dare qualche immediata risonanza. Per me ovvio non è. Lo testimonia, spero, il libro che sta per uscire, che si ostina a cercare interlocutori nei movimenti che attraversano la società italiana e nelle persone di cultura che si sforzano di trovare un senso politico e sociale nella loro specifica attività, e a interrogare i testi letterari in cerca di un segno dei tempi che possa dare significato alla nostra esistenza. La cultura non dovrebbe essere, come oggi si dice, un bene comune? Una dimensione, insomma, che esige un discorso anzitutto politico e che riguarda la vita di tutti?
Il guaio è che, a considerarla così, siamo rimasto in pochi. Il genere saggistico, come momento di tensione fra impegno etico-politico e impegno culturale, è ormai al tramonto. L’editoria non lo vuole più, perché non ha pubblico: manca, infatti, una comunità di uomini colti come è esistita in Italia, nel bene come nel male, sino a trent’anni fa. Il genere “saggio” è stato sostituito dalla ricerca accademica che si rivolge a una cerchia di specialisti ( e che viene ininterrottamente alimentata, a un livello sempre più basso, dai criteri quantitativi ormai prevalenti nei metodi di valutazione e nei concorsi) e dall’intrattenimento giornalistico, che si rivolge a tutti e deve essere perciò poco problematico, gradevole e facilmente accessibile. Come è declinata la figura storica dell’intellettuale quale si era andata delineando dall’Illuminismo a oggi, così nell’ultimo trentennio sta venendo meno la sua forma specifica di espressione, il saggio politico-culturale. Forse è giunto davvero il momento di darle congedo.
_______________
NOTA
Questo intervento verrà pubblicato sul prossimo numero de L’Immaginazione.
{module Articoli correlati}
Articoli correlati
-
L’interpretazione e noi
-
Capuana tra gli «ismi»
-
Libri in valigia: i consigli della redazione per l’estate 2024
-
La letteratura per i cittadini: rileggere Auerbach
-
L’illuminismo mio e tuo. Il carteggio fra Italo Calvino e Leonardo Sciascia
-
-
La scrittura e noi
-
Dulce literarum otium: chi ascolta, chi legge, chi interpreta?
-
«Sporgersi»: Il realismo è l’impossibile di Walter Siti
-
“Velare il discorso e ri-velarlo”. Intervista a Enrico Terrinoni
-
Non tutti i milites vengono per nuocere. Su “Miles Gloriosus” di Plauto
-
-
La scuola e noi
-
Formazione docenti e università telematiche private: l’anomalia italiana
-
CCC*
-
L’aguzzino benevolo o della narrazione sull’Esame di Stato
-
Ma di quale De Amicis stiamo parlando? Al margine delle polemiche sul futuro curricolo di storia nella scuola primaria.
-
-
Il presente e noi
-
La guerra dei cent’anni di Rashid Khalidi. Colonialismo d’insediamento e cancellazione della Palestina
-
La resistibile ascesa delle destre
-
Lettera aperta dei professori e del personale delle università di Gaza al mondo
-
L’oppositore. Matteotti contro il fascismo: un saggio di Mirko Grasso
-
Commenti recenti
- Alunia su Insegnare, con freschezza: una conversazione con Marco BalzanoGrazie per questa conversazione illuminante con Marco Balzano. Mi ha colpito molto l’idea della scuola…
- Francesco Ortisi su Libri in valigia: i consigli della redazione per l’estate 2024A proposito di “scuola democratica: L’istruzione e la formazione devono tornare al centro del discorso…
- L’esame di Stato non valuta la maturità degli studenti – Scomodo su La “maturità” della scuola. Un secolo di esami di Stato tra letteratura, politica, e società/ 3[…] del declino burocratico-amministrativo e delle alterazioni aziendaliste della scuola, notando che «di quelle speranze…
- Anna Boschetti su La guerra dei cent’anni di Rashid Khalidi. Colonialismo d’insediamento e cancellazione della PalestinaArticolo molto informato ed efficace, merita la più ampia diffusione
- Lettera aperta professori e personale delle università di Gaza su La distruzione delle università di Gaza[…] La distruzione delle università di Gaza […]
Colophon
Direttore
Romano Luperini
Redazione
Antonella Amato, Emanuela Bandini, Alberto Bertino, Linda Cavadini, Roberto Contu, Daniele Lo Vetere, Morena Marsilio, Luisa Mirone, Annalisa Nacinovich, Stefano Rossetti, Katia Trombetta, Emanuele Zinato
Caporedattore
Daniele Lo Vetere
Editore
G.B. Palumbo Editore
Lascia un commento