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diretto da Romano Luperini

La tipologia B e l’argomentazione assente

La nuova tipologia B nelle intenzioni di Serianni

Nel giugno del 2022, dopo due anni di distanza, è tornata la prima prova scritta all’Esame di Stato di Istruzione Secondaria Superiore e, con essa, la nuova tipologia B, ovvero l’analisi e produzione di un testo argomentativo. Nell’immediato plauso per la scelta degli argomenti presentati, un elemento sarà però saltato all’occhio ai docenti di lettere più avveduti: la ridotta presenza dell’argomentazione nei brani proposti ai maturandi e, soprattutto, l’oggettiva difficoltà, nella parte di produzione, nell’impostare un discorso originale e non pieno di luoghi comuni.

Com’è noto, la tipologia B, nella forma dell’analisi e produzione di un testo argomentativo, è stata introdotta a seguito della riforma della prima prova, in sostituzione del vecchio “saggio breve o articolo di giornale” che ha orientato, aggiungo io, malamente, la didattica della scrittura al triennio per quasi venti anni. Il gruppo di lavoro, coordinato dal compianto professor Serianni, sottolineava come questa tipologia portasse a stendere un “centone”, senza alcuna possibilità per il candidato di strutturare un discorso autonomo e personale; d’altra parte, tematiche come La percezione dello straniero nella letteratura e nell’arte (sessione ordinaria 2008), oppure Il rapporto padre-figlio nelle arti e nella letteratura del Novecento (sessione ordinaria 2016)implicavano un lavoro di documentazione e di preparazione che non si poteva sicuramente esaurire nelle sei ore assegnate, figuriamoci poi nelle due-tre ore destinate alle prove assegnate in corso d’anno.

Quindi, al posto di un elenco di documenti da cui partire per stendere un elaborato, è presente un testo ben formato, di cui richiedere una lettura profonda (momento ricettivo) e, in seconda battuta, la produzione di un testo argomentativo in cui, a partire dall’estratto presentato, lo studente delinei la sua posizione sulla controversia oggetto della traccia. Nella tipologia B si saldano quindi lettura e scrittura, portando a compimento le raccomandazioni (e gli auspici di una futura riforma della prima prova) presenti nel volume dello stesso Serianni dal titolo Leggere, scrivere e argomentare. Prove ragionate di scrittura, edito da Laterza nel 2013, di cui si raccomandano in particolare le pp. VII-XXII.

Letteratura vs lingua italiana: una dicotomia ancora presente

Se il testo argomentativo, introdotto già nella scuola secondaria di I grado, è previsto tipicamente al secondo anno del percorso di scuola superiore, l’itinerario di letteratura italiana del secondo biennio e quinto anno tendeva però a marginalizzare la pratica della scrittura argomentativa, che trarrebbe invece grande giovamento dalla lettura di articoli di giornale e, soprattutto, editoriali. Già in un’intervista del 2014 su «La Repubblica», dal titolo Se i ragazzi italiani non sanno l’italiano, Serianni prendeva posizione sulla contrapposizione, ancora esistente, tra lingua e letteratura italiana, sostenendo che «Dante è fondamentale, ma nel triennio delle superiori bisognerebbe leggere anche una rivista come “Limes”, ossia articoli di geopolitica e sociologia, storia economica e storia della scienza. Brani che possano offrire modelli di organizzazione linguistica del pensiero complesso». Accade spesso che, senza opportuna preparazione, gli studenti vengano posti davanti a tali tipologie testuali solo in occasione di verifiche o prove scritte di esami di Stato; se però non si progetta un laboratorio di scrittura su tematiche di attualità, l’esito della prima prova è demandato alla dea fortuna oppure a una traccia che vada incontro alle inclinazioni personali del candidato.

Per una definizione di testo argomentativo

È vero che nella didattica della scrittura vale più la pratica della teoria, ma non ritengo inutile ritornare a una definizione di testo argomentativo, per vedere se le proposte della prima prova dell’Esame di Stato 2022 soddisfacessero tali criteri e fossero coerenti con le indicazioni puntuali del gruppo di lavoro nominato con DM n. 499/2017.

Adriano Colombo, nel contributo Il testo argomentativo: presupposti pedagogici e modelli di analisi (liberamente consultabile qui e apparso già nella raccolta dello studioso del GISCEL dal titolo I pro e i contro. Teoria e didattica dei testi argomentativi) sostiene a p. 5 che «argomentativo [è] un testo in cui l’emittente presenta una (o più) tesi su una materia che assume come controversa (o quanto meno controvertibile), presentando le proprie ragioni e ponendo il destinatario nella condizione di aderire o rifiutare». Il linguista Luca Cignetti, nella voce Testi argomentativi dell’Enciclopedia dell’italiano (p. 1468) chiarisce che i testi argomentativi «corrispondono a macroatti linguistici che presuppongono un ragionamento e si propongono come fine la dimostrazione o la persuasione circa la validità di una tesi (o opinione), attraverso la scelta, la disposizione e la formulazione di specifici argomenti (o prove). Tipicamente argomentativi sono, per la varietà orale, generi come la discussione, il dibattito e l’intervista; per la varietà scritta, l’editoriale, la recensione, il saggio scientifico, il testo pubblicitario e la tesi di laurea».

Tutti gli studiosi concordano quindi che alla base di qualsiasi testo argomentativo c’è una materia controversa, un problema, una questione controvertibile; l’autore esporrà le proprie ragioni (argomenti) e il lettore potrà accettarle in toto, in parte, oppure rifiutarle. Nella bella metafora dello schermidore usata da Colombo nell’articolo citato, si parla infatti di mosse argomentative, che vengono riprese anche nel Documento di lavoro della commissione Serianni per quanto concerne la tipologia B. Con questo termine si intendono le azioni comunicative (esordio, enunciazione della questione, tesi, argomenti, solo per indicare le più note) che, tanto nello scritto, quanto nell’orale, vengono messe in campo dall’emittente per avvalorare la propria tesi sull’argomento, avendo sempre in mente un contraddittore di cui si prevedono e parano le mosse o che si attacca nei suoi punti deboli.

Benché ovviamente non tutti i testi catalogabili come argomentativi includano questa sequenza completa, sarebbe opportuno che alcuni elementi costitutivi siano comunque presenti: anzitutto la questione proposta dovrebbe essere controvertibile; in secondo luogo, dovrebbero essere chiaramente presenti le mosse argomentative, identificabili dai connettivi (che Irving M. Copi e Carl Cohen chiamano «indicatori di conclusione e di premessa» a p. 30 del celeberrimo volume Introduzione alla logica), che lo studente è chiamato a individuare nel momento ricettivo (analisi del testo) e a utilizzare in quello attivo (produzione di un testo argomentativo).

Le tracce della sessione ordinaria alla prova dell’argomentazione

Analizzando però le proposte della sessione ordinaria 2022, ho dovuto constatare che le indicazioni del Documento di lavoro sono andate disattese e quelli che i maturandi si sono trovati di fronte erano sicuramente testi di belle penne e interessanti quanto a tematiche affrontate, ma tutt’altro che argomentativi. Soprattutto mancava un elemento imprescindibile: la situazione dirimente, che permettesse allo studente di schierarsi a favore o contro l’autore del testo; il risultato sono state argomentazioni di sostegno, dettate anche da un desiderio inconscio di compiacere l’insegnante.

Partiamo dal brano tratto da La sola colpa di essere nati di Gherardo Colombo e Liliana Segre. Il passo proposto ha un andamento narrativo-espositivo più che argomentativo, al punto che non saprei individuare alcuna mossa argomentativa. Le domande dell’analisi esordiscono con il riassunto, richiesta imprescindibile per Serianni, per poi passare a quesiti volti a chiarire alcuni punti del brano; si tratta di esercizi atti a promuovere una lettura profonda del testo, ma esulano dall’argomentazione propriamente detta, per orientarsi sulla comprensione in senso generale.

Vediamo ora la produzione che, per le indicazioni fornite, non può che sfociare in un testo espositivo. Anzitutto al candidato viene richiesto di inquadrare il brano nella temperie storica di riferimento; lo studente è invitato poi a esprimere considerazioni sul fenomeno e a riferirsi anche ad altri contesti storici in cui sono state attuate politiche discriminatorie. L’ultima riga prevede di argomentare le considerazioni elaborando «un testo in cui tesi e argomenti siano organizzati in un discorso coerente e coeso». In realtà in questo tema non c’è nulla di controvertibile: si può davvero esprimere una tesi contraria alla condanna della discriminazione razziale? Quali argomenti possono essere addotti a suo sostegno? Francamente nessuno.

Veniamo ora, per avere una conferma della tendenza generale delle tracce, a quella di ambito scientifico, in cui viene riportato uno stralcio del discorso pronunciato da Giorgio Parisi l’8 ottobre 2021 alla Camera dei deputati, in occasione della riunione dei parlamenti nazionali in vista del COP26. Il discorso ha sicuramente un taglio argomentativo, poiché l’intento è conativo e consiste nell’esortazione rivolta ai politici (e, in generale, all’umanità) a compiere delle scelte immediate per contrastare il cambiamento climatico. La tesi è esplicitata con chiarezza nel primo blocco informativo e poi seguono dei paragrafi nei quali Parisi, attraverso dati e argomenti per analogia, sottolinea la necessità di azioni tempestive, dal momento che il cambiamento climatico ha ricadute anche su Paesi che incidono poco o nulla sulle emissioni.

Senza nulla togliere all’interesse e attualità del brano, saltano all’occhio le domande dell’analisi in cui, pur trovandoci nella tipologia B, nessun riferimento viene fatto a tesi e argomenti (si parla, genericamente, di «snodi tematici essenziali», quando è risaputo che un tema non è dirimente, a differenza del problema); la proposta di produzione poi, anche in ragione dell’autorità di un premio Nobel, spingerebbe chiunque ad allinearsi alla posizione dell’autore del testo presentato.

I due brani di Segre-Colombo e Parisi confermano, a mio avviso, quanto ha sottolineato bene in questa sede Stefano Rossetti nell’articolo a quattro mani con Luisa Mirone dal titolo Riflessioni critiche sulla prima prova dell’esame di Stato: quale adolescente saprebbe proporre su queste tracce un’argomentazione che non si riduca a cliché? In entrambe si chiede di esprimere «opinioni a riguardo» sulla tematica proposta, ma cosa potevano scrivere i maturandi, se non adeguarsi, come sottolinea Rossetti, agli scritti autorevoli di Segre, Colombo e Parisi, «dando ragione a chi con tutta evidenza ce l’ha»?

Quello che manca, nella proposta B3, è proprio il punto di partenza di qualunque produzione argomentativa: «“una situazione non controllata e che presenta difficoltà”: un problema teorico o pratico, una controversia» (A. Colombo, Il testo argomentativo: presupposti pedagogici e modelli di analisi, p. 3); infatti è sotto gli occhi di tutti che il cambiamento climatico è dovuto all’uomo, così come la necessità che i governi lo debbano mettere in cima alla lista della loro agenda politica. Non mi pare si possa parlare di controversia, a meno che il candidato non si voglia schierare con chi definisce Greta Thunberg una fondamentalista climatica (o econazista), negando (o minimizzando) fenomeni come la siccità, gli eventi metereologici estremi e l’innalzamento delle temperature medie negli ultimi dieci anni, in quello che il CNR ha decretato come il più caldo di sempre.

Perseverare è diabolico: le tracce della sessione suppletiva

Per avere conferma di questa tendenza a inserire nella tipologia B testi non catalogabili come argomentativi o su cui risulta difficile proporre un’argomentazione efficace e personale, ho voluto consultare le tracce assegnate nella sessione suppletiva, liberamente fruibili online sul sito del Ministero dell’Istruzione. Anche qui, pur nell’interesse dei temi, non mi pare che le problematiche si siano risolte.

La proposta B1 era di ambito storico e includeva due lettere prese dal carteggio Churchill-Stalin, avvenuto tra il 1941 e il 1945. Il testo non rientra in quelli che Cignetti ha catalogato come argomentativi, ma consiste in una corrispondenza epistolare nella quale i due alleati si confrontano sulle strategie per sconfiggere Hitler. Vediamo cosa si richiede allo studente nella parte di produzione: «esprimi le tue opinioni sulle caratteristiche della collaborazione tra Regno Unito e Unione Sovietica per sconfiggere la Germania nazista e sulle affermazioni contenute nelle lettere dei due leader politici. Organizza tesi e argomenti in un discorso coerente e coeso». A parte la coerenza e la coesione, requisiti di qualunque testo ben composto, non credo si possa argomentare nulla in proposito visto che non c’è alcun problema né questione controversa. Quella che veniva richiesta era semplicemente la contestualizzazione del brano all’interno della storia del Novecento, con la stesura di un testo prettamente espositivo. Colombo, nell’articolo Il testo argomentativo: presupposti pedagogici e modelli di analisi, a p. 6, precisa bene che, a differenza di quelli argomentativi, nei testi espositivi «vengono sì presentate idee, che sono anche motivate e poste in relazioni logiche o causali, ma non si assume che siano controverse. Idee che hanno a che fare coi saperi più che con le opinioni, quali si trovano comunemente nei trattati scientifici e nei libri di testo». Ecco, il riferimento a un evento da contestualizzare facendo riferimento a contenuti presenti sul manuale di storia fa pendere la bilancia verso la stesura di un testo espositivo, non coerente quindi con la tipologia B in cui era inserito.

La proposta B3, di ambito artistico, presentava invece un passo dal Grand tour d’Italia a piccoli passi, saggio di Philippe Daverio uscito nel 2018 per Rizzoli, ma incorreva nelle medesime problematiche dell’estratto dal discorso di Parisi presente nella sessione ordinaria. Leggiamo le indicazioni della traccia di produzione: «La società contemporanea si contraddistingue per la velocità dei ritmi lavorativi, di vita e di svago: rifletti su questo aspetto e sulle tematiche proposte da Daverio nel brano. Esprimi le tue opinioni al riguardo elaborando un testo argomentativo in cui tesi ed argomenti siano organizzati in un discorso coerente e coeso, anche facendo riferimento al tuo percorso di studi, alle tue conoscenze e alle tue esperienze personali».

Se parliamo di testo argomentativo, dovremmo avere una situazione controversa, ma nella traccia si dà per scontato che la società del XXI secolo è frenetica tanto nelle attività lavorative quanto nei periodi di vacanza; non c’è nulla di controvertibile e, quindi, è come un “invito a nozze” per lo studente-medio a ripetere le solite geremiadi sul passato lento, sui ritmi della civiltà precedente a internet; non potranno mancare, ovviamente, i riferimenti ai social network che portano a far diventare i viaggi culturali tappe a marce forzate verso i luoghi che catturano più likes. Anche qui l’autorità del saggista ha il potere di inibire la capacità di argomentazione dello studente.

Porre al centro lo studente

Riprendendo il Documento di lavoro per la preparazione delle tracce della prima prova scritta, là si leggeva, tra le critiche al “saggio breve”, che «induceva nello studente lo stimolo a redigere un centone, dal quale non si poteva evincere in nessun modo la sua capacità di sviluppare un discorso autonomo e ben strutturato». La seconda parte della nuova tipologia B prevede la stesura di un testo coerente e coeso, talvolta vincolato anche nella misura ma, per quanto concerne le caratteristiche dei brani proposti non mi pare che, cambiata la fisionomia della prova, si siano ottenuti risultati diversi in termini di originalità e di espressione da parte degli studenti di un punto di vista argomentato su una tematica controversa; si è incentivata invece una scrittura impressionistica e, soprattutto, solipsistica.

Tutto questo per concludere che non si giudica la bontà di una traccia dalla tematica presente, dallo stile di scrittura dell’autore, dalla sua autorevolezza quanto, in sede di verifica (e, a maggior ragione, di Esame di Stato) nella possibilità che dà allo studente, vero protagonista della prova, di esprimere il suo punto di vista argomentato su tematiche vicine al proprio orizzonte esperienziale. Mi sembra che questi requisiti fossero assenti nella maggior parte delle proposte di tipologia B dell’estate 2022.

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