Lettori e testimoni: gli studenti approdano alla graphic novel
L’esperienza che vogliamo condividere è stata realizzata nella classe 3F del Liceo Classico Carducci di Milano, nell’anno scolastico 2020/21: questo percorso, “L’Ulisse di Dante a confronto con altre interpretazioni del personaggio”, ha permesso di mettere in dialogo gli autori e i temi affrontati in storia della letteratura con il percorso “La Giornata della Memoria: il messaggio dei testimoni e la nostra riflessione oggi” affrontato nell’ambito dell’educazione civica.
Il primo testo affrontato è stato Se questo è un uomo di Primo Levi che si presta ad una riflessione pluridisciplinare sulla figura di Ulisse nel corso del tempo. Sono stati successivamente organizzati dei momenti laboratoriali a distanza nei quali la classe, divisa in gruppi, ha approfondito i concetti di “uomo” e di “testimone” a partire da alcuni suggerimenti di riflessione: dai classici Levi e Segre ad altre testimonianze di umanità quali Sommer e D’Avenia nel suo Ciò che inferno non è. In classe gli studenti hanno scambiato le loro opinioni su quello che avevano visto, letto e ascoltato per poi continuare l’attività in forma autonoma nei singoli gruppi. Il contributo dei docenti delle diverse discipline nel corso del pentamestre è stato quello di valorizzare all’interno della propria programmazione gli argomenti che potessero arricchire gli spunti di partenza, oltre a prevedere un paio di momenti di monitoraggio – all’inizio del mese di marzo e a fine aprile – per sostenere gli studenti nello sviluppo del lavoro. Le lezioni frontali hanno coinvolto gli insegnanti di latino, greco, italiano e inglese, i quali hanno seguito il personaggio di Ulisse nelle sue rappresentazioni letterarie, da Omero ai tragici greci (Sofocle, Filottete vv. 1-134; Euripide, Ecuba, vv. 218-440), da Livio Andronico a Dante (Inf. XXVI), da Tennyson (Ulysses) a Pascoli (Poemi conviviali, L’ultimo viaggio XXIV).
Il progetto conclusivo del percorso prevedeva una rielaborazione personale, attraverso una riscrittura: a ciascun gruppo il compito di scegliere il mezzo, il genere e il taglio da dare all’elaborato presentato.
I ragazzi si sono espressi producendo una varietà di elaborati che hanno ben evidenziato la loro creatività e le diverse capacità di stabilire relazioni all’interno dei gruppi: due riviste on line, una tesina di carattere letterario, un album fotografico, un diario in forma di scatola, infine la graphic novel “Sul fondo”, oggetto di questo articolo e che potete leggere qui per intero. Alla fine dell’anno scolastico alcune ore sono state dedicate alla condivisione dei lavori che sono stati presentati e commentati nelle loro specificità.
Fra tutti i lavori, ci è parsa particolarmente degna di nota per la capacità di commentare, interpretare e riscrivere la graphic novel “Sul fondo”, che cercheremo di illustrarvi nelle prossime righe.
Non solo parole scolpite nel cuore
Nelle lezioni dedicate alla riflessione sulla Giornata della Memoria proprio la poesia Shemà con cui Levi apre Se questo è un uomo ha offerto un chiaro spunto di interpretazione della figura del testimone, colui che, da un lato, riceve un messaggio da custodire, dall’altro, lo fa proprio e lo tiene in vita. In senso lato il testimone è anche colui che legge il contenuto consegnato attraverso il medium letterario e poi lo rielabora restando fedele al messaggio ricevuto ma, al tempo stesso, rimodulandolo secondo la propria sensibilità ed esperienza. A questo proposito ciò che abbiamo apprezzato nella graphic novel “Sul fondo” è stata la risposta all’appello di Levi:
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
Gli studenti in quest’occasione si sono dimostrati lettori non semplicemente attenti ma anche “ruminanti”, capaci cioè di darsi il tempo per trasformare le parole lette in una nuova forma di testimonianza: nel corso dei mesi dedicati allo svolgimento dell’attività, si sono fatti interpreti di quanto scolpito nel loro cuore, arrivando a ripetere il messaggio con originalità, attraverso la scelta di intrecciare e sovrapporre due storie in apparenza poco affini, quella di Ulisse e quella di Alice Sommer, pianista ebrea deportata a Theresienstadt.
A ben guardare però un punto di contatto c’è, accomuna le due vicende il fatto che entrambe aprono una riflessione su ciò che è l’uomo, sull’idea di umanità che lo stesso Levi suggerisce nella sua epigrafe: considerare se Ulisse è un uomo, considerare se Alice è una donna significa, in fin dei conti, andare al fondo dell’umanità. La riflessione sulla testimonianza scivola e si sposta così sul concetto di uomo acquisendo spessore.
“Giorno e notte si mischiano, l’oscurità avanza, l’ultima difesa è la volontà”: così si apre la graphic novel “Sul fondo”. Come spesso accade, la risposta ad una sollecitazione che mira ad attivare risorse personali sa dare risultati sorprendenti. Chi avrebbe immaginato che l’invito a soffermarsi su quelli che sono contenuti sostanzialmente tradizionali delle programmazioni disciplinari avrebbe avuto uno sviluppo tanto originale per il semplice fatto di aver sottolineato che il coinvolgimento di sé e del proprio vissuto sarebbe stato il vero obiettivo da perseguire?
Per alcuni studenti la ricerca di una comprensione più profonda di sé nella risposta attiva alle sollecitazioni dei testi, l’esplorazione del proprio mondo interiore a confronto con il mondo che la letteratura ci consegna anche attraverso i miti fondativi della nostra identità culturale si è rivelata un’opportunità per cimentarsi con l’impresa mai esaurita di tradurre in un linguaggio a sé vicino – quello del fumetto – ciò che solo apparentemente è lontano nel tempo e nello spazio.
“Uno dei significati che corrisponde alla voce Inferno nell’Enciclopedia è quello di In profondità: l’inferno è qualsiasi realtà o azione positiva che faccia fatica ad emergere perché soffocata dal male, dall’ingiustizia e dal dolore”. Calandosi sul fondo di una riflessione orientata a comprendere ciò che ci rende veramente uomini, i nostri studenti si sono imbattuti in un’inattesa convergenza che ha assunto la forma delle immagini: leggere il travaglio di Ulisse, alle prese con il suo nostos, e scoprire la ben più recente odissea vissuta – tra tanti altri – da Alice Sommer, strappata dalla propria casa e dalla propria musica e animata da uno struggente desiderio di ritrovarle, ha significato cogliere l’esistenza di un nodo affettivo identitario capace di avvicinare esperienze apparentemente distanti. Casa è ciò che portiamo dentro, ovunque noi siamo, casa è ciò a cui, in un modo o nell’altro, desideriamo tornare.
“Ma ormai cos’è casa?”
Difficile dirlo quando guerra, tempeste e mostri selvaggi trascinano Ulisse in luoghi remoti dall’amata Itaca; ancor più difficile per Alice Sommer e per quanti si sono ritrovati nell’inferno del lager, lontano dagli affetti, espropriati della propria umanità, consapevoli di aver lasciato a casa soltanto macerie. C’è però qualcosa che “ci manda avanti nel momento in cui vorremmo solo tornare indietro?”
Sia Ulisse sia Alice si portano dentro un fuoco che arde, non è il fuoco dell’inferno ma è il fuoco che anima la loro vita nelle circostanze più avverse e che continua a dare linfa al loro vissuto: l’uno si nutre del desiderio di conoscere, l’altra custodisce la fedeltà a se stessa grazie alle note del suo pianoforte che neppure durante la prigionia la abbandonano.
E se è vero che la conoscenza e la musica danno senso e forza ad un uomo e ad una donna costretti in condizioni che rendono eroica anche soltanto la sopravvivenza, è però nella relazione con le persone care che – secondo l’interpretazione dei nostri studenti – si identifica il vero lieto fine esistenziale, non a caso posto in evidenza nelle pagine conclusive della graphic novel: l’abbraccio di Alice e del figlio evoca l’abbraccio di Ulisse e di Penelope.
L’itinerario degli studenti
Entrando nel merito degli aspetti più strettamente didattici, fin dall’inizio del percorso a noi insegnanti era parsa decisiva l’attenzione di accompagnare i ragazzi nel lavoro senza ridurre i loro margini di autonomia: ci proponevamo di essere disponibili come riferimenti per suggerire soluzioni e affrontare eventuali criticità, cercando però di mantenere una posizione defilata che favorisse la libera espressione. Che cosa ha comportato questa scelta? Al di là di qualche problema sul piano organizzativo comunicato dagli studenti, per cui si è deciso di incrementare il tempo a disposizione per la realizzazione del progetto, non sono emerse particolari difficoltà. Una volta concluso il lavoro, ci è sembrato quindi molto interessante dare voce agli autori della graphic novel perché ci raccontassero il “dietro le quinte” a noi sconosciuto.
L’idea di base – l’intreccio tra le storie di Ulisse ed Alice – si è evidenziata abbastanza presto ed è rimasta al centro della successiva elaborazione. La parte più rilevante del lavoro è consistita in un brain storming e nella ricerca di ulteriori materiali disponibili on line. È subito emersa la diversità di approcci al tema oggetto di approfondimento: la poca chiarezza degli intenti non aiutava a dare una struttura organica ai vari contributi degli studenti, i quali pertanto hanno deciso di mettere per iscritto gli elementi paralleli nelle vicende dei due personaggi lavorando soprattutto sulla qualità dei collegamenti che inizialmente sembravano piuttosto superficiali. Ognuno di loro ha poi scritto un testo seguendo il proprio stile personale: uno piuttosto discorsivo, uno ispirato al libro di D’Avenia da cui derivano alcune citazioni sull’inferno, uno più sintetico e uno di taglio introspettivo che abbozzava dialoghi fra i personaggi. Successivamente è stato necessario selezionare alcune parti dei testi, riordinarle, creare un’omogeneità stilistica, infine procedere al momento della sintesi e della stesura.
Trovare l’ispirazione per scrivere i testi non era affatto scontato, ma ancor più complesso era dare forma grafica ai concetti soprattutto se astratti. Disegnare era laborioso perché significava trovare uno stile proprio a cui rimanere coerenti; un altro aspetto piuttosto impegnativo era saper utilizzare una tavoletta grafica e affrontare il problema della coloritura, uno dei processi che richiede più tempo e che è stato risolto decidendo di assegnare ad ogni pannello uno sfondo monocromo; infine bisognava pensare all’interazione tra testo e immagine: che cosa far dire ai personaggi? Come visualizzare la situazione? Non di rado certe frasi trovavano una collocazione migliore in scene che inizialmente non erano associate ad esse.
Suggestioni tra immagini e testo
L’effetto finale colpisce per la cura grafica dell’elaborato: particolarmente efficaci appaiono l’accostamento speculare di Ulisse e Alice alla pagina 4, il gioco degli zoom che concentrano l’attenzione su singoli elementi chiarendone il significato (si vedano l’abbraccio di Alice e del figlio alla pagina 6 e la pistola che fa la sua comparsa accanto alla cinepresa della pagina 8), la scelta cromatica che, per esempio, differenzia il flashback alla pagina 6, l’attenzione riservata alla definizione degli sguardi (tanto inespressivi quelli degli aguzzini della pagina 7 quanto comunicativi quelli dei protagonisti), per limitarci alle osservazioni più rilevanti.
Altra nota positiva merita l’intensità evocativa che caratterizza la graphic novel. Le brevi frasi e le immagini che le accompagnano si caricano di una pluralità di significati; talvolta sembrano alludere a riferimenti letterari (s’intuisce nella pagina 8 il richiamo extratestuale al capitolo L’ultimo di Se questo è un uomo così come spicca nella pagina 11 la citazione dantesca della montagna del Purgatorio in Inferno XXVI), altre volte fanno riferimento all’universalità della condizione umana così da coinvolgere il lettore: è il caso dell’avvio senza soggetto esplicitato (alla pagina 3) che invita chiunque a riconoscersi nell’uomo e nella donna protagonisti della narrazione.
Ma, a nostro parere, apprezzabile è soprattutto il fatto che, attraverso una densità comunicativa che ha, a tratti, la concentrazione della poesia, il viaggio raccontato da Pietro Bugatti, Sofia D’Alessandro, Sofia Dell’Anna e Sofia Prandoni ci porta dentro al loro terzo anno di liceo classico, ci suggerisce le loro letture, gli argomenti che li hanno colpiti durante le lezioni, le passioni che con la scuola magari hanno poco a che fare (basti pensare ai loro modelli Zerocalcare e Labadessa), le loro paure e speranze.
Questa graphic novel parla di loro – dunque – attraverso le storie di Ulisse e di Alice Sommer, ma riesce a parlare anche della storia dei loro compagni e di noi lettori che, spesso costretti a confrontarci con un mondo nuovo rispetto a quello già conosciuto, sentiamo il desiderio di una “casa” verso cui dirigere il nostro ritorno.
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