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diretto da Romano Luperini

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La prima prova (e altre prospettive)

I tempi nelle commissioni di maturità si fanno concitati. Ma intanto bisogna iniziare a riflettere. Cosa è accaduto? Niente di fondamentale, pare. La tipologia delle tracce resta invariata. In questo nessun merito, se non quello di non aver disorientato i maturandi. E tuttavia, a ben vedere, le novità ci sono, e sono considerevoli. Forse indicano una possibile evoluzione della prima prova e, insieme a questa, del curricolo di letteratura italiana alla secondaria superiore. Ma procediamo con ordine.

Tipologia A. Analisi del testo

Un grande testo. Non “bello”, cioè da antologia, né “poetico”. Ma un testo tratto da un grande libro del Novecento: Il sentiero dei nidi di ragno di Calvino. Una lettura diffusa, che però consente di ridare attenzione al primo Calvino, quello di cui ormai non si legge che l’introduzione al romanzo e poco altro, che forse troppo abbiamo trascurato in favore di Se una notte d’inverno un viaggiatore. Certo, la questione del canone può non essere posta, ma siamo nella linea di un ritorno al realismo e alle radici.

Ma andiamo avanti: ecco la consegna, come sempre articolata in “Comprensione”, “Analisi”, “Interpretazione e approfondimenti”. Anche qui niente di nuovo. La comprensione si risolve nella richiesta di una breve sintesi di cui non si indica il numero delle righe. Molto bene. Possiamo dire addio alla conta delle righe e alle questioni del tipo “Ma si riferisce al numero di righe intere o di righe di colonna?” Molto bene perché lascia spazio alle scelte e ai criteri del docente, e dà fiducia agli alunni e al ruolo dei loro insegnanti che sanno benissimo giudicare l’efficacia di una sintesi.

Passiamo all’analisi. Si chiede di indicare come vengono espressi i motivi afferenti alla inadeguatezza di Pin di fronte alla vita. Anche in questo caso la consegna induce alla riflessione sul testo. Anche qui non si chiede il censimento di elementi testuali. E la stessa logica si ritrova anche nella tradizionale richiesta sulle strategie linguistiche: non si chiede dove si trovi una sineddoche, né di chiarire il senso della metafora, ma ancora una volta ci si affida al candidato, alla sua capacità di individuare alcune strategie retoriche fra «ripetizioni, enumerazioni, metafore e altre», cioè di capirle. Segue una richiesta sulla conclusione del brano, ma ancora con l’obiettivo di darne una valutazione in relazione all’intera sequenza.

Nella sezione finale, poi, quella dell’interpretazione e degli approfondimenti, si chiede una riflessione sul tema universale dell’ingresso nell’età adulta, «anche utilizzando altri testi» che raccontano esperienze di formazione. Non si fa però distinzione fra produzione dello stesso autore (con Calvino sarebbe stato semplice alludere ad altri racconti di formazione) o afferente a un determinato genere (il romanzo di formazione, naturalmente), ma anzi specificando «poesie e romanzi, italiani e stranieri». In piena apertura tematologica.

Tipologia B. Saggio breve o articolo di giornale

La lettura come esperienza di vita è l’argomento dell’ambito artistico-letterario. Tre immagini di donne immerse nella lettura. L’errore sul quadro di Matisse non è grave. Ed è comprensibile che un piccolo inconveniente capiti. Quello che colpisce, anche come sintomo di un atteggiamento talmente diffuso da non aver suscitato osservazioni, è non tanto lo scambio fra immagini di Matisse (la didascalia si riferisce a un quadro che raffigura una lettrice di spalle in un abito viola), ma il fatto che nessuno sottolinei che l’immagine sia un dettaglio di un’opera. Un dipinto deve essere riportato per intero perché possa essere oggetto di riflessione. La lettrice di romanzi di Van Gogh, con la sua sagoma scura, è completamente isolata dalla luce giallo-verde che la circonda: la lettura può essere un’esperienza di evasione dalla realtà. Ma quanti dei nostri alunni hanno avuto le fotocopie a colori? e in quante classi è stata usata la Lim per proiettare le immagini? La lettrice di Matisse, così come viene presentata dal dossier di documenti, è malinconica e pensierosa. L’immagine sembra voler suggerire l’idea che la lettura può suscitare riflessioni personali, forse di immedesimazione o di empatia con il personaggio. L’immagine di Hopper, infine, racconta la dimensione della lettura solitaria e isolata. Alle immagini seguono dieci versi del V dell’Inferno, esemplari degli inganni che la lettura può proiettare nel reale. E poi gli autori moderni, con un efficace (e insperato) ricorso a testi saggistici. E intanto la luce in cui sono immerse le parole di un’intervista a Borges.

Facciamo un salto sulle altre tracce, solo per notare il nome di Martha C. Nussbaum nella stringata documentazione del saggio di ambito socio-economico, e quello di Predrag Matvejević in quello di ambito storico-politico. Due tracce molto interessanti, in fondo centrate su un solo documento di grande spessore al quale si affiancano poco più che dati (e ancora un errore, stavolta interno al documento tratto dal libro di Paolo Frascani sul mare). Non regge da solo tutta l’impalcatura, come Nussbaum e Matvejević, il piccolo brano di Ferraris nella traccia di ambito tecnico-scientifico, sempre la stessa in fondo, da qualche anno, al punto che viene il dubbio se non sia il caso di lasciar perdere, di dare al saggio un taglio scientifico-filosofico, magari scegliendo un brano di Ferraris un po’ più ampio e argomentato.

Tema storico e di ordine generale

Ma lasciamo perdere. La sorpresa arriva con le tracce dei temi di argomento storico e di ordine generale. La traccia del tema di storia, costruita finalmente intorno a un documento vero, e con una richiesta corretta, onesta, adatta a ragazzi che possono leggerlo senza improvvisarsi in esercizi critici da storico di fama. La traccia del tema di ordine generale è stata organizzata intorno a un breve passaggio di Malala Yousafzai che sembra dare senso a tutto l’insieme e ai cinque anni di istruzione superiore. Insomma la distanza fra i temi e i saggi si accorcia, i corredi documentari diventano meno complessi da gestire, più coesi e coerenti, meno eccentrici e fantasiosi. All’insegna del buon senso.

Ma il giorno dopo sui banchi dei maturandi del liceo classico sarebbe arrivato un insignificante Tacito. «Quale rapporto può avere questo testo con la sensibilità e la mentalità degli studenti di oggi?» – si chiedeva lo scorso anno Romano Luperini a proposito di Quasimodo. Ovviamente nessuno, resta la risposta anche per l’episodio della morte di Tiberio.

Ad ogni modo le tracce della prova scritta di italiano sembrano rispondere ad una nuova esigenza e indicare una nuova prospettiva: quella di un insegnamento della letteratura che non si concentri più solo sugli aspetti tecnicistici e meramente formali, ma che invece dia centralità al momento della riflessione personale e dell’interpretazione. Per questo la prova di quest’anno ha funzionato: perché non ha puntato a verificare solo le competenze e le conoscenze acquisite, com’è stato finora, ma ha chiesto allo studente di prendere posizione e di confrontarsi in prima persona con i testi. Perché, attraverso lo studio della letteratura, i nostri ragazzi possano imparare a confrontarsi criticamente con il mondo.

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NOTA

L’immagine riproduce un’opera di Rossana Taormina, Utopia #5 (Cossyra), 2011. Collezione privata

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