Gli scrittori dell’Europa occidentale/Scrittori del mondo 9
I lettori potranno integrare e arricchire questa prima selezione, utilizzando i commenti per indicare altri nomi di autori del nuovo millennio che ritengono significativi, raccontando la propria esperienza didattica, condividendo le proprie letture o suggerendone altre. Oggi ci occupiano degli scrittori contemporanei dell’Europa occidentale: Martin Amis, Antonia Susan Byatt,Yves Bonnefoy, Roddy Doyle, Mark Haddon, Seamus Heaney, Michel Houellebecq, Jean-Marie Gustave Le Clezio, Doris Lessing, Ian McEwan, Daniel Pennac, Alain Robbe-Grillet, Michel Tournier.
Martin Amis
Martin Amis (Oxford, 1949) è uno scrittore inglese che, nella sua eclettica carriera, è rimasto sempre fedele ad un modello di scrittura contrassegnato dall’insistente vocazione alla satira. Questo piglio satirico si esprime di volta in volta attraverso la parodia e lo humor dissacrante, accompagnandosi al virtuosismo, alla continua oscillazione dei timbri e dei registri stilistici. Autore di romanzi, racconti, saggi, sceneggiature, scritti autobiografici, Amis ha sperimentato tutti i possibili generi letterari, passando con disinvoltura dalla fantascienza al romanzo di costume, dal giallo (di cui ha fornito una prova esemplare in Il treno della notte) alla satira menippea (genere al quale l’autore ascrive esplicitamente il suo secondo libro, Dead Babies del 1975). Della sua copiosa produzione vanno segnalati in particolare tre romanzi degli anni Novanta: London fields, fosca rappresentazione di un mondo sull’orlo dell’estinzione, minacciato da un’apocalissi nucleare; La freccia del tempo, in cui, pagina dopo pagina, il tempo del racconto scorre all’indietro, ripercorrendo a ritroso la storia dell’Olocausto attraverso il punto di vista di un medico nazista; L’informazione, una satira spietata della società letteraria.
Antonia Susan Byatt
Antonia Susan Byatt, nata a Sheffield nel 1936, è non solo una scrittrice di successo, ma anche un’affermata studiosa che si è distinta nell’ambito della critica letteraria. Il suo romanzo più noto, Possessione: una storia romantica, coniuga la suspence di una detective story con l’ironia e la raffinatezza dei riferimenti intertestuali: la storia è quella della ricerca di due giovani studiosi che, indagando sulla relazione d’amore tra due celebri poeti vittoriani, finiscono a loro volta per innamorarsi. Come tutte le opere della Byatt, anche questo romanzo presenta più livelli di lettura: la scrittrice da una parte si rivolge al grande pubblico, coinvolgendolo in una trama appassionante d’amore e d’intrigo, dall’altra ammicca alla cerchia ristretta dei lettori specialisti, più smaliziati, capaci di decifrare le allusioni nascoste e le citazioni letterarie disseminate nella narrazione.
Yves Bonnefoy
Yves Bonnefoy, nato a Tours nel 1923, è un poeta francese considerato ormai un “classico” della letteratura europea, noto anche per i suoi saggi, dedicati perlopiù alla letteratura e alle arti figurative, e per le sue traduzioni di poeti italiani, come Leopardi e Petrarca. Dopo un primo periodo surrealista, la poesia di Bonnefoy, sorretta da una solida impalcatura concettuale, è stata caratterizzata dal costante confronto con il mondo esterno. I suoi componimenti sono tutti percorsi da una trama etica e speculativa, da un’aspirazione alla conoscenza che, però, resta perennemente frustrata. Nondimeno, raccolta dopo raccolta, il poeta francese continua a svolgere nei suoi versi una ininterrotta e struggente ricerca di senso. In una modernità che ha smarrito valori e significati, Bonnefoy affida alla poesia il compito di dar voce alla «memoria dell’intensità perduta», di recuperare il rapporto naturale tra le parole e le cose, che nell’infanzia è percepito naturalmente, ma poi s’inabissa, sommerso dalla tendenza alla concettualizzazione tipica dell’uomo adulto. Il volume che raccoglie la sua opera completa in traduzione italiana è stato pubblicato nei «Meridiani» Mondadori nel 2010.
Roddy Doyle
Roddy Doyle, nato a Dublino nel 1958, è una delle voci più interessanti nel panorama letterario irlandese. I suoi libri, caratterizzati dall’immediatezza dei dialoghi, dal gusto per la battuta di spirito, dalla fluidità “parlata” dello stile, raccontano in una chiave tragicomica le contraddizioni della sua isola. Molte sue opere hanno fornito il soggetto a film di successo, come The commitments di Alan Parker tratto dall’omonimo libro di Doyle del 1987. Paddy Clarke ha ha ha!, storia di un bambino che vive nei sobborghi di Dublino, si è aggiudicato nel 1993 il Booker Prize, il prestigioso premio letterario assegnato annualmente al miglior romanzo in lingua inglese. Nel 2010 lo scrittore ha portato a compimento la trilogia romanzesca (composta da Una stella di nome Henry, Una faccia già vista, Una vita da eroe) dedicata al personaggio di Henry Smart, le cui rocambolesche vicende attraversano un secolo di storia irlandese, dal 1916 al 2010.
Mark Haddon
Mark Haddon (Northampton, 1962) è uno scrittore inglese, autore per lo più di libri per ragazzi, che ha raggiunto il successo con il suo terzo romanzo, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, pubblicato nel 2003. Protagonista e narratore di questa vicenda, che si colloca a metà tra detective-story e romanzo di formazione, è Cristopher, un ragazzino affetto da autismo, con straordinarie capacità logico-matematiche, che vive chiuso nella gabbia delle sue ossessioni, fino a quando non trova il cane della sua vicina trafitto da un forcone. Allora, convinto di essersi imbattuto in un vero mistero, decide d’indagare e, per farlo, è costretto a uscire dall’isolamento, a mescolarsi agli altri, a vivere.
Seamus Heaney
Seamus Heaney è nato nel 1939 nell’Irlanda del Nord da una famiglia cattolica ma, dopo la “domenica di sangue” (Bloody Sunday) del 1972, ha scelto di trasferirsi nella parte indipendente dell’isola. Il tema dell’indipendenza dalla Gran Bretagna è centrale nella sua produzione. Considerato in Irlanda il più importante poeta nazionale dopo Yeats, ha ricevuto il premio Nobel nel 1995. La poesia di Seamus Heaney, pur affondando le radici nell’humus della brughiera irlandese, ha un respiro universale e si confronta con i grandi modelli della tradizione occidentale, da Virgilio (la cui lezione rivive nella raccolta Catena umana del 2010) a Dante, ai romantici inglesi, ad Eliot, assestandosi su una misura scandita e nitida, di chiarezza cristallina. La sua opera più celebre, Station Island del 1984 (che prende il nome da un luogo di pellegrinaggio nel Donegal, in Irlanda), è una sorta di poema frammentario che riattualizza il modello della Divina Commedia: i singoli frammenti, nella loro serrata successione, si presentano come altrettante stazioni di sosta e d’incontro con le ombre che riemergono dal passato del poeta o che, come quella di Joyce e del combattente dell’IRA, appartengono alla storia e alla memoria collettiva del popolo irlandese.
Michel Houellebecq
Michel Houellebecq, nato in Francia nel 1958, è autore di romanzi di successo (come Estensione del dominio di lotta, 1994; Le particelle elementari, 1998; Piattaforma, 2001; La possibilità di un’isola, 2005; La carta e il territorio, 2010), in cui sottopone a una critica spietata e dissacrante la società nata dalla rivoluzione sessuale. La pubblicazione delle Particelle elementari ha dato vita ad un vero e proprio caso letterario, suscitando innumerevoli polemiche. Houellebecq da una parte è stato accusato di pornografia, razzismo e misoginia, dall’altra è diventato un autore di culto. Il romanzo narra le vite divergenti di due fratelli: il più grande, Bruno, passa da un’avventura erotica all’altra, cercando di riempire con il sesso la frustrazione di un’intera generazione, che sconta la «distruzione progressiva dei valori morali» avviata dagli «hippy degli anni Sessanta»; il secondogenito, Michel, è un biologo molecolare. Un anonimo narratore del 2070 ricostruisce con toni ammirati il percorso biografico di Michel, le cui ricerche scientifiche gettano le basi per la creazione di un’umanità nuova, geneticamente modificata, finalmente libera dalle pulsioni istintive, dal sesso, dalla vecchiaia, dall’egoismo, dalla violenza. Le Particelle elementari è un romanzo provocatorio dalle ambizioni enciclopediche che, mescolando saggismo e invenzione, mette a nudo le colpe della società occidentale e insieme prospetta una palingenesi perturbante: la «mutazione metafisica» dell’uomo che passa attraverso i progressi dell’eugenetica.
Jean-Marie Gustave Le Clezio
Jean-Marie Gustave Le Clezio, nato a Nizza nel 1940, ha vinto il premio Nobel per la letteratura nel 2008. Autore di romanzi, saggi, novelle, favole per bambini, Le Clezio si è confrontato con i temi del viaggio, dell’esilio, della solitudine dell’uomo occidentale, prigioniero del paesaggio spersonalizzante e pietrificato della metropoli moderna. Da qui la necessità della fuga, del viaggio e l’utopico vagheggiamento di una dimensione “altra”, lontana nello spazio o nel tempo. Così le civiltà lontane o perdute, che vivono in armonia con la natura, e l’infanzia come tempo dell’autenticità sono al centro della sua produzione narrativa e, in particolare, ritornano in Onitsha (1991), Stella errante (1992), L’africano (2004), Il continente invisibile (2006). L’estro dell’affabulazione si combina nelle sue opere con il piacere della sperimentazione: Le Clezio adotta le più diverse tecniche narrative (dal collage ai giochi tipografici) e scandaglia le potenzialità espressive di una lingua, la cui musicalità vuole restituire il senso della fusione lirica tra l’io narrante e la materia narrata.
Doris Lessing
Doris Lessing, premio Nobel nel 2007, è nata in Iran nel 1919 da genitori inglesi. Ha trascorso l’infanzia e la giovinezza in Zimbabwe e solo nel 1949 si è trasferita in Inghilterra. La sua opera è divisa in tre filoni narrativi: da un lato ci sono i racconti e i romanzi che rappresentano la difficile convivenza tra bianchi e neri in Africa, dall’altro i libri che trattano la questione dell’identità femminile, e infine, seppure marginale, c’è un manipolo di testi a sfondo politico. Queste diverse linee della sua produzione sono accomunate dalla presenza di forti elementi autobiografici. Al filone “africano” appartengono, tra gli altri, il suo primo libro, L’erba canta del 1950, ambientato in Zimbabwe, e il suo celebre ciclo di romanzi I figli della violenza, con la protagonista autobiografica Martha Quest. Il tema dell’emancipazione femminile è al centro del Taccuino d’oro del 1962, il suo libro più letto e tradotto, considerato un classico della letteratura femminista; mentre un riuscito romanzo politico è La brava terrorista del 1985.
Ian McEwan
Ian McEwan (Aldershott, 1948) è uno dei più noti romanzieri inglesi contemporanei. Nei suoi libri McEwan reinventa e rielabora con una sensibilità tutta contemporanea i generi tradizionali, dal romanzo gotico alla spy-story, dando vita a narrazioni analitiche e taglienti che hanno la cupa ineluttabilità di una tragedia e procedono in un crescendo di tensione, che intreccia orrore e grottesco. Il suo romanzo più conosciuto, Espiazione (2001), è la storia di una catastrofe generata dalla fantasia e dall’innocenza: la tredicenne Briony, una ragazzina piena d’immaginazione, assiste ad una violenza e si convince di riconoscere il colpevole nel brillante figlio della governante. Le sue accuse portano alla condanna di un innocente. Il terribile errore segna il destino dei diversi personaggi che agiscono in questo romanzo, la cui struttura geometrica, calibrata, ricca di suspence è percorsa da uno spasimo dolente.
Daniel Pennac
Daniel Pennac è lo scrittore francese, nato a Casablanca nel 1944, che, dopo aver pubblicato una serie di libri per ragazzi, ha raggiunto il grande pubblico con una tetralogia di romanzi dedicata alla bizzarra famiglia Malausséne. Il ciclo che ha per protagonista Benjamin Malausséne, «capro espiatorio» per professione, ha inizio con Il paradiso degli orchi del 1985 e termina nel 1999 con La passione secondo Thèrése. Le avventure di Malausséne hanno un ritmo incalzante e una comicità surreale, ma sono comunque radicate in un contesto sociale preciso, la Parigi multietnica dei sobborghi, e danno voce alle contraddizioni del presente. Grande successo ha riscosso anche la pubblicazione del saggio Come un romanzo del 1993, steso in una prosa brillante e scorrevole, in cui Pennac passa in rassegna i piaceri e i diritti della lettura.
Alain Robbe-Grillet
Alain Robbe-Grillet (1922-2008), scrittore, cineasta e intellettuale francese, è stato il teorico del “nuovo romanzo” e della “scuola dello sguardo”, che si basava su alcuni presupposti programmatici: la registrazione neutra e minuta di un’oggettività tutta visiva, la “morte del soggetto”, l’attenzione rivolta alle cose e non alle psicologie dei personaggi che sono ridotti a mere funzioni percettive, l’abolizioni dei nessi causali e temporali, il rifiuto della pretesa referenziale del realismo borghese. In questo contesto di sperimentazione e d’avanguardia si colloca il romanzo La gelosia del 1957, in cui i piani verbali si alternano e si mescolano, annullando qualsiasi successione cronologica e insieme rivelando la fissità ossessiva del punto di vista dell’osservatore-narratore. Dopo la pubblicazione nel 1959 del romanzo Nel labirinto, Robbe-Grillet ha affiancato al lungo esercizio letterario (la sua ultima opera è uscita nel 2007) un’intensa attività di sceneggiatore e di regista.
Michel Tournier
Michel Tournier, nato in Francia nel 1924, nella sua lunga carriera di scrittore ha saputo esprimere il turbamento più angoscioso con una prosa limpida, coniugando complessità e leggibilità. La peculiarità dell’opera di Tournier consiste nella tendenza alla riscrittura. I suoi libri rielaborano in chiave ironica e fantastica la grande letteratura del passato, i miti classici e biblici, reinterpretandoli alla luce delle più disparate suggestioni filosofiche e culturali del presente. In questa prospettiva è esemplare il suo primo (e più importante) romanzo, Venerdì o il limbo del Pacifico, in cui, mantenendo i personaggi e la struttura del Robinson Crusoe, Tournier trasforma il libro di Defoe in qualcosa di completamente diverso: Robinson non è più l’economo e razionale borghese settecentesco che “colonizza” la natura selvaggia, piegandola alle regole del capitalismo incipiente, ma al contrario viene spinto da Venerdì ad abbracciare la dimensione autentica e regressiva di una vita allo “stato di natura”. Il ribaltamento parte già dal titolo che non è più Robinson Crusoe ma Venerdì, sottolineando così il ruolo di primo piano che Tournier assegna a questo personaggio.
NOTA
Questi profili sono tratti da Scrittori del nuovo millennio: un canone da costruire insieme. Mappa del mondo e Mappa europea, a cura di C. Carmina, Palumbo Editore. Le mappe sono in dotazione ai docenti che adottano i manuali di letteratura italiana della casa editrice Palumbo.
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