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Gli scrittori dell’Europa centrale/Scrittori del mondo 8
I lettori potranno integrare e arricchire questa prima selezione, utilizzando i commenti per indicare altri nomi di autori del nuovo millennio che ritengono significativi, raccontando la propria esperienza didattica, condividendo le proprie letture o suggerendone altre. Oggi ci occupiano degli scrittori contemporanei dell’Europa centrale: Günther Grass, Elfriede Jelinek, Ingo Schulze, Winfried G. Sebald, Christa Wolf.
Günther Grass
Günther Grass, nato a Danzica nel 1927, ha una scrittura narrativa immaginosa e sperimentale, che tende al barocco, all’espressionismo, al grottesco. Queste componenti sono evidenti nel romanzo Il tamburo di latta del 1959, il cui protagonista, Oskar, a tre anni decide di smettere di crescere e di restare nano per protesta contro la famiglia e contro i tempi. Il racconto è condotto in prima persona dallo stesso Oskar che, oramai adulto, dal manicomio in cui è rinchiuso ripercorre la storia della sua vita e della sua famiglia, aiutato dal suono di un tamburo di latta. Come Oskar, anche gli altri personaggi dei romanzi e dei drammi di Grass si aggirano in un universo feroce e grottesco, disegnato con una tragica ironia.
Elfriede Jelinek
Elfriede Jelinek è una scrittrice austriaca nata nel 1946, vincitrice tra molte polemiche del premio Nobel per la letteratura nel 2004. La cifra fondamentale della sua opera è la provocazione. Attraverso lo scandalo dei suoi romanzi e dei suoi testi teatrali, Elfriede Jelinek ha voluto scuotere l’opinione pubblica, costringendola a riflettere sulle problematiche questioni legate all’identità femminile, sullo sfruttamento imposto dalla società capitalistica, sulle storture dell’economia di mercato. Le sue opere sono contraddistinte dall’intreccio dei linguaggi e dall’interferenza tra le arti: il montaggio di tecniche e materiali diversi, ripresi di volta in volta dal fumetto, dalla musica, dal cinema, dalla pubblicità, mira a rafforzare la funzione di smascheramento e demistificazione assegnata alla scrittura. Tra i romanzi che hanno suscitato scalpore per la crudezza delle descrizioni e per la spregiudicatezza con cui è trattato il tema della sessualità, va ricordato La pianista, da cui è stato tratto l’omonimo film del 2001. Il romanzo autobiografico Neid, è stato diffuso direttamente in Internet, in segno di protesta contro il mercato editoriale e in nome di una circolazione libera e gratuita della letteratura.
Ingo Schulze
Ingo Schulze è uno scrittore tedesco, nato a Dresda nel 1962, che eccelle nel racconto. La sua opera si misura con la memoria traumatica della divisione della Germania e, insieme, descrive la fisionomia della nuova società tedesca che si è andata formando dopo la caduta del muro. Sin dal suo esordio nel 1995 con la raccolta di racconti 33 attimi di felicità, Sculze si è imposto come uno dei più rilevanti narratori tedeschi della sua generazione. L’affermazione definitiva è però arrivata tre anni dopo con la pubblicazioni di Semplici storie, un libro composto da racconti intrecciati l’uno all’altro, ambientati in Germania dell’Est all’indomani dell’unificazione. I suoi personaggi sono uomini “senza qualità”, in balia dei repentini mutamenti della storia.
Winfried G. Sebald
Winfried G. Sebald (1944-2001) è nato in Germania ed è vissuto a lungo in Inghilterra dove ha insegnato Letteratura tedesca contemporanea prima a Manchester, poi a Norwich. Le sue opere sono connotate da una cifra originale e riconoscibile: infatti Sebald rilegge da prospettive molteplici le grandi tragedie del Novecento, mettendo a punto un’inedita tipologia di romanzo “impuro” che fonde invenzione narrativa e tensione saggistica, ossessione documentaria e autobiografismo. L’innesto nel testo di enigmatiche fotografie in bianco e nero, i continui riferimenti all’architettura come chiave per interpretare la storia occidentale rendono ancora più suggestiva la struttura dei suoi libri, scritti in una prosa raffinatissima, avvolgente e allusiva. Il suo romanzo Austerlitz, uscito nel 2001, è la storia della ricerca condotta da un malinconico professore londinese che indaga sulle proprie origini. Scopre così di essere arrivato da piccolo in Inghilterra su uno dei convogli che, durante la guerra, trasportavano i bambini provenienti dall’Europa centrale, mentre i genitori venivano deportati nei lager. Il senso di perdita e di crollo che emerge da queste pagine ci restituisce l’immagine di una storia popolata di rovine, destinate all’oblio, perché, come scrive l’autore nel libro Gli anelli di Saturno del 1996, «in realtà non ricordiamo nulla. Troppi edifici sono crollati, troppe macerie si sono accumulate, insormontabili sono i sedimenti e le morene».
Christa Wolf
Christa Wolf (1929-2011) è un’importante scrittrice della Germania dell’Est, che nei suoi romanzi, a partire dal Cielo diviso del 1963, ha affrontato il tema delle divisioni del suo Paese e della difficoltà di inserirsi nella società socialista. Di grande rilievo è poi il tema dell’immaginario e dell’identità femminili, che assume una rilevanza fondamentale in Cassandra (1983), dove il recupero del mito classico è funzionale alla denuncia dei rischi della civiltà contemporanea: il pericolo del conflitto nucleare e il trionfo del conformismo. In Medea: voci (1996), attraverso l’intreccio di punti di vista diversi, è rappresentato il conflitto irriducibile tra l’identità femminile, viscerale e selvaggia, e quella maschile. La raccolta di racconti Con uno sguardo diverso del 2005, coniuga il gioco e la sperimentazione letteraria con lo spietato rigore dell’autoanalisi.
NOTA
Questi profili sono tratti da Scrittori del nuovo millennio: una canone da costruire insieme. Mappa del mondo e Mappa europea, a cura di C. Carmina, Palumbo Editore. Le mappe sono in dotazione ai docenti che adottano i manuali di letteratura italiana della casa editrice Palumbo.
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