Il romanzo dell’autore avventizio: la trama/3
Pubblichiamo la terza delle cinque puntate del “Diario di un autore avventizio”, che Romano Luperini ha scritto in occasione della pubblicazione del suo nuovo romanzo: “La rancura”. Gli articoli verranno pubblicati ogni venerdì e si concluderanno con l’anticipazione di un brano del romanzo. La prima parte si può leggere qui, la seconda qui.
Il romanzo, suddiviso in tre parti, racconta il rapporto fra padri e figli lungo tre generazioni, dal fascismo a oggi. La prima parte copre gli anni 1935-1945, la seconda si svolge fra il 1945 e il 1982, la terza è ambientata nell’estate 2005. Il titolo La rancura riecheggia un passo di Montale (dal poemetto Mediterraneo in Ossi di seppia): «E questa che in me cresce/ è forse la rancura/ che ogni figliuolo, mare, ha per il padre».
Tre parti e tre protagonisti. Il primo è il padre, di famiglia contadina. Fa il maestro elementare in un paese della Lucchesia, si innamora di una ragazza-madre e ha per amico un collega, “fascista di sinistra”. Dopo il matrimonio, viene mandato come ufficiale in Istria dove assiste ai crimini di guerra dei generali italiani e alla vendetta dei partigiani sloveni e croati ai quali si unisce dopo l’8 settembre. Quando il suo battaglione prende prigioniero l’amico di un tempo, niente può fare per evitarne la fucilazione.
Il secondo è il figlio, di cui si racconta l’infanzia negli anni di guerra, l’incontro col padre reduce, l’educazione sessuale e politica sino al Sessantotto e agli anni di piombo, quando, anche per contrapporsi al padre, partecipa al tentativo di creare un partito rivoluzionario. È il periodo del movimento femminista e del terrorismo delle Brigate rosse e di Prima linea, in cui milita il suo migliore amico che infine si costituisce alla polizia. Dopo la morte del padre e la sconfitta politica, il figlio va ad abitare in una casa isolata in Toscana.
Il terzo è il figlio del figlio, un quarantenne cinico e disincantato che vive a Londra e torna in Italia per vendere la casa del padre, senza riuscirci per l’opposizione della sorella. In questa casa passa un’intera estate trovando testimonianze, anche inquietanti, della vita di lui e in particolare di un suo viaggio negli Stati Uniti per incontrare una giovane donna. Siamo negli anni di Berlusconi, del Grande fratello ma anche degli attentati terroristici a New York e a Londra.
La sinossi qui esposta è molto sommaria, forse troppo. Ma renderla troppo particolareggiata avrebbe rischiato di indirizzare il lettore verso una interpretazione precostituita e di togliergli la sorpresa della lettura. Posso solo aggiungere che, mentre la scrittura delle prime due parti è risultata abbastanza agevole anche perché ho potuto utilizzare appunti precedenti e abbondante materiale documentario, più complessa e difficile è stata la stesura della terza (che è l’unica, fra l’altro, in terza persona). Sono arrivato a rappresentare un personaggio scettico e anaffettivo – lontanissimo da me, dunque – solo dopo molte esitazioni, e passando attraverso vari tentativi, successive approssimazioni e quattro diverse stesure.
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