Un romanzo sur place
Il Romanzo della Nazione è un romanzo sur place. Maggiani scrive con garbo, ma non si muove, nemmeno cammina, resta lì. Però con molti vezzi e mossette. Come un calciatore che durante la partita palleggia, tocca di tacco e di fino, ma non si sposta dal centro del campo, non fa assist ai compagni, tanto meno la butta dentro. Che il protagonista ha baciato la madre morente ce lo deve dire per cinque o sei pagine, e che la madre gli ha messo da bambino una cuffietta e poi così l’hanno fotografato, per altre cinque o sei. Allunga il brodo, avrebbero detto la madre Adorna o la zia Cesarina. Allungando e allargando, Maggiani può credere di scrivere della nazione, quando invece scrive di sé, delle proprie orecchie a sventola, del proprio bacio alla madre, della propria somiglianza con Kafka, del proprio rapporto col padre, delle proprie zie, dei propri amici e, tutt’al più, del proprio quartiere. E può credere di scrivere un romanzo, quando invece se la ride e se la canta, guardando sempre e solo il proprio ombelico.
Articoli correlati
Nessun articolo correlato.
-
L’interpretazione e noi
-
Abitare la tradizione per mirare il cielo. La voce inattuale di Giacomo Panicucci
-
Oltre il politicamente corretto e la cancel culture. Su Guerre culturali e neoliberismo di Mimmo Cangiano
-
Le poesie di Seamus Heaney
-
Una scrittrice tra parentesi. Note sulle ‘Rime’ di Isabella Morra a cura di Gianni Palumbo
-
-
La scrittura e noi
-
Scrittrici del Medioevo
-
L’invenzione della solitudine: padri, figli, memoria secondo Paul Auster
-
Perché leggere “Gli anni perduti” di Vitaliano Brancati
-
“L’estate breve” di Enrico Macioci
-
-
La scuola e noi
-
Un testo per cominciare
-
“Estranei. Un anno in una scuola per stranieri” di Alessandro Gazzoli
-
Appunti per un racconto fantastico
-
Scuola autentica e scuola inautentica
-
-
Il presente e noi
-
Prime crepe nel “blocco” meloniano? La rivolta dei trattori, il voto sardo e lo stop abruzzese
-
Contro la sindrome legalitaria. Ancora sui fatti di Pisa
-
Dalla parte sbagliata della storia. Gaza e noi
-
Tossico non è il canone letterario
-
Commenti recenti
- Scritture postsecolari – Il soma nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. – Le parole e le cose² su Il rocambolesco “ritorno alla realtà” di un Peter Pan contemporaneo: L’impero del sogno di Vanni Santoni[…] in cap. II, par., VII. [24] V. Santoni, L’impero del sogno, op. cit., p….
- Margherita su Un testo per cominciareCondivido il pensiero degli autori, l’ articolo è molto interessante: grazie per la riflessione offerta…
- Gioiello Tognoni su “La suprema inchiesta.” Sul romanzo di Alberto CasadeiSorprende, ma forse no, di non vedere questo romanzo fra quelli scelti nei principali premi…
- Eros Barone su Prime crepe nel “blocco” meloniano? La rivolta dei trattori, il voto sardo e lo stop abruzzeseIl fenomeno dell’astensione è in crescita da lungo tempo. Rispecchia il declino dell’imperialismo italiano e…
- La postura e l’impostura, la scuola che si posta – Le parole e le cose² su L’insegnante è collettivo (il consiglio, il dipartimento, il collegio)[…] fisici della sua presenza: la classe, il consiglio, il dipartimento, il collegio docenti. Di…
Colophon
Direttore
Romano Luperini
Redazione
Antonella Amato, Emanuela Bandini, Alberto Bertino, Linda Cavadini, Roberto Contu, Daniele Lo Vetere, Morena Marsilio, Luisa Mirone, Annalisa Nacinovich, Stefano Rossetti, Katia Trombetta, Emanuele Zinato
Caporedattore
Daniele Lo Vetere
Editore
G.B. Palumbo Editore
Lascia un commento