Un testo per cominciare
LN si prende una pausa estiva. Nel prossimo mese e mezzo ripubblicheremo alcuni articoli usciti quest’anno. Auguriamo a tutti i nostri lettori e lettrici buone vacanze. Ci rivediamo i primi di settembre.
Una didattica “ingessata”
Tra le parole d’ordine di ogni insegnante di letteratura italiana ci dovrebbe essere la “centralità del testo letterario”; tuttavia, sfogliando la maggior parte dei manuali del triennio, prima di arrivare a leggere una poesia o un brano in prosa di un autore, bisogna attraversare una distesa sconfinata di pagine e pagine dedicate alla triade vita-opere-poetica. Dopo la biografia, che si sofferma su dettagli talvolta superflui e pruriginosi (la vicenda Pascoli-Mariù ne è l’emblema, ma anche le lettere di Verga alle amanti non sono da meno in quanto a morbosità), viene la produzione, presentata spesso come un elenco in cui si fatica a discernere l’ordine di rilevanza delle opere; la poetica e i temi vengono infine delineati astrattamente, senza che siano calati nella concretezza testuale. A prescindere dal manuale in adozione, è un approccio caro a molti docenti di italiano, che quindi, per venire ai numeri, possono passare anche quattro o cinque ore prima di leggere in classe un testo d’autore. Si tratta di un modo di procedere che non solo mette in secondo piano quello che è il «cuore della letteratura», ma che viene anche poco incontro alla necessità di far entrare gli studenti in relazione diretta con le opere letterarie.
Come si sottolinea nel recente Insegnare letteratura di Emanuele Zinato, sarebbe opportuno, nella scelta dei libri di testo, «privilegiare quei manuali che non frappongono troppe pagine prima di far incontrare lo studente con i testi» (p. 26); tuttavia, a nostro avviso, si può tranquillamente “ribaltare” la modalità di presentazione di un autore anche continuando ad utilizzare un manuale con scansione tradizionale, partendo però proprio da un testo significativo.
Un testo letterario per cominciare
Vediamo quindi come impostare un possibile percorso d’autore con metodo induttivo, prendendo, come esempio, un classico del Novecento: Giuseppe Ungaretti. Nella tabella sottostante è presente una scansione di lavoro sull’autore secondo l’idea di “un testo per cominciare”. La scelta della lirica I fiumi consente infatti di presentare l’autore attraverso un testo che contiene, per sua stessa ammissione (in Ungaretti commenta Ungaretti) una sorta di “carta d’identità” in versi che si snoda attraverso i corsi d’acqua della sua vita: il Serchio, il Nilo, la Senna e l’Isonzo. Come sottolinea Veronica Bernardi nella sua analisi della lirica nel volume Leggere i classici italiani. Un’antologia, durante un bagno nelle acque del fiume Isonzo, in una pausa dalla guerra, «tramite una sorta di epifania, si avviano le rimembranze che percorrono i fiumi che hanno segnato l’esistenza del poeta […]. La memoria crea così un gioco di specchi nell’acqua dell’Isonzo, in cui si immettono gli altri corsi, e che origina una metamorfosi naturale» (p. 227).
Già a partire dalla poesia I fiumi il docente potrà introdurre le innovazioni metriche di Ungaretti, la presenza del paratesto con l’indicazione della data e luogo della lirica, la sua visione della guerra e della natura (antitetica rispetto al panismo dannunziano), la ripresa dell’Unanimismo di Jules Romains e altri elementi che verranno poi approfonditi nelle lezioni successive, come si delinea nella cronotabella sottostante.
Scansione delle lezioni | Contenuto |
Lezione n. 1 | Un testo per cominciare: I fiumi. |
Lezione n. 2 | Dopo la lettura della lirica I fiumi, presentazione della vita e della geografia dell’autore (i luoghi della sua biografia). |
Lezione n. 3 | La poetica di Ungaretti: lettura di estratti da Ragioni d’una poesia, introduzione alla raccolta Vita d’un uomo. |
Lezione n. 4 | Presentazione delle tre fasi della produzione di Ungaretti secondo la sistematizzazione proposta da Giovanni Raboni nel 1971: la parola, la frase, la meditazione (cfr. G. Raboni, L’attesa di senso. Inizio di un saggio su Ungaretti, «Paragone», XXII, 254, aprile 1971). |
Lezione n. 5 | Focus sul Porto sepolto: In memoria e Veglia (utili per connessioni pluridisciplinari in ottica Esame di Stato). |
Lezione n. 6 | Antologia ungarettiana: Fratelli, San Martino del Carso, Soldati. |
Lezione n. 7 | Affondo sui grandi temi della riflessione del primo Ungaretti: la guerra, l’essere creatura, la natura. |
Lezione n. 8 | Approfondimento tematico: la guerra per i futuristi, lettura di passi dal romanzo L’alcova d’acciaio di Marinetti e dal Diario di guerra e di prigionia di Gadda. Discussione / sistematizzazione delle diverse visioni della guerra. |
Lezione n. 9 | Il recupero del verso tradizionale: Sentimento del tempo. Lettura della poesia La madre (recuperabile in un confronto successivo con la lirica montaliana, A mia madre). |
In un approccio di questo tipo è fondamentale la scelta del testo, che deve già orientare la classe come comunità coinvolta nel processo di apprendimento e negoziatrice di significati letterari; questo non vuol dire che la trattazione di un autore si esaurisca con quel singolo testo, ma che da esso possono partire delle piste che conducono, alla fine, a una visione d’insieme. È come se “il testo per cominciare” rappresentasse solo una prima pennellata di un quadro che si completerà alla fine dell’unità didattica. Per chi vuole avventurarsi in questo modo diverso nella didattica degli autori, si forniscono degli esempi per i grandi classici della letteratura italiana.
Autore | Ipotesi di testo letterario per cominciare |
Dante | Guido i’ vorrei che tu e Lapo ed io (da Rime). |
Petrarca | Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono (RVF 1). |
Boccaccio | La “novelletta delle papere”, introduzione alla IV giornata del Decameron. |
Machiavelli | La lettera a Francesco Vettori del 10 dicembre 1513. |
Tasso | La lettera a Scipione Gonzaga da Sant’Anna del maggio 1579. |
Goldoni | dalla Prefazione alle Commedie: il Libro del mondo e il Libro del Teatro. |
Alfieri | Tacito orror di solitaria selva (dalle Rime). |
Verga | Prefazione ai Malavoglia. |
Pascoli | X Agosto (da Myricae). |
Svevo | La lettera a Valerio Jahier sulla psicanalisi del 27 dicembre 1927. |
Saba | Città vecchia (dal Canzoniere). |
Interessanti spunti di lavoro per docenti che vogliano lavorare in questa direzione sono presenti nel volume di Gian Mario Anselmi e Loredana Chines, Leggere i classici italiani. Un’antologia, edito da Pàtron; qui, partendo dal Dante del sonetto Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io e arrivando al Montale di Spesso il male di vivere ho incontrato, vengono attraversati i grandi autori della letteratura italiana con la presentazione di un loro testo significativo. Questo, dopo un’analisi puntuale a livello stilistico e tematico, viene indagato nella sua materialità e, successivamente, nella sua fortuna, facendo dialogare la letteratura con le arti figurative, il teatro, il cinema e, per quanto riguarda, per esempio, Il fu Mattia Pascal, anche con il fumetto. La centralità del testo, quindi, consente l’avvio di percorsi volti a valorizzare l’autore e la sua ricezione nel tempo, promuovendo anche quella pluridisciplinarità di cui si parla tanto, ma che si stenta a realizzare nel concreto.
Biografismo e autobiografismo: le “autopresentazioni” d’autore
La lettura diretta di un brano o di un componimento che delinea qualche elemento del carattere o della vita dell’autore può essere un’efficace alternativa alla classica ed asettica (o morbosa) presentazione della biografia: alcuni di questi testi, in cui è lo scrittore stesso a delineare alcuni aspetti della propria vicenda esistenziale, della propria personalità e concezione della letteratura, sono notissimi e sono presenti in qualunque manuale (l’epistola petrarchesca a Dionigi di Borgo San Sepolcro che racconta l’ascesa al Monte Ventoso o la già citata Lettera all’amico Francesco Vettori di Machiavelli), ma ci sono anche altri scritti, talvolta meno noti, che possono essere letti a mo’ di “primo incontro” con un grande della letteratura, stimolando la curiosità degli studenti. Per gli autori del Novecento, si possono affiancare al testo letterario video e interviste facilmente reperibili in rete.
Autore | Testo | Perché leggerlo |
Dante | Epistola XII, ad un amico fiorentino | In questa epistola scritta dall’esilio a un non precisato amico, Dante rifiuta decisamente l’umiliante amnistia offertagli dai fiorentini, rivendicando con forza sia la propria onestà e dignità morale sia la consapevolezza del proprio ruolo e della propria fama intellettuale. |
Ariosto | Satira III, vv. 34-81 | Con grande ironia, Ariosto esplicita il proprio sistema di valori, opposto a quello tipico del suo tempo e della sua classe sociale: la preferenza per una vita tranquilla e ritirata, dedicata all’otium letterario, rispetto ai fasti e ai privilegi (ma anche alle preoccupazioni e alle incombenze) di un prestigioso incarico a corte |
Tasso | Canzone al Metauro | Con tono patetico e magniloquente, il poeta chiede rifugio e protezione al Duca della Rovere, rievocando la sua vita tormentata dai continui rovesci della Fortuna. |
Foscolo | Sonetto VII, detto Solcata ho fronte | Un autoritratto fisico e psicologico, che delinea chiaramente, attraverso il continuo gioco di antitesi, l’immagine dell’eroe romantico in lotta con se stesso e con il mondo. |
Manzoni | In morte di Carlo Imbonati, vv. 203-215 | Nel fittizio dialogo tra il giovane Manzoni e il defunto patrigno emergono con chiarezza sia il desiderio di raggiungere la gloria letteraria, ma anche la fermezza morale con cui egli ricerca la coerenza con se stesso, l’onestà morale e indipendenza intellettuale. |
Leopardi | Lettera al padre del 19 luglio 1819 | Nella lettera scritta al genitore in occasione del poi fallito tentativo di fuga da Recanati, il giovane poeta esprime il suo desiderio di felicità e grandezza, anche a costo della sofferenza, con toni e accenti appassionati che lo rendono molto vicino alla sensibilità degli studenti. |
Saba | Storia e cronistoria del Canzoniere (estratti) | Saba descrive, parlando di sé in terza persona, le caratteristiche fondamentali della sua opera, soffermandosi soprattutto sulla sua unitarietà e sulla fortissima matrice autobiografica, che deriva da un’esistenza “povera (relativamente) di avvenimenti esterni; ricca, a volte, fino allo spasimo, di moti e risonanze interne”. |
Montale | Quaderno genovese (estratti) | Il diario, scritto nel 1917 e interrotto con la partenza per il servizio militare e per la guerra, delinea il rapporto del poeta con la città di Genova e risulta essenziale per capire la formazione di Montale e le sue letture. Dal Quaderno genovese emergono la sua frustrazione e inquietudine, ma anche la curiosità intellettuale, la passione per la musica, gli spettacoli teatrali e i suoi interessi di carattere filosofico-esistenziale, oltre che una visione della natura che sarà sviluppata nelle poesie. |
Primo Levi | Conversazioni e interviste (estratti) | Nel volume, curato da Marco Belpoliti, l’autore di Se questo è un uomo si presenta attraverso una serie di interviste e conversazioni con giornalisti, critici, ricercatori, nel periodo che va dal 1963, anno della Tregua,al 1987. Qui Primo Levi risponde a domande sulla vita, i libri, il lavoro, il lager, l’ebraismo. L’esperienza ad Auschwitz è ripercorsa anche nell’appendice all’edizione scolastica di Se questo è un uomo, del 1976. |
Natalia Ginzburg | Le piccole virtù (Inverno in Abruzzo, Il mio mestiere) | Nelle prose della raccolta Le piccole virtù,Natalia Ginzburg delinea interessanti aspetti del suo carattere e gli eventi che hanno segnato la sua esistenza, come il confino in Abruzzo con Leone Ginzburg e il senso di inadeguatezza nel mestiere di scrittore. |
Scongelare la poetica: i testi-manifesto e le “poesie metapoetiche”
A partire dal secondo Ottocento, e poi per tutto il Novecento, gli scrittori hanno consegnato a dei manifesti in prosa, spesso in forma di lettera ad amici e corrispondenti, o a quelle che si definiscono “poesie metapoetiche”, la loro visione della letteratura; la lettura in classe di questi brani consente un’immersione nel laboratorio di scrittura dell’autore, e risulta molto più efficace e coinvolgente degli asettici paragrafi dei manuali. Se Il fanciullino di Pascoli e L’umorismo di Pirandello sono immancabili nelle storie della letteratura del triennio, anche altri testi, più o meno noti, illuminano aspetti della poetica dell’autore e permettono un contatto vivo con la sua idea di letteratura, prima ancora di affrontare il tradizionale percorso antologico.
Ecco dunque una proposta di testi di poetica, nella forma del brano in prosa (saggistico o narrativo) o della lirica; per quanto riguarda i primi, sarà cura del docente selezionarne una porzione significativa, in modo che l’analisi e l’approfondimento siano sostenibili nel tempo-scuola.
Autore | Testo di poetica |
Verga | Lettera a Salvatore Farina. |
D’Annunzio | Le stirpi canore (da Alcyone). |
Svevo | Pagine di diario e sparse, appunti del 2 ottobre 1899 e del dicembre 1902. |
Tozzi | Come leggo io (estratti). |
Ungaretti | Il porto sepolto e Commiato (da L’Allegria, sez. Il porto sepolto) e/o Ragioni d’una poesia. |
Saba | Quel che resta da fare ai poeti e/o Amai (da Canzoniere, sez. Mediterranee). |
Montale | Non chiederci la parola (da Ossi di seppia)e/o Dicono che la mia… (da Satura) o Lettera a Irma Brandeis del 5 dicembre 1933. |
Pasolini | Io sono una forza del passato (da Poesia in forma di rosa). |
Giudici | La vita in versi (da La vita in versi). |
Luzi | Vola alta, parola (da Per il battesimo dei nostri frammenti). |
Si aggiunge, a margine, che la lettura di poesie metapoetiche consente di costruire, anche a ritroso, un percorso di confronto in cui si riescono a delineare sinteticamente i mutamenti, anche formali, della poesia italiana del Novecento.
Appiattire gli autori o valorizzarli? Un bilancio
Ma trattare un autore in questo modo è svilente, pressapochista e banalizzante? L’accusa da parte dei partigiani della triade vita-opere-poetica potrebbe essere quella di voler ridurre gli autori a “spot”, benché nella forma di testi significativi.
In realtà il metodo induttivo, oltre a ridurre la porzione di lezione frontale e ad essere più stimolante per le classi, può restituire valore e significato alla letteratura: iniziare da un testo mette al centro la viva voce dell’autore e, quindi, fa entrare in contatto con chi ha scritto l’opera più che con la rimasticazione che ne ha fatto il docente. La biografia è comunque recuperata attraverso un’opera significativa, che mette in luce solo alcuni eventi decisivi nell’esperienza dell’autore, evitando il biografismo d’accatto e l’ossessione nozionistica per il dato secondario. Il focus iniziale sul testo permette di recuperare le preconoscenze letterarie e consolidare l’analisi testuale in previsione della tipologia A della prima prova dell’Esame di Stato e fa sì che, già dopo la prima lezione, la classe abbia già costruito col docente una visione generale dello stile, dei temi e della poetica dell’autore, da approfondire con lezioni successive. Insomma, affrontare un autore a partire da un testo significativo consente dunque di passare da una storia della letteratura statica e monolitica alla letteratura come strumento per educare alla complessità e come finestra su altri mondi e sul proprio mondo, aprendo a modalità operative, dialogiche e laboratoriali. Sicuramente, è importante anche valutare le caratteristiche della classe in cui si propone questo approccio agli autori, che è ideale in presenza di studenti partecipi e con buona predisposizione all’analisi testuale; se invece la classe è timida, oppure debole, forse è meglio procedere cum grano salis e integrare questo approccio con uno più tradizionale, ma mantenendo, sempre e comunque, la centralità del testo: la voce dell’insegnante, pur bravo, non deve mai sovrastare quella dell’autore, di cui è al servizio.
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