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Proposte per giovani lettori – Il Centro del mondo di Andreas Steinhöfel
Assaggio di lettura
Per Quelli di là eravamo delle povere creature da commiserare, perché avevamo avuto la sfortuna di essere stati messi al mondo da una donna troppo giovane e priva di qualsiasi senso di responsabilità. Noi, da canto nostro, non facevamo parte del loro mondo, non perché non volessimo, ma perché sentivamo di essere diversi. Tuttora non saprei dire da cosa dipendesse, poteva essere arroganza innata, avversione ereditata, insicurezza ben nascosta, oppure una combinazione di tutte e tre le cose. Comunque fosse, percepivamo tra noi e la Piccola Gente, adulti e ragazzi allo stesso modo, una specie di parete di vetro, dalla quale, se ne avessimo avuto la pazienza, avremmo potuto osservare gli abitanti del paese con la scrupolosità di uno studioso di formiche. Ma in realtà di loro non ce ne importava nulla.
A parti invece non era così. I nostri coetanei avevano paura di Dianne e di me, e come tutti i timori privi di fondamento, anche questo divenne terreno fertile per ogni sorta di superstizione […]. Alla fine ci chiudemmo in noi stessi, come ostriche che cercano di proteggere le loro perle da mani avide.
«I bambini sono come argilla nelle mani del mondo» disse Tereza quando le raccontai di queste cose. «Libri aperti con le pagine vuote, che vengono riempite da noi adulti. Ciò che sta scritto nei primi capitoli te lo porti dietro per il resto della tua vita».
Il titolo e la copertina
Il centro del mondo, pubblicato in Germania nel 1998 arriva in Italia (2022) grazie alla casa editrice La nuova frontiera che inaugura una nuova e promettente collana Oltre dedicata, come sembrerebbe suggerire lo stesso nome, a romanzi che superino l’etichetta Young Adult come mera destinazione di utenza, e si concentrino piuttosto sulla selezione di storie con protagonisti adolescenti e, più in generale, che raccontino il passaggio all’età adulta.
L’illustrazione in copertina di Alessandro Baronciani è un ottimo punto di inizio per la storia: una figura in primo piano distesa sul letto, con lo sguardo assorto nei pensieri, quasi totalmente in ombra ad eccezione di un fascio di luce che cade lungo il viso e una spalla, sul centro della figura, sul suo mondo interiore. Il titolo, assai efficace, porta infatti prioritariamente l’attenzione verso quella che sarà la collocazione spaziale della vicenda cioè un’indeterminata città europea, la cui vaghezza resta aggrappata alla possibilità di estendere il luogo, il suo centro, i suoi abitanti a qualunque personaggio, luogo, centro vogliamo. L’importanza sta nel cogliere le forze centripete del romanzo, più che la loro provenienza, e quel raggio che illumina il viso di un ragazzo o di una ragazza in copertina ce lo conferma.
La trama e i personaggi
Glass, una diciassettenne sola, lascia l’America e nella notte stessa in cui arriva in Europa partorisce Philip e Dianne. Anche Philip ha diciassette anni quando inizia a raccontare in prima persona la sua storia e di come viva a Visibile, una casa enorme, dalle tante stanze vuote e fatiscenti. Lontano dalla casa, la Piccola Gente disprezza, con i suoi pettegolezzi, i valori così poco convenzionali di Glass e alimenta di conseguenza l’emarginazione dei gemelli dai loro coetanei.
Viste dall’interno le storie dei tre e della stretta rete di aiuto intorno a loro, sembrano trasformare ogni stranezza eccentrica in saldo vincolo di unicità e amore, un rifugio solido e ben ancorato alle vicende del passato cui si fa riferimento in ogni capitolo con aneddoti e descrizioni che permettono di ricostruire l’infanzia e il tempo trascorso dal loro arrivo in Europa. In tale rete di vicinanza ai tre spiccano Tereza, un’amica e collega di Glass; Kate, acuta e schietta amica di Phil, conosciuta in ospedale durante un intervento chirurgico da bambino e mai più persa e Gable, l’unico parente di cui Glass parla senza alcun problema, un grande navigatore che con le sue incursioni a Visible porta a Phil un’apertura all’esterno e che rappresenta la figura maschile eletta a surrogato di quella del padre, protagonista in absentia nella vita del ragazzo. Il denominatore comune sta nel fatto che la loro presenza all’interno del romanzo non solo è vincolata agli episodi presenti nell’intreccio, ma resta strettamente legata all’interpretazione del tutto soggettiva che Phil fa di loro con una profondità e una lucidità che costituiscono uno dei punti di forza del romanzo. Avverrà dunque che, con il cambiamento e la crescita di Phil, muterà il giudizio e la connotazione dei personaggi intorno a lui, anche Visibile abbandonerà la sua natura di rifugio solido per diventare posto da cui fuggire. Lentamente, infatti, i capitoli procedono per progressivo allargamento della prospettiva: Visibile non è il solo posto in cui fare esperienza dei conflitti, dell’avventura e dell’amore, anzi, è esso stesso luogo la cui fermezza inizia a vacillare e non bastare. L’adolescenza si fa scoperta e conquista di questo spazio, e la famiglia mostra piano le sue fragilità, le sue omissioni, e rivela con brutalità il suo essere soggetta a cambiamento come tutto il resto del mondo e non granitica entità fuori dal tempo. S’innesta, all’interno di questo vortice di velocità e crescita, l’esperienza dell’amore e della sessualità. L’omosessualità di Phil e la relazione con Nicholas, ricostruita anch’essa tramite le esperienze con i coetanei sin dall’infanzia, diventano nel romanzo contestualmente elemento di destabilizzazione e di spinta all’equilibrio: l’amore è l’opportunità di catalizzare i cambiamenti, di cedere all’adolescenza come duplice sensazione di totalizzante passione e insieme di lucida necessità di chiarezza. «L’amore richiede più tempo. Arriva piano, simile a una malattia che si insinua di nascosto e attanaglia il mio cuore come l’edera che d’estate sembra quasi soffocare Visibile».
Senza che il romanzo scandisca i mesi, gli anni, i giorni, men che meno i luoghi, in modo precisissimo, il ribaltamento è avvenuto. Se prima dunque la famiglia, la casa e, tra tutte le stanze, la biblioteca di Visibile rappresentavano un modo per nascondersi e insieme fuggire («mi nascondeva dalla Piccola Gente, dal mondo là fuori. Per questo amavo la biblioteca. Per me era il centro del mondo»), il romanzo si conclude con l’apertura più grande possibile, cioè quella spaziale del mare e temporale della crescita, con poche certezze, ma con una grande esperienza: «È una bella sensazione. La sensazione della vita in movimento».
Perché proporlo
Il romanzo, premio Andersen 2023 per ragazzi over 15, si presta a molteplici livelli di lettura. La trama permette di poter lavorare sull’analisi dei personaggi tutt’altro che banali sia perché dinamici, sia perché complessa è la loro interpretazione alla luce della focalizzazione interna e, non da ultimo, perché la loro stessa forza risiede nel tessuto del romanzo che procede in ogni capitolo con flashback che ricostruiscono il periodo antecedente ai diciassette anni di Phil o che recuperano i salti temporali tra le sezioni, costringendo il lettore a una sorvegliata ricostruzione degli eventi e delle dinamiche tra i personaggi stessi.
I temi che emergono sono in modo assai evidente tappe imprescindibili per l’adolescenza: l’amicizia, la famiglia, la ricerca di come diventare chi si vorrebbe essere a dispetto di come ci costringono ad essere gli altri e le cose che ci accadono.
La costruzione faticosa e lenta di una identità, di un centro, è tema intelligentemente affrontato dal romanzo di Steinhöfel attraverso una narrazione stilisticamente impeccabile e dal lessico estremamente curato, il tutto unito alla spregiudicatezza di proporre inusuali visioni della famiglia, dei rapporti amicali e dell’amore in una dimensione ampia e allo stesso tempo veloce che consente di ragionare in classe anche sulle tecniche narratologiche alla base.
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