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diretto da Romano Luperini

Helen Keller: al di là dei sensi/ Letteratura e bisogni speciali 4

Molti conoscono la storia di Helen Keller tramite il film di W.Gibson “Anna dei miracoli” che racconta la storia dell’incontro tra l’educatrice, Anne Sullivan, semi-cieca, e la piccola Helen Keller; sorda e cieca; siamo negli Stati Uniti intorno al 1886/7. La piccola Helen diventa cieca e sorda a 19 mesi in seguito ad una scarlattina o una meningite. Colpita da un resoconto di Charles Dickens su “American notes” che parla del caso di una bambina cieca e sorda- Laura Bridgman- che impara a leggere e parlare, la madre di Helen si reca presso la “Perkins Institute for the blind” che gli invierà l’educatrice Anne Sullivan che diventerà la sua amica e compagna di una vita. Anne insegna a Helen a rapportarsi con il mondo e con se stessa; ad acquisire il controllo di sé e l’autodisciplina. Attraverso il metodo Tadoma (toccare le labbra e la gola di chi sta parlando) combinato all’alfabeto manuale insegna ad Helen la comprensione delle cose e la loro rappresentazione mentale. Helen più tardi imparerà a leggere e scrivere in inglese, francese, tedesco, greco e latino in Braille. Si laurea in giurisprudenza nel 1904 e diventerà un’avvocata attivista dei diritti delle persone disabili. La cosa interessante nel caso di Helen è che il processo auto-formativo che intraprende con il supporto di Anne Sullivan la porta alla presa di coscienza della condizione d’inferiorità sociale delle persone disabili, allo sfruttamento del loro deficit e alla comunione d’interesse di queste con tutti gli oppressi; in particolare quelli delle classi lavoratrici.

Racconta nella sua autobiografia come s’impegnò per i diritti dei disabili ma anche in numerose battaglie progressiste: il diritto di voto alle donne, il movimento pacifista e anche quello per l’educazione sessuale e il controllo delle nascite. Incontra artisti e scrittori come Charlie Chaplin e Mark Twain; s’impegna con le donne lavoratrici statunitensi nella difesa dei loro diritti sociali e sindacali; questo impegno la porta ad aderire al Partito socialista d’America; scrive articoli a favore della classe operaia e delle sue rivendicazioni; sosterrà il candidato socialista Eugene.V.Debs alla presidenza degli Stati-Uniti. Scrive:

Ho visitato i luoghi dove lavorano gli operai sfruttati , le industrie, i bassifondi sovraffollati. Anche se non li ho potuti vedere, li ho odorati.

Con le sue prese di posizione socialiste a favore dell’eguaglianza e della giustizia sociale Helen, che in un primo tempo venne sostenuta dai giornali verrà fortemente criticata. Qualcuno scrive che “i suoi errori politici scaturiscono dalle sue manifeste limitazioni fisiche”. Risponderà in questo modo:

Adesso che ho reso pubbliche le mie posizioni socialiste, lui (il direttore del ‘Brooklyn Eagle”) ricorda a me e al pubblico che sono cieca e sorda e quindi soggetta a compiere molto facilmente errori. Evidentemente, mi si deve essere ristretta l’intelligenza dall’ultima volta…Oh, ridicolo Brooklin Eagle! Cieco e sordo socialmente, difende un sistema intollerabile.

Helen non chiede la compassione di nessuno e vuol essere una cittadina che decide sulle cose del mondo perché crede nella democrazia, nell’eguaglianza e i diritti sociali; non accetta le diseguaglianze e la miseria che producono solo esclusione ma anche patologie. Scrive:

Fui nominata in una commissione per studiare le condizioni delle persone cieche. Per la prima volta, proprio io che pensavo che la cecità fosse una malattia, non dipendente dall’uomo ho scoperto che troppe volte le cause erano rintracciabili in condizioni di lavoro insostenibili, spesso dovute all’egoismo e all’avarizia degli industriali.

Per Helen la società capitalista basata sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e la diseguaglianza è la principale responsabile dell’handicap; crea situazioni handicappanti; è l’organizzazione sociale e le sue classi dirigenti che sono cieche e sorde! In tutti quegli anni verrà accompagnata da Anne Sullivan che s’impegnerà con lei nella lotta per i diritti delle persone disabili; saprà rendere universale il suo caso particolare e farne un bandiera per tutte le persone oppresse ed escluse. Negli ultimi anni della sua vita studia molto la filosofia e insiste sull’importanza del linguaggio interiore per il risveglio della spiritualità presente in ogni essere umano; basandosi sulle idee del filosofo spiritualista svedese Swedenborg del 1700 (filosofo che influenzò molto Carl Jung) afferma che ogni uomo sarebbe un tassello chiamato da Dio a comporre un essere integrale; nel suo ultimo grande lavoro La luce nella mia oscurità scriverà che “in un certo modo noi siamo parte di una grande anima unitaria, di un unico immenso essere umano.” Helen credeva nella fratellanza e nella solidarietà; credeva che le anime potevano dialogare e capirsi; la sua stessa esperienza educativa e di vita con Anne Sullivan le aveva rivelato che in ogni essere, compreso nella persona disabile apparentemente impossibilitata a comunicare, vi è una luce che bisogna sapere accendere.

Anne Sullivan era riuscita ad aiutare Helen a scoprire le sue enormi potenzialità e ad esercitare le sue capacità, la sua consapevolezza di scegliere. Helen muore nel 1968 nella sua casa di Easton nel Connecticut; aveva scritto nella sua autobiografia:

Noi tutti, vedenti e non vedenti, ci differenziano gli uni dagli altri non per i nostri sensi, ma nell’uso che ne facciamo, nell’immaginazione e nel coraggio con cui cerchiamo la conoscenza al di là dei sensi.

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