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diretto da Romano Luperini

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Breve annuario di poesia italiana

Non è difficile organizzare, dal punto di vista quantitativo, una mappa dei nuovi libri di poesia pubblicati di anno in anno, nell’ottica di una frequenza temporale tutto sommato limitata, ma utile come scansione a breve termine. La nicchia occupata dalla poesia nel mercato editoriale aiuta l’indagine. Più interessante è, però, cercare di individuare i criteri delle scelte editoriali e provare a illustrare le novità che da un lato appaiono utili a fini didattici e, dall’altro lato, rappresentano documenti significativi della ricerca letteraria. Ciò che si verifica, all’incirca da un decennio, è la riduzione presso le grandi case editrici delle pubblicazioni di giovani autori. In compenso sembra aumentata la cura per le edizioni di opere classiche, istituzionali, canoniche. Nelle collane dei Meridiani, degli Oscar Mondadori e nella BUR sono usciti, nell’ultimo anno, volumi fondamentali, tra cui il Meridiano che raccoglie l’opera poetica di Amelia Rosselli, a cura di Stefano Giovannuzzi e Emmanuela Tandello, arricchito da un apparato di schede critiche che riesce finalmente a dare una fisionomia chiara alla poesia della Rosselli, liberata dalle forzature alogiche e stranianti, riportata a un terreno di ricerca concreto. Sempre per il panorama del Novecento, esce negli Oscar il volume che riunisce le poesie e le prose di Vittorio Sereni, a cura di Pier Vincenzo Mengaldo e Giulia Raboni, omaggio al poeta di Luino per il centenario della sua nascita, che si affianca a importanti Oscar degli ultimi anni, tra cui Tutte le poesie di Andrea Zanzotto e le edizioni commentate degli Ossi di seppia, delle Occasioni, di Satura e Diario del ’71 e ’72 di Montale. Un’ottima edizione commentata del 2013 è, inoltre, quella dell’Adone di Marino, a cura di Luigi Russo, uscita per la BUR, in cui il poema è corredato da una mappatura di note che introducono elementi di novità all’interpretazione dei versi, sia dal punto di vista dell’intertestualità sia per la spiegazione semantica di alcuni luoghi del testo.

A fianco dei grandi autori canonici, le grandi case editrici propongono libri di poeti contemporanei già affermati. Così la collana ‘bianca’ Einaudi, in cui sono usciti Rimi di Gabriele Frasca e Ablativo di Enrico Testa. Parimenti, “Lo Specchio” Mondadori, da quando ha rinnovato della veste grafica nel 2012, ha pubblicato le raccolte Casa di rieducazione di Valentino Zeichen, Da mani mortali di Biancamaria Frabotta, Salva con nome di Antonella Anedda, Prove di libertà di Stefano Dal Bianco, Il Professor Fumagalli e altre figure di Giampiero Neri, Malspina di Maurizio Cucchi, La dirimpettaia e altri affanni di Silvio Ramat, Tersa morte di Mario Benedetti, forse il libro più interessante della serie, perché segna un’evoluzione radicale e matura della poetica dell’autore che, dopo il congelamento espressivo di Pitture nere su carta (2008), si apre a un recupero della parola, passando dalla contemplazione iconica di Umana gloria (2004) all’immersione coraggiosa nel corpo della realtà, che cerca di dialogare con la tragica evidenza degli eventi. Da ricordare anche i volumi che raccolgono tutta l’opera di Nanni Balestrini (Antologica 1958-2010) e di Pier Luigi Bacchini (Poesie 1954-2013), ultimi degli Oscar che, dagli anni duemila ad oggi, hanno assemblato l’opera di poeti come Franco Buffoni, Giancarlo Majorino, Milo De Angelis, Valentino Zeichen, Vivian Lamarque.

Si comprendono le necessità pratiche delle grandi case editrici, per proteggere una nicchia di pubblicazioni nella forte crisi del mercato editoriale. Ma si auspica che, a fianco di questa sistemazione, cruciale per definire il quadro della poesia italiana contemporanea, si protenda anche verso direzioni più sperimentali, come quella che la collana “Lo Specchio” ha tentato nel 2011 con la serie per gli autori under 35, ora sospesa, direzione che case editrici più piccole provano coraggiosamente a sostenere. Se Crocetti ha imposto una forte limitazione alle sue pubblicazioni, così come Marcos y Marcos e Interlinea, e Sossella ha chiuso la collana “Arte poetica”, Donzelli, Transeuropa, Italic Pequod (nella collana “La punta della lingua” è da poco uscito Lettere alla reinserzione culturale del disoccupato di Andrea Inglese), Giulio Perrone, Manni, Passigli, Campanotto, Raffaelli, Lieto colle continuano a investire sullo scouting. In particolare, le collane “Nuova poetica” e “Inaudita” di Transeuropa, presentano un gruppo notevole di pubblicazioni che centrano la ricerca poetica recente, tra cui l’ultima uscita è Per restare fedeli di Stefano Raimondi. Ma ad oggi, chi voglia scoprire le voci più giovani della poesia italiana deve far riferimento ad iniziative come i Quaderni di poesia di Marcos y Marcos, curati da Franco Buffoni, che continuano a portare avanti un ottimo lavoro di selezione, ad alcune pubblicazioni di Ladolfi, che trovano l’humus nel trimestrale «Atelier», o ai tentativi di ricerca – in attesa di essere verificati – delle giovanissime Edb e Sigismundus, fondate da editori trentenni. Più consolidata, anche l’esperienza di Aragno ha inaugurato le collane “I domani” e “Licenze poetiche” per dar spazio alla ricerca.

Il panorama quantitativamente limitato delle pubblicazioni di poesia può essere descritto in termini semplici, ma che suggeriscono un orientamento più dinamico verso cui docenti e lettori di poesia potrebbero indirizzarsi. Polarizzate tra ciò che è entrato nell’uso della scuola (i classici), ciò che sta per entrarvi (i contemporanei che si approssimano a una sistemazione canonica) e ciò che si sta muovendo per definire i connotati della novità, le pubblicazioni di poesia rappresentano uno dei terreni più fertili per osservare la stabilizzazione e la formazione del canone letterario da un lato e, dall’altro lato, l’evoluzione della scrittura di ricerca. Suggeriscono un’attenzione critica particolare perché, nel senso comune, la novità in poesia ingloba spesso un’ampia gamma che va dall’autore affermato al giovanissimo. A differenza della prosa, per cui un romanzo riesce a imporsi con più facilità nell’immaginario collettivo e a diventare più rapidamente strumento di uso didattico (come nel caso di Niccolò Ammaniti o di Roberto Saviano), la poesia segue un corso più lento; può entrare nelle antologie ma, solo in rari casi, diviene in tempi relativamente brevi un modello di studio, ad eccezione di alcuni corsi universitari mirati – nonostante sia proprio la poesia, per la sua particolare natura strutturale ed estetica, a rappresentare spesso con maggiore forza dirompente il contrasto tra il noto e il nuovo, tra il canone e la ricerca. Le difficoltà e gli orientamenti che sono emersi attraverso questa breve rassegna, e che si spera possano trovare una sistemazione in cui il tradizionale e l’innovativo raggiungano un bilanciamento (anche grazie alle possibilità della conversione digitale), vorrebbero invitare dunque a una riflessione sulla necessità culturale e didattica di guardare la poesia come un fenomeno letterario vitale, cui forse spesso non rendono giustizia le griglie interpretative cui è sottoposta, e che dovrebbe essere letta seguendo il dinamismo che la contraddistingue.     

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