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diretto da Romano Luperini

palco retro

Dolente Pia: fra espiazione e rock

Nel Purgatorio di Dante (e nostro)

Nella attuale scuola del caos (classi di 28 alunni che diventano 36 quando bisogna ospitare la classe di un collega assente, programmi ministeriali sempre più lunghi e ore di lezione sempre più esigue) l’insegnante ha il compito, sempre più oneroso, di motivare i ragazzi allo studio e stimolare il loro interesse verso testi che, con un giudizio sommario e superficiale, essi ritengono poco interessanti perché “superati”. Tale disinteresse si acuisce quando il testo cui accostarsi è il Purgatorio di Dante. Se infatti la lettura dell’Inferno li affascina, raccontando eccessi e passioni suadenti per la loro giovane età, il Purgatorio con la sua carrellata di sofferenze costruttive costituisce un percorso impegnativo assai meno attrattivo per i giovani. Essi abituati a vivere nella società dell’hinc et nunc non apprezzano il lungo pellegrinaggio di Dante in cerca, come le anime che incontra, di purificazione e di crescita spirituale.

Duomo Domenico di Michelino Divina Commedia Purgatorio

In forme attuali

Una pratica didattica per rendere più piacevole la lettura del Purgatorio può essere accostare l’opera del sommo poeta a forme d’arte attuali, amate dai giovani, quali la musica rock. Questa possibilità è già stata esperita in classe con buoni risultati. Nel 2007 la cantante senese Gianna Nannini, affascinata dalla vicenda della sua conterranea Pia dei Tolomei ha rivisitato in chiave rock la sua tragica vicenda e ha scritto in collaborazione con Pia Pera, musicista e compositrice, un album intitolato Pia come la canto io che è poi diventato un lavoro teatrale. Per spingere gli alunni ad una lettura non passiva del testo è stato comparato il racconto dantesco della vicenda di Pia (nella quale i commentatori hanno riconosciuto, pur senza avere avuto mai documentaria certezza, la senese Pia dei Tolomei) con la canzone Dolente Pia contenuta nell’album musicato dalla rocker toscana. I ragazzi, attratti dall’ascolto della musica rock, sono stati sollecitati ad analizzare il testo della Nannini e a cogliere analogie e differenze con il testo dantesco.

Dopo un’attenta esegesi dell’intero canto ci si è soffermati sulle terzine finali. La voce sommessa di Pia, spia di un carattere delicato e malinconico, incline al raccoglimento e pudicamente ritroso, è stata sopraffatta dalle note rock del testo Dolente Pia. I ragazzi hanno subito colto che nel testo della Nannini, attraverso l’anafora dell’aggettivo dolente, è presentata una giovane prigioniera innocente e pudica , china su se stessa, che nostalgicamente ripensa ai giorni felici e sente fra le fredde mura il caldo abbraccio del marito.

Stefano Ussi La Pia de Tolomei

 L’interpretazione della rocker li ha spinti a ipotizzare che la reticenza che caratterizza la Pia dantesca non sia solo un atto di carità e di perdono nei confronti di colui che l’ha tradita facendola morire, ma un’autentica nostalgia d’amore. Nel testo della Nannini, infatti, manca lo spirito religioso, la giovane prigioniera non riesce a nutrire un sentimento di perdono nei confronti del marito che, però, non ha ancora smesso di amare. Pia invoca il marito di cui percepisce la presenza fisica (sono le tue braccia che stringo) che le rischiara l’anima (sento già la tua luce nell’anima), ma inesorabilmente il tempo trascorre e il sogno del suo uomo svanisce, e mentre la vita fluisce impetuosa il loro amore si consuma (guarda se ne va questo sogno di te/là batte l’onda e un cavallo galoppa/ma l’amore, il nostro amore, marcisce dietro a questa porta);se l’arrivo di una nuova primavera riporta la vita nel castello, il freddo della solitudine e dell’abbandono connota la sua triste condizione di prigioniera, sopraffatta dai ricordi del passato (poi il primo verde, la lunga luce, pensa a quei giorni del passato ricordi in fior).

Alcuni alunni (http://www.liceosavarino.gov.it/I%20Nostri%20Lavori/Dolente_Pia.pdf) hanno evidenziato che nel testo della Nannini, come nel canto di Dante, il personaggio è dolce e rassegnato, ma se la musicalità del testo dantesco è spenta e quasi sussurrata, nel brano rock la pacatezza e la sensibilità di Pia sono ritmate da una musicalità accesa e vibrante in forte contrappunto con la delicatezza del personaggio. I discenti, attratti dalla novità delle esperienza, hanno formulato interessanti interpretazioni attraverso un’analisi contrastiva che, sfruttando le loro competenze multimediali, hanno trasformato in una presentazione Power point che ha come sottofondo musicale la letture delle ultime due terzine del V canto del Purgatorio e le note della canzone Dolente Pia:

Dolente Pia, dolente Pia, 
dolente Pia innocente è prigioniera. 
Col capo chino, la fronte al seno, 
pensa a quei giorni del passato ricordi in fior.

Torna, sento già la tua luce nell’anima. 
Sei qui con me, sono le braccia tue che stringo. 
Per quanti mesi e notti e giorni, 
non saprei dire, non lo so ma questo è certo: 
ci fu l’inverno, poi primavera, 
la vita torna nel castello ma non per me. 
Guarda se ne va questo sogno di te. 
Là batte l’onda e un cavallo galoppa. 
Ma l’amore, il nostro amore, marcisce dietro a questa porta.

Ma l’amore, questo amore, marcisce dietro a quella porta. 
Fa sempre freddo, in quelle mura, 
il cielo è chiaro ma la terra resta scura. 
Poi il primo verde, la lunga luce, 
pensa a quei giorni del passato ricordi in fior. 
Dolente Pia, dolente Pia, 
Dolente Pia innocente è prigioniera. 
Col capo chino, la fronte al seno, 
pensa a quei giorni del passato ricordi in fior.

Gianna Nannini, Pia come la canto io, 2007

http://www.youtube.com/watch?v=0iQspiVZ0ck

______________ 

NOTE

Una versione leggermente diversa di questo articolo è apparsa su Chichibio n. 62.

La seconda immagine è di Domenico Di Michelino, particolare dell’affresco La Divina Commedia di Dante del Duomo di Firenze (1452).

La terza immagine è un olio su tela del fiorentino Stefano Ussi, Pia De’ Tolomei (1855-1860).

Pia come la canto io è un album della cantuautrice senese Gianna Nannini, pubblicato nel 2007, nato dalla collaborazione con Pia Pera, musicista e scrittrice. Il disco si inspira alla figura di Pia dei Tolomei.

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