Il testo regolativo sta a Stefano Benni, come il calcio sta alla palla strada
La letteratura può essere d’aiuto, talvolta in modo inaspettato, al momento di prendere in esame le diverse tipologie testuali secondo un approccio didattico di stampo comunicativo. Se poi si riescono a individuare dei testi letterari allineati con le passioni degli alunni, come per esempio lo sport e la sua pratica, l’avvicinamento a tali tipologie diventa ancora più motivante.
La proposta che segue è indirizzata all’ultima classe delle secondarie di I grado e al biennio di II grado.
1. Come lo scrittore interpreta un testo rigido qual è quello regolativo, dando vita a un testo letterario.
Nel caso specifico del testo regolativo, una possibilità di sfruttamento letterario risiede nel mettere a confronto uno di questi, nella fattispecie il regolamento ufficiale del gioco del calcio, con quello della Pallastrada, ideato da Stefano Benni nel suo La Compagnia dei Celestini sulla falsariga della versione footbolistica a 5. L’ascolto dell’intervista a Stefano Benni, riportata in questo stesso BLOG, potrebbe costituire un primo approccio alla lettura prima, e analisi poi del Regolamento unico e segreto del Campionato Mondiale di Pallastrada: “Alcune regole dovevo accettarle, e altre era giusto che continuassi a trasgredirle”.
Regolamento unico e segreto del Campionato Mondiale di Pallastrada
(tratto, con solo alcuni aggiustamenti, da La compagnia dei Celestini, pp. 35-6 di Stefano Benni ed.UE Feltrinelli, 1992)
Regola numero 1. Le squadre sono di cinque giocatori senza limiti di età, sesso, razza e specie animale.
Regola numero 2. Il campo da gioco può essere di qualsiasi fondo e materiale a eccezione dell’erba morbida, deve avere almeno una parte in ghiaia, almeno un ostacolo quale un albero o un macigno, una pendenza fino al venti per cento, almeno una pozzanghera fangosa e non deve essere recintato, ma possibilmente situato in zona dove il pallone, uscendo, abbia a rotolare per diversi chilometri.
Regola numero 3. Le porte sono delimitate da due sassi, o barattoli, o indumenti, e devono misurare sei passi del portiere. È ammesso che il portiere restringa la porta, se non si fa scoprire, e che, parimenti l’attaccante avversario la allarghi di nascosto fino a un massimo di venti metri. La traversa è immaginaria e corrisponde all’altezza a cui il portiere riesce a sputare.
Regola numero 4. La palla deve essere stata rattoppata almeno tre volte, deve essere molto più gonfia, o molto meno gonfia del normale, e possedere un adeguato numero di protuberanze che rendano il rimbalzo infido.
Regola numero 5. Ai giocatori è vietato indossare parastinchi o altre protezioni per le gambe.
Regola numero 6. Ogni squadra dovrà indossare un oggetto o un indumento dello stesso colore (sciarpa, elmo, berretto, calzerotto, stella da sceriffo) mentre è proibito avere maglie e pantaloncini uguali.
Regola numero 7. Sono ammessi gli sgambetti, il cianchetto, la gambarola, il ganascio, il pestone, il costolino, il raspasega, il poppe, il toccaballe, il calcinculo, il blondin, l’attaccabretella, il placcaggio, il ponte, la cravatta, il sandwich, l’entrata a slitta, l’entrata a zappa, il baghigno, la cornata, il triplo Mandlbaum, il colpo dell’aragosta, lo strazzabregh, il cuccio, il papa, lo squartarau, la trampolina e il morsgotto. Sono proibiti i colpi non dianzi citati e le armi di ogni genere.
Regola numero 8. Nel caso la palla finisca giù per una scarpata in mare o in altra provincia, la partita deve riprendere entro due ore, o sarà ritenuto valido il risultato conseguito prima dell’interruzione.
Regola numero 9. Nel caso in cui un cane o un neonato o un cieco o un altro perturbatore entri in campo intralciando o azzannando la palla, egli sarà considerato a tutti gli effetti parte del gioco, a meno che non si dimostri che è stato addestrato da una delle squadre.
Regola numero 10. Il passaggio di biciclette, auto, moto e camion non interrompe il gioco, fatta eccezione per le ambulanze e i carri funebri.
Regola numero 11. La regola segreta 11, se applicata, abolisce tutte le precedenti.
Regola numero 12. È permessa la sostituzione di un giocatore solo quando i lividi e le croste occupino più del sessanta per cento delle gambe.
Regola numero 13. Si possono sostituire tutti i giocatori indicati nella lista di convocazione tranne il capitano. I nuovi giocatori dovranno però essere elementi notoriamente degni dello spirito della pallastrada.
Si raccomanda la massima puntualità e l’assoluta segretezza. Vi aspettiamo, ragazzi!
2. Che cos’è un testo regolativo; il confronto tra Benni e la FIGC.
La prima osservazione riguarda la categorizzazione del testo stesso, ovvero: il regolamento stilato da Benni può essere considerato un testo regolativo a tutti gli effetti? La discussione in proposito porta a riflettere su cosa si debba intendere per testo regolativo e quali ne siano i tratti caratterizzanti, riassunti qui di seguito.
Per regolativo si intende un testo in cui sono prevalenti obblighi, divieti, consigli che hanno lo scopo di guidare il comportamento del destinatario del messaggio: le istruzioni per il funzionamento di un’apparecchiatura; le regole dei giochi; le ricette; i regolamenti in diverse situazioni sociali (scuole, piscine, biblioteche, internet,…); le indicazioni per compilare dei moduli così come quelle per l’uso dei farmaci, ma anche le consegne per eseguire un particolare esercizio.
Le forme espressive possono essere varie, a seconda del rapporto che esiste tra emittente e destinatario:
- se informale, si usa spesso l’imperativo presente, ci si rivolge al destinatario usando il “tu” (es. Restituiscimi il libro che ti ho prestato al più presto.);
- se formale: si usano il modo condizionale, formule di cortesia, il “lei” (es. Ricordi, per favore, di restituirmi il libro che le ho prestato entro un mese);
- se burocratica: si usano formule prestabilite e ci si rivolge al destinatario in terza persona (es. La Signoria Vostra è pregata di restituire il libro preso a prestito entro il termine di giorni 30 (trenta).);
- Nel caso di regole di gioco, trattandosi di una situazione prescrittiva, si usa l’indicativo, spesso utilizzando gli ausiliari DOVERE e POTERE: per es. “Il campo di gioco deve essere…” opp. “si può…”;
- Nel caso di un emittente e un destinatario generici, normalmente si usano il modo infinito o il congiuntivo esortativo o l’imperativo e ci si rivolge al destinatario prevalentemente o in forma impersonale o in seconda persona, plurale ma anche singolare (per es. Si prenda un tegame capace…; Prendere un tegame capace…; Prendete un tegame capace…; Prendi un tegame capace…;).
Altro aspetto importante è il riconoscimento degli elementi che caratterizzano un testo regolativo:
- la sequenza delle istruzioni: deve essere ordinata e logica (prima e dopo), e va rispettata per ottenere il risultato voluto;
- l’integrità delle istruzioni: in un buon testo regolativo nessuna istruzione è superflua, perciò TUTTE le informazioni devono essere individuate con precisione;
- la terminologia deve essere adeguata al soggetto del regolamento, ovverospecifica, tecnica, determinata.
Alla luce di quanto appena definito, il dibattito sul primo quesito è pronto per arricchirsi con la comparazione lessicale e stilistica tra il testo di Benni e quello del Regolamento Ufficiale della FIGC del calcio a cinque (vedi la tabella sottostante con i collegamenti alle regole ufficiali scelte ad hoc).
Pallastrada | Calcio a 5 FIGC |
Regola numero 1 | Regola 3/1 |
Regola numero 2 | Regola 1/1 |
Regola numero 3 | Regola 1/9 |
Regola numero 4 | Regola 2/1, 3 |
Regola numero 5 | Regola 4/4 |
Regola numero 6 | Regola 4/1-3 |
Regola numero 7 | Regole 12-14 |
Regola numero 8 | Regola 7 |
Regola numero 12 | Regola 3/4 |
Regola numero 13 | Regola 3/3 |
Tabella di comparazione Benni/FIGC
Vengono lette e analizzate le regole ufficiali corrispondenti a quelle frutto dell’immaginario di Benni, con particolare attenzione alla terminologia della lingua speciale dello sport e al lessico comune trasversale (es. porta). Si potrebbe attingere anche alla versione semplificata a fumetti del regolamento calcistico, che costituisce un ulteriore aiuto per la comprensione del testo, grazie alla resa grafica di alcune delle regole prese in esame e la conseguente possibilità di visualizzarle.
A conclusione del confronto, è possibile raccogliere le osservazioni in generale sullo stile di Stefano Benni, definito da alcuni ‘postmoderno’ soprattutto relativamente alle sue imitazioni e parodie di diversi generi letterari; è palese inoltre quanto la sua narrazione, intrisa di ironia e umorismo, ami i giochi di parole e i neologismi dei quali fa un uso diffuso. In particolare, sul contenuto de La compagnia dei Celestini possono venire in aiuto anche le notazioni fatte da altri scrittori:
- il libro racconta “tante” cose «[…] Per raccontare quelle cose ne racconta altre mille. Per raccontare quelle mille fa esplodere il vocabolario, perché con la lingua di tutti i giorni non ce la farebbe. Uno legge, e immediatamente si trova spedito su un altro pianeta linguistico.»(Alessandro Baricco, recensione L’Indice 5/93)
- «Perché dentro c’era davvero tutto: la capacità di saltare dal verosimile all’assolutamente impossibile con la naturalezza che impedisce al lettore di stupirsi troppo […]. […] pallastrada, sport segretissimo per eccellenza. Anzi, sport irregolare e affatto voglioso di riconoscimenti, che rifiuta l’idea stessa di sport così come viene concepita dagli adulti: guai alla maglietta sponsorizzata, anzi guai alla maglietta, guai agli stadi veri, guai se chi gioca non è ai margini del mondo.» (Loredana Lipperini, articolo su Repubblica 2003).
3. Esercizi di fissazione dell’argomento trattato.
A conclusione del percorso sul testo regolativo, può essere utile proporre alcuni esercizi di scrittura e riscrittura, da fare possibilmente in coppia o a piccoli gruppi al fine di creare occasioni di confronto o di controllo reciproco. Qui di seguito alcune opzioni.
- scrivere la spiegazione di un gioco/sport, seguendo uno schema prestabilito. L’esercizio risulta più stimolante se si suggerisce di dover fare la spiegazione a una persona straniera che non conosce il gioco – e che, a sua volta, può ricostruire le regole di un gioco che al contrario non è molto conosciuto o praticato in Italia. Scopo di questa indicazione è quello di motivare lo sforzo nel rendere la spiegazione la più accurata possibile nella scelta del lessico e delle forme espressive, così come nell’approfondimento della conoscenza di un linguaggio tecnico specialistico.
I FASE descrittiva con eventuale aggiunta di materiale illustrativo:
- NOME
- TIPO DI GIOCO
- MATERIALE OCCORRENTE
- SPAZIO (DISEGNO)
- PARTECIPANTI
- REGOLE
II FASE procedurale: svolgimento delle varie fasi del gioco secondo sequenze ordinate (prima e dopo; conclusione; punteggio), possibilmente con frasi brevi ma precise, utilizzando una terminologia specifica, usando il futuro oppure una costruzione passiva con il verbo venire – es. viene messo – e di quella impersonale con la particella pronominale si – es. si fa;
– scrivere il regolamento di un gioco/sport inventato, diverso per ogni gruppo;
– come sopra, ma uguale per tutti; basta dare un titolo: es. Il campionato della zucca più grossa (che tra l’altro esiste davvero) o più veloce;
– riscrivere il Regolamento ufficiale, anche parziale, di un altro gioco a scelta, secondo uno stile personale;
– fare a voce il gioco del facciamo che… – variante della Pallastrada a pp. 258-61-, partendo da una situazione prestabilita: la scuola, la vacanza, altro a scelta.
Per finire, o forse per iniziare da capo, il suggerimento della lettura integrale del romanzo può avere anche altre motivazioni: una delle tendenze nella scrittura di Stefano Benni è appunto quella di entrare nel merito delle diverse tipologie testuali intervenendo con risvolti critici, satirici e umoristici. In questo senso, la lettura de La Compagnia dei Celestini offre lo spunto per considerarne almeno altre due: la fiaba, con la riscrittura crudele del personaggio di Pollicino – che diventa Policinho alle pp. 199-202 – e la cronaca sportiva che compare in diversi capitoli del libro – pp. 218-19; 224-25; 232-34.
Avvertenza: a seconda dei diversi stili di insegnamento e, in parte, anche del gruppo di apprendenti, il percorso dal punto 1 al 2 può essere facilmente ribaltato, cominciando dal punto 2 per andare verso l’1. Quasi sicuramente anche Benni sarebbe d’accordo.
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