I soldi. Gerarchie e stipendi nella scuola italiana
Basta una tabella …
Sono ormai trascorsi oltre otto mesi da quel 24 giugno 2015 in cui la Corte Costituzionale dichiarò «l’illegittimità sopravvenuta del regime di sospensione della contrattazione collettiva» nel pubblico impiego (sentenza n. 178). A seguito di questa sentenza, la legge di stabilità del 2016 ha dovuto prevedere uno specifico finanziamento per il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione ormai scaduti da nove anni: la bellezza di 3,50 € medi mensili per ogni dipendente pubblico in un ipotetico rinnovo contrattuale di cui ancora non c’è alcuna avvisaglia.
È vero, non si vive di solo pane, ma non c’è dubbio che nel nostro sistema economico esiste una stretta correlazione tra il valore di un’attività e la retribuzione che se ne percepisce. I soldi sono anche una cartina di tornasole del prestigio sociale di cui godono le varie categorie di lavoratori.
Qual è allora il valore dell’insegnamento nel nostro paese e cosa è successo in questi anni?
Nel 1992 l’accordo intersindacale, come sappiamo, ha definitivamente abolito l’adeguamento automatico delle retribuzioni al costo della vita (sancendo la fine della vituperata “scala mobile”). Da questa abolizione sono stati esclusi settori importanti della pubblica amministrazione, dai magistrati ai colonnelli e generali, dai professori universitari ai dirigenti della polizia. Agli altri dipendenti erano invece stati promessi aumenti da stabilire tramite la concertazione sindacale.
Quello che invece è successo nel mondo della scuola è sotto gli occhi di tutti. Basta scorrere la seguente tabella.
VARIAZIONI DEL POTERE D’ACQUISTO DEGLI STIPENDI DI ATA, DOCENTI E DIRIGENTI |
|||||
|
d.P.R. 399/19881 in lire |
rivalutazione2 gennaio 2016 – euro |
CCNL + I.V.C.3 euro |
differenza4 euro |
differenza % sul Ccnl |
Coll. scolastico |
24.480.000 |
23.946 |
19.530 |
-4.416 |
-22,6 |
Ass. amm.- tecn. |
27.936.000 |
27.326 |
22.265 |
-5.061 |
-22,7 |
D.s.g.a. |
32.268.000 |
31.564 |
33.104 |
1.540 |
4,7 |
Docente mat.- elem. |
32.268.000 |
31.564 |
27.871 |
-3.693 |
-13,3 |
Doc. diplomato II gr. |
34.008.000 |
33.266 |
27.871 |
-5.395 |
-19,4 |
Docente media |
36.036.000 |
35.249 |
30.353 |
-4.896 |
-16,1 |
Doc. laureato II gr. |
38.184.000 |
37.350 |
31.202 |
-6.148 |
-19,7 |
Dirigente scolastico* |
52.861.000 |
51.707 |
64.534** |
12.827 |
19,9 |
1. Stipendio annuo lordo percepito nel maggio 1990 (arrivo a regime del d.P.R. n. 399/1998), per tutti i profili professionali con 20 anni di anzianità. 2. Rivalutazione monetaria a gennaio 2016 (indice Istat inflazione Famiglie Operai Impiegati-FOI, senza tabacchi) dello stipendio annuo lordo percepito nel maggio 1990. 3. Retribuzione annua lorda prevista dal Ccnl Scuola sottoscritto il 23 gennaio 2009 (stipendio tabellare + Rpd o Cia o Indennità di direzione minima con 100 unità di personale) per le stesse tipologie di personale, incrementata della Indennità di Vacanza Contrattuale percepita dal luglio 2010. 4. Differenza tra la retribuzione annua lorda attualmente percepita e quella del 1990 rivalutata. * Il 1° marzo 2002 è stato sottoscritto il primo Ccnl per l’Area della Dirigenza scolastica che ha totalmente modificato la struttura della retribuzione degli ex presidi che ora è costituita da: stipendio tabellare + posizione parte fissa + posizione parte variabile + retribuzione di risultato + eventuali altri emolumenti. ** Anno 2013, elaborazione Aran, su dati RGS – IGOP aggiornati al 10/3/2015. L’“Operazione Trasparenza” prevede che gli stipendi dei dirigenti siano pubblici, occorre cercare nel curriculum vitae pubblicato in: https://oc4jese1ssl.pubblica.istruzione.it/trasparenzaPubb/ricercacv.do |
… per capire le gerarchie
A fronte di un considerevole aumento dei carichi di lavoro (soprattutto di tipo burocratico) e della contestuale riduzione del personale (soprattutto di quello ATA), sulla scuola italiana è stato evidentemente ridisegnato un nuovo modello gerarchico. La nuova fisionomia la possiamo leggere chiaramente nella diversa distribuzione delle risorse contrattuali destinate agli stipendi.
Con la definizione delle nuove gerarchie disegnate dall’autonomia scolastica, sono state valorizzate le due figure apicali del dirigente scolastico e del direttore dei servizi generali e amministrativi che, uniche nel mondo della scuola, hanno incrementato il loro potere di acquisto. Il d.s.g.a. per circa il 4,7% e il dirigente di quasi il 20%, mentre nello stesso periodo tutti gli altri profili professionali hanno perso dal 13 al 23% rispetto all’indice ISTAT.
Si è quindi allargata la forbice tra i livelli stipendiali di dirigenti e dipendenti. Infatti, mentre nella precedente situazione il rapporto tra la retribuzione annua di un preside e un docente elementare era poco più di 1,6 adesso un dirigente scolastico percepisce mediamente quasi 2,5 volte di più di quello stesso docente. Non dimentichiamo inoltre che nel frattempo è diventato necessario acquisire la laurea per poter insegnare in ogni ordine e grado di scuola e che le condizioni di lavoro sono via via peggiorate, a causa dell’incremento del numero di alunni per classe, della maggiore presenza di situazioni complesse da gestire (senza peraltro aver promosso una seria formazione a supporto dei docenti) e della saturazione delle ore di cattedra nella scuola secondaria. Anche il d.s.g.a., che – giustamente – ha avuto riconosciuto economicamente il proprio nuovo ruolo e il livello della propria formazione universitaria, ha superato come retribuzione quella degli insegnanti.
Sembra dunque che nell’impresa di svalutare progressivamente la funzione didattica della scuola sia stato ascoltato Attilio Oliva, presidente di Treellle, che lamentava una situazione
in cui i docenti di fatto hanno il maggior potere con il collegio dei docenti perché la scuola oggi è didattica, non è altro che didattica, e non ha soldi, non può scegliere gli insegnanti, non può decidere l’organico, cioè non può fare le cose essenziali di una scuola autonoma, per cui si parla solo di didattica e la didattica la fanno i docenti e allora gli altri organi di governo non servono a niente, non serve il consiglio d’istituto e il dirigente serve a poco.
Adesso quel potere, almeno dal punto di vista retributivo, gli insegnanti l’hanno perso e la scuola è sempre meno incentrata sulla didattica. La legge n. 107/2015, la cosiddetta “Buona Scuola”, aggrava ancor di più questa situazione di gerarchizzazione e di delegittimazione della funzione didattica: ogni scuola tenderà sempre di più a conformarsi alla fisionomia voluta dal dirigente scolastico che, anello di una catena di comando che dal MIUR attraverso l’USR adesso arriva fin dentro le nostre aule, assegnerà un premio ai docenti che riterrà “meritevoli”. E così, senza decenti aumenti salariali, gli insegnanti italiani potranno solo attendere la benevola valutazione del proprio dirigente che, come voleva Oliva, finalmente servirà a qualcosa.
Gli insegnanti raramente pongono la questione dei soldi nel loro ambiente lavorativo. In molte occasioni svolgono delle mansioni gratuitamente e raramente protestano per i compensi ridicoli che percepiscono. Si direbbe che ancora partecipano di quell’habitus da intellettuali che Pierre Bourdieu1 descrive come opposto e autonomo rispetto al campo economico. Gli insegnanti conservano, insomma, un decoro ed un’indipendenza dal mondo economico raro in altre categorie di lavoratori. L’indipendenza dalla logica economica è, malgrado tutto, un loro tratto di distinzione. Addirittura, come osserva da tempo Alfie Kohn2, anche pagare in base a un presunto merito è percepito dagli insegnanti come manipolativo e paternalistico. I ricercatori hanno ripetutamente dimostrato che l’uso di incentivi estrinseci spesso riduce la motivazione intrinseca. E perfino sul versante contrattuale da sempre si sollevano dubbi sull’applicazione di questi meccanismi
se cioè il modello aziendale burocratico di carriera, buono per altri e diversi ambiti organizzativi (ove peraltro, va pur detto, non sempre funziona in maniera ottimale), sia senz’altro esportabile con efficacia anche nell’ambito scolastico. In merito è più probabile avere dubbi che certezze, e del resto tutti sappiamo che questa è una discussione da tempo aperta, sulla quale le opinioni anche tra gli specialisti restano divergenti3.
Insomma una riflessione sui soldi e sul loro valore simbolico in ambito scolastico, proprio in considerazione delle molte spinte aziendalistiche che investono i docenti, andrebbe intrapreso. È una questione non solo sindacale, ma complessiva, cioè di ridefinizione del paradigma culturale della scuola italiana.
1P. Bourdieu, Le regole dell’arte. Genesi e struttura del campo letterario, Il Saggiatore, Milano 2005
2A. Kohn, The Folly of the Merit Pay, in Education Week, 17 settembre 2003
3M. Ricciardi,La contrattazione collettiva d’istituto: maneggiare con cura, in Aran Newsletter n. 4-5, luglio/ottobre 2008, pag. 6
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Caporedattore
Roberto Contu
Editore
G.B. Palumbo Editore
dirigente scolastico
Onestà intellettuale e rigore scientifico vogliono che i dati siano impiegati per condurre analisi e trarne ipotesi fondate.
Questo articolo è invece un tipico esempio di come i dati possano essere strumentalizzati a sostegno di una tesi preconcetta, infondata e populistica ovvero che i dirigenti scolastici guadagnano troppo in rapporto al restante personale della scuola. La verità la dice il nostro cedolino mensile. Dopo quasi quarantadue anni di servizio e alle soglie della pensione il netto mensile di un dirigente è ben al di sotto delle 2,5 volte in più dello stipendio di un docente con pari anzianità.
E ancora, come è possibile paragonare stipendi di profili professionali così diversi per carichi di lavoro e responsabilità?
Per favore, meno facile demagogia e più correttezza!
laureato
Le pare possibile fare affermazioni del genere? il docente non ha responsabilità?
Il carico di lavoro di un insegnante è inferiore al suo?
Sono senza parole
Docente
A me pare che l’articolo sia oggettivo ed equilibrato nel fotografare una situazione sempre più grave, almeno per la maggior parte del personale della scuola. Soprattutto i docenti hanno visto peggiorare le proprie condizioni economiche in modo vertiginoso. Altro elemento su cui bisogna riflessione è il trattamento pensionistico: percepito come sempre più povero e sempre più spostato verso i 70 anni, produce un senso di frustrazione e fatalismo che spesso, nei capannelli che si formano in sala insegnanti, si traduce in ironia e umore nero.
Siamo dignitosi ed eleganti, non facciamo mancare il nostro contributo al Paese, ma quanto potrà andare avanti questa pietosa situazione?
Dirigente scolastico
Guardi, le semplifico il compito, che vedo che di tabella in tabella, e di rivalutazione in rivalutazione, sta perdendo un po’ il senso della misura. Un Dirigente scolastico, oggi, guadagna in media 2500 euro nette al mese. Il sottoscritto, come i Dirigenti di tante altre regioni, guadagna 2204 euro nette al mese (frutto della sospensione nella corresponsione di una parte di salario da ben 4 anni, ma non pretendo che lei conosca la vicenda). Lavoro a 60 km da casa (andata e ritorno, rivalutate a prezzi odierni, fanno 120 km al giorno). Mi pago ovviamente benzina e pasti ogni giorno, visto che mangio come tutti ogni giorno, e ogni giorno mangio fuori casa (si lavora di pomeriggio, ovvio). Se sottrae a 2.204 euro nette circa 300 euro per benzina e pasti, ecco che ottiene quello che mi entra nelle tasche davvero. Le cifre che vedo nella tabella (64mila euro lordi? Cioè oltre 40 mila euro netti? Cioè circa 3500 euro netti al mese?) credo appartengano a Dirigenti entrati in ruolo come Presidi (si guadagnava molto di più, quando non si avevano responsabilità paragonabili a quelle di un dirigente scolastico!). Chi è entrato a dirigere scuole negli ultimi 15 anni, dopo l’autonomia, guadagna quello che le ho detto io. Ovviamente il mio cedolino (e se vuole di altre centinaia di colleghi) è a vostra totale disposizione.
dirigente scolastico
concordo con le espressioni di sdegno dei colleghi dirigenti. E’ una vergogna che, alla luce del carico di lavoro che ci stanno attribuendo, delle responsabilità a 360 gradi, delle reggenze retribuite con 300 euro al mese, del fatto che non esistepiù il tempo da dedicare alle esigenze familiari o personali, che non esiste più il riposo della domenica e del fatto che non ci viene pagata una quota dello stipendio, si citino dati vecchi strumentalizzandoli per fare propaganda. Mi meraviglio che una testata seria ed in genere oggettiva, come orizzonte scuola, pubblichi cose tanto inesatte quanto superate. Chediamoci invece dovre andrebbe la scuola se i dirigenti scolastici gettassero la spugna.
Ex dirigente scolastico
Se i dati riportati nella Tabella fossero veri un dirigente scolastico dovrebbe percepire uno stipendio almeno 2,1 volte superioe a quello di un docente di scuola superiore.Di conseguenza dal momento che lo stipendio del suddetto docente si aggira intorno a 1800 € netti, sempre secondo la Tabella un Dirigente Scolastico dovrebbe percepire circa 4.000 € netti al mese. Io sono andato in pensione nel 2012 con 43 anni di servizio 27 dei quali come Preside prima e Dirigente scolastico poi, quindi nelle condizioni più favorevoli secondo quanto già scritto da un collega. Ebbene il mio stipendio netto non è mai, e quando dico mai intendo dire mai, arrivato a €.3000. Quindi smettiamo di mettere in giro notizie false e fuorvianti che hanno come unico scopo quello di minarer i rapporti all’interno delle scuole. Dovreste vergognarvi a dire le bugie.
DSGA
Rimango basita di questa notizia, anche perché a me lo stipendio è diminuito per minori detrazioni da lavoro dipendente. Inoltre il taglio degli organici ata non equivale a minor lavoro, anzi. Concordo con il DS Favero l’articolo è stato scritto per strumentalizzare preconcetti assurdi per cui i DIRIGENTI SCOLASTICI e i DSGA ( che non sono dirigenti infatti il nostro stipendio è ben lontano dal loro), guadagnano montagne di soldi…..
se dovessimo essere pagati effettivamente per le ore che si lavora allora si che si potrebbe dire….montagne di soldi. A casa di sera il sabato, la domenica, quando si è in ferie….chi ha responsabilità e ama il suo lavoro non abbassa la saracinesca una volta usciti da scuola. Io poi sono sposata con un docente responsabile dei corsi serali, la nostra fortuna è lavorare nella stessa scuola così almeno ci vediamo sull’uscio della SCUOLA io esco lui entra, e vedo anche quanta dedizione mette nel suo lavoro, agosto compreso. Credo che in generale tutto il personale sia mal pagato, quello che è sbagliato è che manca la valorizzazione del lavoro delle persone perché DS DSGA docente o ata che sia c’è chi produce e chi no. Quindi è dalla base che le cose devono cambiare. Comunque sta di fatto che Orizzonte scuola ha sbagliato a dire certe cose, forse si vuole fomentare polemiche inutili. A disposizione il mio cedolino e il mio non prendere nulla come compensi accessori ( E POTREI BENISSIMO VISTO CHE CI SONO PROEGTTI FSE ETC) se non indennità di direzione che non tiene assolutamente conto della complessità della mia scuola: diurno serale carcere scuola in ospedale.
ognuno per sé………..
Non capisco perché DS e DSGA se la prendano. La tabella riporta dati verificabili e riscontrabili e la conseguenza che, almeno io, ne traggo è che l’intera scuola è sotto attacco. Se è vero che DS e DSGA percepiscono stipendi molto al di sotto di quanto dovrebbero – e in effetti i nostri Dirigenti sono gli ultimi, quanto a retribuzione, nel pubblico impiego -, che cosa dovremmo dire degli insegnanti? Non giova a nessuno questa stupida guerra tra poveri o quasi poveri e sarebbe il caso che il sindacato dei Presidi, l’ANP, la smettesse di sollecitare un continuo aumento dei poteri discrezionale dei presidi: la scuola non è un luogo di comando ma di coordinamento e di collaborazione. Ma si sa, in Italia, di questi tempi, sono tutti decisionisti e individualisti!
DS
Sono molto stanca di sentire girare tutte queste bufale sul conto dei dirigenti scolastici. Non solo la tabella di confronto non è corretta, ma se anche lo fosse, i redattori si sarebbero dimenticati di inserire il numero di ore lavorate e la quantità di responsabilità in capo ad un DS (e anche a un DSGA).
Vogliamo pensare semplicemente al fatto che vent’anni fa (prima dell’autonomia) il preside non aveva praticamente nessuna delle responsabilità anche penali che noi oggi abbiamo? E che aveva scuole di dimensioni inferiori ad un decimo di quelle di oggi?
Credo che sarebbe ora di cominciare a vergognarsi di attaccare in modo così scorretto una categoria di lavoratori.
“poveri docenti”
Ma sì, facciamo un po’ di polemica tra dipendenti dello stato! I commessi della Camera dei Deputati e Senato della Repubblica e di altre Istituzioni del Paese (non certo per colpa loro) se li rapportiamo alla scuola, sono degli ausiliari – fanno fotocopie, portano l’acqua minerale agli onorevoli, predispongono sedie e microfoni, intervengono durante i litigi dei parlamentari, ecc ecc – e, se interpellati sul loro profilo, parlano di concorsi difficilissimi che richiedono competenze specifiche, alta preparazione culturale, tecnica ecc. E i docenti che vincono concorsi per discipline come le lingue straniere, la fisica, la matematica, il greco antico, latino, chimica,musica italiano, informatica, per non parlare dell’alta competenza didattica richiesta a chi insegna nei gradi primari dell’istruzione…. vado avanti?… cosa fanno? Confrontiamo gli stipendi, anche con quelli dei Dirigenti scolastici, e la voragine si aprirà davanti ai nostri occhi. Si può rispondere che gli insegnanti sono molti e loro un numero irrisorio, ma non è valida come risposta. Invito chiunque lo possa fare a fornire una risposta accettabile. E pensare che scuola regge proprio grazie alla competenza (alta) di quei docenti e dirigenti scolastici ( la maggioranza) che, nonostante la esagerata riduzione di risorse, non demordono perchè non vogliono credere in un paese che sceglie di avere sempre meno scuola.
Risposte
Mi dispiace aver creato tutto questo trambusto e rischiato di gettare discredito sulle testate che hanno avuto la gentilezza e la sensibilità di accogliere o citare questo mio breve scritto. Siti a cui va il mio ringraziamento e le mie scuse per il linguaggio usato – da altri – in alcuni commenti.
Mi dispiace anche che qualcuno abbia potuto pensare (e poi scrivere) di “strumentalizzazioni” (di chi e per cosa?), “demagogia”, “polemica tra dipendenti” o accusarmi di scorrettezza o di dire bugie, senza mai fornire una prova. Eppure la Scuola dovrebbe essere il luogo del libero e aperto confronto delle idee.
Ma mi dispiace soprattutto che i commenti non abbiano mai riguardato – anche criticandolo – quello che considero il senso del mio ragionamento: alla Scuola vengono destinate sempre meno risorse (3.9% del PIL) e quelle relative alle retribuzioni si sono vistosamente spostate soprattutto verso la figura del dirigente scolastico allargando la forbice retributiva nei confronti dei dipendenti e definendo un paradigma in cui la didattica è, evidentemente, sempre meno valorizzata (Oliva docet).
Mi pare una situazione incontrovertibile e sfido chiunque a dimostrare il contrario.
E visto che ci sono aggiungo alcune precisazioni su quanto scritto in diversi commenti:
1. Anche secondo me il taglio degli organici ATA equivale a maggiori carichi di lavoro su un numero ridotto di dipendenti. E la previsione di “dematerializzazione” prevista dalla “Buona scuola” non fa presagire nulla di buono.
2. Sulla scientificità dei dati bisognerà chiedere all’ARAN, piuttosto che gridare allo scandalo o, peggio, accusarmi di falsità. Comunque rimango convinto che siano più attendibili i miei dati rispetto ai casi individuali che i dirigenti portano come esempio.
3. Per di più, non ha senso ragionare sulle cifre moltiplicando gli stipendi dei docenti (per altro sbagliati, si tratta di circa 1.600 € netti) per confrontarli con quelli dei dirigenti e non considerare la progressività delle aliquote Irpef, come fa l’ex dirigente Michele. A cui voglio far notare che una retribuzione lorda annua di 64.534 € corrisponde a poco meno di 3.000 € netti al mese, proprio quanto dichiara di aver percepito come stipendio …
4. Naturalmente, se diversi dirigenti (compreso qualcuno dei commentatori) non dimenticassero di pubblicare – come prevede la legge – la loro retribuzione aggiornata sul portale “Operazione Trasparenza” del MIUR, avremmo tutti molto meno dubbi.
Infine, mi dispiace che si siano scomodati anche gli amici dell’Anief che, nel contraddire il mio risultato, da un lato sottovalutano l’entità della Retribuzione Individuale di Anzianità e dall’altro però sono costretti ad ammettere che “quattro anni fa la retribuzione media era più alta, si avvicinava quasi alle cifre indicate dalla carta stampata in questi ultimi giorni”, cioè alle cifre che leggete nel mio articolo. Ad maiora
Se bastasse una tabella
Gentile prof. Alliata,
il problema non è che nessuno abbia notato il senso profondo del suo intervento: sottolineare come, attraverso i soldi, si siano ridisegnate le gerarchie all’interno di una scuola alla quale vengono da anni tagliati fondi. Questo assunto, se proprio vogliamo essere marxisti fino in fondo e, quindi, confrontarci con i dati del reale per farne emergere le contraddizioni, è semplicemente fondato su un postulato sbagliato: i dirigenti scolastici guadagnano poco (non tanto) e guadagnano meno di prima (non più).
Per venirle incontro, se io guadagnassi davvero oltre 3mila euro al mese, sarei d’accordo con tutta la sua analisi 🙂
Il problema della sua analisi è che si fonda su un dato sbagliato, e su quello costruisce una teoria. Più scientifico di un cedolino, davvero non saprei cosa proporle, visto che i contratti dell’AREA V, quella della Dirigenza scolastica, sono contratti nazionali, e la differenza tra una regione e l’altra in fatto di retribuzioni Dirigenti è determinata in piccola parte da come ogni contrattazione decentrata (a livello regionale) remuneri le differenti fasce di complessità degli istituti, ma all’interno di parametri di calcolo e quote assegnata a livello nazionale. Un Dirigente scolastico, oggi, essendo in gran parte persone che stanno nella scuola con una anzianità di servizio di 15/20 anni minimo, e nella stragrande maggioranza sono sopra i 25 anni di servizio, prende non tanto di più di un docente che sia arrivato, appunto, alla soglia dei 25/30 anni di servizio: siamo all’incirca a 2500 euro contro 1700/1800. Ed inoltre le segnalo un dato secondo me più interessante, se proprio vuole ri-provare a costruire una analisi “evidence based” sulla scuola: un dirigente scolastico oggi governa con pochissime forze delle piccole medie aziende, con responsabilità enormi e compensi ridicoli. Il sottoscritto, come la quasi totalità dei Dirigenti scolastici dopo anni di razionalizzazione della rete scolastica e accorpamenti tra istituti in ottemperanza al mantra del contenimento della spesa pubblica, “dirige” con responsabilità del privato datore di lavoro circa 230 dipendenti (tra docenti e ATA), mette la firma sui loro contratti e su un programma annuale (il bilancio) che arriva a circa 900mila euro l’anno, è responsabile della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro per oltre 1100 alunni divisi in 60 classi e tre differenti plessi, e tra le pieghe di tutto ciò ha anche il compito di garantire al meglio il diritto allo studio (e la libertà di insegnamento). Ci sono Dirigenti di Istituti Comprensivi che hanno 1500 alunni divisi in 10/15 plessi appartenenti a 3/4 comuni diversi: qualcuno si rende conto di cosa ciò significhi? Siamo piccole/medie aziende, ormai, e ci gestiamo con un Dirigente scolastico, 7/8 applicati di segreteria in gran parte diplomati o nemmeno, una manciata di “bidelli” (collaboratori scolastici). La scuola, dal punto di vista gestionale, vive una crisi verticale di cui pochi si accorgono, e continuare a dire che i presidi sono sceriffi, che se ci sono soldi nella scuola sono nelle tasche dei Dirigenti è non solo una cosa non vera (che non chiamerò bugia solo perché faccio salva la buona fede di chi la scrive), ma una cosa che distorce qualsiasi possibile analisi utile ad affrontare il problema. Poi possiamo divertirci ad immaginare cosa serva alla scuola, e quali siano le possibili riforme utili. Ma intanto partiamo dai dati: i cedolini di docenti e dirigenti mostrano la stessa triste storia e la stessa triste caratterizzazione. Pochi soldi per quello che siamo chiamati, ciascuno nel proprio ruolo, a fare.
dirigente scolastico
mi dia la sua mail che le invio i miei cud ed i miei cedolini che riportano sostanzialmente una somma ridicola e che è uguale a quella che percepivo nel 2006 .
Magari
Il mio stipendio da docente di primaria, non si avvicina minimamente alle cifre di cui in tabella.
Ci ritroviamo a fare un bel lavoro con passione e dedizione e con tutto il peso che chiunque: genitori, psicologi e specialisti vari ci hanno scaricato addosso lasciandoci sempre più soli a doverli risolvere e senza averne titolo!
Il sostegno è un miraggio ormai!
Le classi sempre più numerose, i bambini con sempre più problemi, nessuna ora seria di compresenza e ti ritrovi a differenziare, personalizzare, fare la psicologa, la logopedista e quant’altro per questi cuccioli.
Risultato? Tu non vivi più la tua vita personale e familiare, stai sui libri, sul pc a casa, fai ore e ore di formazione all’anno.
Tralasciando la gratificazione economica, dov’e’ quella sociale?
Siamo considerati delle sanguisughe dello Stato, abbiamo uno stipendio eccessivo e lavoriamo poco!!!
È’ vero che ci sono i furbetti, ma questi in ogni dove! È questione di coscienza, ma ce ne sono meno che altrove, perché davanti abbiamo innocenti.
Spero che il mio contributo alla discussione sia motivo di riflessione costruttiva.
aumenti 2017
non mi sembra che l’analisi condotta dal bravo ALLIATA, a cui vanno i miei complimenti, rappresenti un attacco ai D.S e ai DSGA essendosi lo stesso limitato a commentare dati oggettivi e facilmente riscontavili. Se costoro ritengono sbagliati i calcoli evidenziati non devono far altro che fornire quelli esatti.
Che dire poi dell’ipotesi del rinnovo del contratto? Dalle ultime notizie sembrerebbe che ai docenti dovrebbero andare circa 85 euro mensili (euro 1.105 annui lordo stato corrispondenti a circa 520,00 euro netti) che rappresentano appena il 15-20% della perdita del potere di acquisto tra la retribuzione attualmente percepita e quella del 1990 rivalutata.
Per il rinnovo dei contratti dei D.S. sono stati invece stanziati 80 milioni di euro che divisi per i circa 8.000 dirigenti in servizio rappresenta un aumento medio di 10.000 euro annui ciascuno. Una bella differenza.
Non voglio certo fare una lotta tra poveri ma ritengo che se le risorse sono poche queste vadano correttamente distribuite evitando di umiliare gli insegnanti con briciole elettorali.