Risposta a Goussot sulla proposta di legge FISH-FAND
Ho letto con interesse l’intervento del prof. Goussot dal titolo “A proposito della riforma dell’insegnamento di sostegno” che, pur essendo di ampio respiro, accenna anche alla proposta di legge FISH-FAND contenuta nell’Atto Camera n. 2444.
Dal momento che il prof. Goussot giustamente stigmatizza la tendenza a “medicalizzare” il ruolo degli insegnanti specializzati per le attività di sostegno didattico, essendo io stato uno degli estensori di tale proposta di legge, anche nella versione aggiornata che si rinviene sul sito www.fishonlus.it/files/2014/10/PDL_FISH_FAND_inclusione_scolastica.pdf, desidero fugare ogni preoccupazione circa la presenza di tale “medicalizzazione” nella PdL FISH- FAND.
Concordo con il prof. Goussot circa le 10 criticità sulla attuale prassi dell’inclusione scolastica in Italia ed infatti la nostra PdL tende a superarle con:
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obbligo di formazione iniziale di tutti i docenti curricolari, anche delle scuole secondarie, con almeno 30 crediti dedicati alle didattiche inclusive.
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Obbligo di aggiornamento in servizio per docenti curricolari e specializzati sui problemi educativi degli alunni che di anno in anno si troveranno in classe e sulle specifiche strategie didattiche inclusive da approntare.
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Obbligo di programmazione congiunta periodica, anche per i docenti di scuola secondaria, sui PEI dei singoli alunni con disabilità da nella logica inclusiva nella classe.
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Obbligo di presa in carico primaria dei progetti inclusivi da parte dei docenti curricolari, “sostenuti” dai docenti specializzati evitando così le attuali deleghe a questi ultimi.
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Istituzione di appositi ruoli per il sostegno per ciascun ordine e grado di scuola nei quali si inseriranno gli attuali docenti specializzati che lo richiedano e i futuri docenti che verranno specializzati secondo un nuovo curriculum di studi e dai quali si potrà uscire solo per passaggio di cattedra, sempre che gli interessati abbiano acquisito l’abilitazione all’insegnamento di quelle discipline; ciò al fine di garantire continuità didattica agli alunni con disabilità che sarà facilitata dall’istituzione di organici di sostegno a livelli di reti di scuole.
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L’accesso alla specializzazione avviene dopo un triennio di laurea in scienze della formazione seguito da un biennio di nuova specializzazione sulle didattiche inclusive e da un anno di abilitazione con tirocinio, sempre sulle attività didattiche di sostegno.
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Ciò comporta una scelta professionale specifica esclusivamente sul sostegno e non, come oggi avviene, prima su una disciplina e poi sul sostegno.
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La formazione sulle didattiche inclusive si in sede di formazione iniziale e di specializzazione, che in sede di aggiornamento obbligatorio in servizio, non riguarda le singole patologie, bensì la capacità di conoscere, attraverso il profilo di funzionamento dell’ICF, i bisogni educativi specifici conseguenti alle diverse disabilità e la formazione sulle strategie e didattiche per sodisfare tale bisogni educativi (brille per i ciechi, comunicazione linguistica per i sordi oralisti, LIS per i sordi segnanti, comunicazione aumentativa alternativa per alunni con grave ritardo mentale, metodo ABA o altre modalità comunicative pere alunni con autismo ecc.).
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Controllo obbligatorio del MIUR sulla gestione dei corsi di specializzazione, anche con interventi repressivi laddove vengano violate le norme ministeriali relative all’autorizzazione e alla gestione di detti corsi.
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Formulazione di indicatori strutturali, di processo e di esito sia di carattere pedagogico didattico che di carattere giuridico, per valutare la qualità dell’inclusione realizzata nelle singole classi e nelle singole scuole.
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Per le supplenze incarico non più annuale ma per la durata di un ciclo di studi o comunque pluriennale, sempre al fine di garantire una maggiore continuità didattica.
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Altri aspetti meno impegnativi come: l’obbligo di conciliazione tra famiglia ed amministrazione scolastica prima che questa si rivolga ai tribunali; riformulazione dei GLIP in CTS e costituzione di gruppi di lavoro inter-istituzionali regionali o a livello di ambito di reti di scuole.
Spero che con queste precisazioni nessuno possa a buon ragione sostenere che la nostra proposta di legge tende a creare insegnanti per il sostegno di impostazione sanitaria o genericamente assistenziale.
Spero che il prof. Goussot ed altri docenti di pedagogia ci diano dei suggerimenti per la formulazione dei contenuti relativi ai 30 crediti di formazione iniziale per tutti i docenti, ai nuovi corsi di specializzazione della durata complessiva di sei anni ed ai corsi di aggiornamento obbligatori in servizio.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti e porgo cordiali saluti.
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