Professori sotto l’ombrellone. Consigli di lettura per chi progetta d’estate
LN sta per andare in vacanza. Oggi e lunedì prossimo saluteremo i nostri lettori con alcune letture consigliate per l’estate: oggi con letture per giovani adulti da riutilizzare a scuola, lunedì prossimo suggerendo alcuni libri ai nostri lettori, insegnanti e non. Mercoledì e venerdì di questa settimana la programmazione continua normalmente. Dal 1 agosto ripubblicheremo alcuni articoli di quest’anno per chi volesse rileggerli o per chi li avesse persi. Un anticipo di buone vacanze a tutti e tutte!
Ciò che siamo si rivela subito il primo giorno di scuola, quando di fronte ai bambini devi decidere come impostare il tuo lavoro: per asservire o per liberare. Da questa scelta deriva tutto il resto. Anche la tua dimensione umana.
Mario Lodi, Il paese sbagliato.
A dire il vero non sono sotto l’ombrellone e il mare è decisamente distante da qui, però è luglio e sono finalmente in vacanze: quel tempo vacuum che dedico anche allo studio e alla progettazione dei percorsi da fare in classe.
In questi mesi studio e leggo i libri che affronterò con i ragazzi: alcuni passano direttamente dal mio comodino alla biblioteca di classe, altri saranno protagonisti delle nostre letture ad alta voce e del lavoro ermeneutico in classe. Leggo molti romanzi e racconti di narrativa per ragazzi e young adult, affidandomi ai suggerimenti della mia libraia, alle recensioni on line di siti affidabili (http://gallinevolanti.com e http://www.qualcunoconcuicorrere.org), al passaparola tra docenti. Non si può chiedere ai ragazzi di leggere senza conoscere i loro gusti e le caratteristiche che hanno i loro libri: essere educatori alla lettura è affare serio e va costruito nel tempo. Tanto ci preoccupiamo di educare i ragazzi alla lettura, tanto dobbiamo impegnarci a costruire il nostro ruolo di educatori alla lettura, perché leggere non è un imperativo biologico, si impara e, per far ciò, c’è bisogno di adulti che guidino. Mi stupisce da sempre il fatto che né nel percorso universitario, né in quello di formazione per insegnanti siano previsti corsi sulla letteratura per l’infanzia e l’adolescenza, così, per alcuni docenti, consigliare libri agli studenti del mio ordine di scuola significa Piccole donne, Il richiamo della foresta, i ragazzi della via Pal: i libri delle loro letture da bambini insomma. Ogni anno sperimento lo stupore dei ragazzi quando consiglio i libri: “Prof, ma lo ha letto anche lei? Le è piaciuto?”, siamo gli adulti di riferimento e per loro è importante sapere che non disprezziamo né giudichiamo a priori i loro libri, ma che da lì partiamo per costruire i “lettori per la vita”.
I libri per ragazzi hanno alcune caratteristiche essenziali: l’epicità, la narrazione veloce e la presenza di personaggi con cui è facile l’identificazione, il che va tenuto presente anche quando dobbiamo scegliere opere letterarie; così per un ragazzo della scuola secondaria di primo grado, è più facile identificarsi in Renzo che va a Milano (soprattutto se si viene dalla periferia di Como) che nei drammi psicologici di Zeno Cosini.
Ma veniamo ora a quali libri consiglierei per docenti che hanno già la testa nel primo giorno di scuola, che vogliono impostare il loro lavoro per liberare, come direbbe Mario Lodi. E a proposito di Mario Lodi: chiunque voglia insegnare dovrebbe leggere Cipì, il romanzo che il maestro scrisse insieme ai suoi allievi e che mostra come dovrebbero essere considerati i bambini, né adulti in miniatura, né esseri informi, ma persone. E’ un libro che affronta interrogativi irrisolti, duri, senza la necessità primaria di educare e insegnare e, forse proprio per quello, ci riesce.
Libri per parlare di sé e (forse) conoscersi un po’ meglio
Ci sono due libri, appena usciti, che sono accumunati da uno stile ironico e sferzante, in poche pagine affrontano la quotidianità della crescita, senza retorica e frasi ampollose, vanno dritti al punto: La mia famiglia e altri disastri storie di Luca e Sara, di Bernard Friot (il Castoro) e La poesia sei tu di Guus Kuijer (Feltrinelli Kids.)
Crescere è faticoso, per niente epico e uno ne farebbe volentieri a meno, per lo meno fino a quando ci sta in mezzo.
Le storie di Friot sono brevi e mostrano cosa significhi essere un adolescente e vivere con un adolescente: un alieno per casa potremmo dire, crudele e pungente. Vi basti la conclusione del racconto Non me ne frega niente:
Ma io un giorno dirò loro [ai genitori]
“Vi devo parlare. Me ne vado. Molto lontano, e non vi dico dove. E quando ritornerò, sarete vecchi, molto vecchi. Tu sarai completamente calvo, papà, piccolo e magro, e tu, mamma, enorme piena di rughe e reumatismi. Io sarò bella, ricca e famosa. Vi metterò in casa di riposo e, quando sarete morti, vi verrò a trovare al cimitero. Metterò un cactus sulla vostra tomba, uno grosso, pieno di spine.”
E poi sbatterò la porta. Sbam! Farò tremare i muri.
E quando sarò fuori, dirò a voce bassissima, o fortissima, non lo so:
“Mamma, papà, vi voglio bene”
Nel libro La poesia sei tu, Polleke, la protagonista della saga di Kuijer ha, ormai, tredici anni e si trova ad affrontare la morte del nonno, il suo corpo che cambia, l’amore, l’amicizia e due genitori sui generis, tutti troppo occupati nelle loro faccende personali per accorgersi di lei che intanto così poesie e li giudica:
“Stanotte mia madre piangeva
E io non sapevo perché
Con la pelle d’oca, al buio
Me ne stavo in corridoio.
Una voce di uomo sentivo
Brontolare,
da lei non potevo andare.
Non era sola
Io invece sì.”
C’è poi un libro molto interessante, il primo in cui i protagonisti frequentano la scuola secondaria di primo grado e affrontano realmente la vita in una scuola media italiana, si tratta de Il mistero di Vera C, scritto da Stefania Gatti (Piemme). Questo è il libro che leggerò ad alta voce al ritorno in classe in terza, perché ciò che capita alla protagonista (non essere compresa, il bullismo e il cyber bullismo, l’amicizia tradita e il coraggio, l’incontro e le farfalle nello stomaco) è vita di tutti i giorni in classe.
Due libri d’avventura e una biografia sui generis
Credo che il più straordinario libro d’avventura quest’anno lo abbia scritto Davide Morosinotto e si chiama La sfolgorante luce di due stelle rosse, (Mondadori). Ho apprezzato la qualità della scrittura, l’accurata ricostruzione storica e le scelte grafiche. Racconta la storia di due gemelli Viktor e Nadya durante l’assedio di Stalingrado, è un romanzo d’amore, d’avventura, di storia, di guerra e di terrore. Insomma, è una piccola storia dentro la Grande storia del mondo. E’ un libro che si guarda, perché ci sono colori diversi, foto, disegni, immagini: non c’è un narratore, ci sono tre taccuini e un ufficiale dei servizi segreti. Non da ultimo è un romanzo che, letteralmente, si beve, parola dei 17 ragazzi su 25 che l’hanno letto nella mia classe.
Non so se Continua a camminare di Gabriele Clima (Feltrinelli) possa essere definito un libro d’avventura, certo è la storia di due ragazzi che vivono la guerra e da questa fuggono e ne sono risucchiati. Il romanzo è costruito sulle due voci narranti e sui paralleli percorsi di emancipazione e libertà che vivono i ragazzi. L’ho usato come testo di lettura ad alta voce per il percorso sulle migrazioni in seconda, mentre quest’anno, sullo stesso tema, leggerò lo straordinario romanzo di Catozzella Non dirmi che hai paura (Feltrinelli).
In fondo a questa sezione ho lasciato un libro complesso, da lettori forti, ma il più bello che ho letto quest’anno: un libro adulto, dalla scrittura matura, una biografia sui generis, In attesa di un sole di Benedetta Bonfiglioli (Mondadori).
Solitamente i libri per ragazzi, oggi, vanno veloci come treni: azione stile paratattico, descrizioni ridotte all’osso, dialoghi serrati. Questo libro parte lento lento, una lentezza estenuante, che poi ho capito essere mimesi della protagonista, Emily Dickinson: tanto lei è insicura e all’inizio distaccata, tanto il ritmo è rarefatto e quasi diafano, per poi diventare incalzante e vivo mano mano che lei prende coscienza di chi sia, di come si ami e del suo corpo. Colpisce la ricerca lessicale e lo stile: l’autrice inventa una forma nuova di prosimetron. Il monologo interiore, i pensieri più intimi, la conoscenza di sé sono affidati alla poesia, una parapoesia ricostruita dalla Bonfiglioli, che parte proprio dallo stile della grande poetessa. Ma non c’è solo Emily dentro, ci sono altre opere e suggestioni letterarie, una su tutte La pioggia nel pineto di D’Annunzio che qui diventa quasi colonna sonora dell’incontro, della scoperta di sé.
Inoltre accurata e precisa è la ricostruzione del mondo in cui vive Emily, che vediamo attraverso le relazioni tra i personaggi: segregazione razziale, puritanesimo, ipocrisia, mentalità borghese, condizione femminile.
I cattivi sono eccessivi e brutali, come sanno essere solo nei libri per ragazzi: perversi, sadici ed estremi. Ma sono convinti di fare il bene, di salvare le anime, come spesso succede, il che ce li rende ancora più odiosi.
E’ un libro scritto non per i ragazzi ma ai ragazzi, un libro che spiega come la poesia salvi la vita, creandone altre e permettendoci di vedere oltre.
Un libro che ci restituisce una poetessa che ha molto vissuto, molto amato e molto compreso.
E mi sembra molto interessante la recensione che mi ha mandato Margherita (seconda media) in piattaforma:
È uno dei libri migliori per ragazzi/adulti che io abbia mai letto. Non solo per la scrittura, da maestri, ma anche per il coraggio di affrontare argomenti come la schiavitù, il razzismo e le differenze sociali. Ma soprattutto per aver immaginato così in grande quella che potrebbe essere stata una parte della vita di Emily Dickinson. Ammiro la scrittrice per aver intrecciato l’amore di Emily per la poesia con l’amore verso un’altra persona e per essere riuscita a farmi commuovere con la sua fine allo stesso tempo distaccata e travolgente. Dopo aver letto questo libro il mio interesse per Emily Dickinson è aumentato ed ho ricominciato a leggere le sue poesie.
E dopo?
E a questo punto? Che si fa dopo aver letto? Io di solito mi domando come posso usare questo libro: quali attività possano essere costruite in classe qualora decida di leggerlo ad alta voce o a quali lettori e con quale strumento possa suggerirlo, quando si tratta di libri per la biblioteca di classe. E da lì parto a sviluppare il percorso: dando grande spazio sia a cosa viene raccontato sia a come viene raccontato. Molte parti del libro possono diventare, opportunamente individuate, testi mentori per illustrare una tecnica di scrittura, una scelta narratologica e stilistica. Non ho volutamente inserito indicazioni sulla classe e sulla tipologia di lettori perché ciascuno di noi ha una classe diversa e qui si tratta, in primis, di crearsi una personale biblioteca per ragazzi, un repertorio di testi.
E la letteratura? E i testi di studio?
Non conosco libri sulla didattica della letteratura alle medie, ma continuo a studiare e a tradurre e declinare il sapere alto per i miei ragazzi, utilizzando saggi classici e non.
Per epica molto interessanti questi tre volumi, grazie ai quali si possono individuare dei percorsi sulla costruzione dell’eroe, rispettosi della tradizione classica e del testo Omerico:
Bettini- Brillante, Il mito di Elena, racconti dalla Grecia a oggi, Einaudi
Giorgio Ieranò, Eroi. Le grandi saghe della mitologia greca, Sonzogno
Giorgio Ieranò, Gli eroi della guerra di Troia, Sonzogno
Su Dante e la Commedia (percorso che mi occupa interamente il secondo anno), ho letto quest’anno un testo molto interessante Emilio Pasquini Il viaggio di Dante, storia illustrata della commedia Carocci editore. Pasquini racconta la Commedia a partire dalle miniature dei manoscritti, che è poi quello che io faccio in classe, attingendo anche alle risorse di Commedia in HD su Youtube.
E in ultimo, un classico dei classici: L’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino, che non è un saggio, è vero, ma è come se lo fosse.
Concludendo
La lettura è necessaria ed è il principale strumento per il docente di lettere. Una lettura che, per rispetto dell’artigianalità del nostro lavoro e per la missione che abbiamo con i ragazzi, deve essere rivolta davvero a 360 gradi: leggere per nutrire la nostra passione per la letteratura, leggere per avvicinarci ai ragazzi (e perché no anche mostrare loro perché certi libri siano poca cosa), leggere per educare a leggere.
Buona estate tra libri per ragazzi e libri per noi (ma in fondo non si tratta della stessa cosa?).
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