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diretto da Romano Luperini

Piccolo breviario per interrogazioni brevi ma efficaci

di Emanuela Bandini

Qualunque insegnante, in alcuni momenti dell’anno, ha la necessità di tastare  rapidamente il polso della classe o di valutare tutti gli studenti sugli stessi contenuti, ritenuti particolarmente importanti e fondamentali per la prosecuzione del lavoro. Inoltre, nelle classi numerose, non è facile trovare il tempo per le verifiche orali, che spesso vengono sostituite da prove scritte di diverso tipo, più o meno strutturate, che sicuramente rispondono al bisogno immediato di dare una valutazione, ma hanno due conseguenze negative: da una parte, costituiscono un notevole aggravio di lavoro domestico per i docenti, dall’altra, riducono ulteriormente lo spazio per l’esercizio delle abilità di esposizione orale degli studenti.

Per questi motivi, ho elaborato un metodo per interrogare velocemente che uso, con buoni risultati, da qualche anno (in particolare nel biennio, per storia antica e grammatica latina) e che esporrò qui di seguito.

1. Preparare l’interrogazione

Solitamente, divido i contenuti su cui voglio sentire tutta la classe in tre grandi blocchi, per esempio:

  • Grammatica latina: 1) I declinazione; 2) II declinazione; 3) indicativo presente delle 4 coniugazioni regolari.
  • Storia romana delle origini: 1) fondazione della città e periodo monarchico; 2) famiglia, società e religione; 3) le istituzioni politiche repubblicane.

Per ogni blocco di contenuti stilo una lista di domande che prevedano una risposta breve e abbastanza concisa: la definizione di un termine, le cause o conseguenze di un evento, il ruolo di un personaggio, le caratteristiche di una certa istituzione religiosa, politica o sociale…

Per maggiore chiarezza, esemplifico di seguito alcune domande dell’interrogazione di storia romana, volte a verificare sia la conoscenza di alcuni eventi fondamentali sia, soprattutto, quella di istituzioni sociali, culturali e politiche che poi verranno continuamente riprese nel corso dello svolgimento della programmazione:

  1. Fondazione della città e periodo monarchico: quali caratteristiche rendono favorevole alla fondazione il sito su cui sorgerà Roma; qual è il ruolo dei re etruschi nello sviluppo della città; che cos’è il Foedus Cassianum e quali sono le sue conseguenze.
  2. Famiglia, società e religione: chi è il pater familias e quali sono le sue prerogative; che cos’è il rapporto di clientela; che cosa si intende per pax deorum.
  3. Le istituzioni politiche repubblicane: che cos’è l’imperium; quali sono le quattro caratteristiche fondamentali delle magistrature romane; che cos’è il principio della concordia ordinum.

Se possibile, cerco di fare in modo che le domande di ogni blocco siano almeno la metà rispetto al numero di studenti della classe, così da non ripetere più di due volte la stessa domanda durante il giro delle interrogazioni.

Per comodità, preparo due tabelle: una, a tre colonne, con le domande per ciascun blocco, che spunterò man mano durante l’interrogazione; un’altra, a cinque colonne, con l’elenco dei nomi della classe, le tre colonne per i blocchi di argomenti su cui segnerò, mano a mano, le domande fatte con la rispettiva valutazione e la colonna della valutazione sommativa (vedasi immagine).

Questo lavoro preliminare mi consente di mettere a fuoco con chiarezza i contenuti su cui voglio che la classe sia pronta, e di ottimizzare i tempi in classe; ovviamente, se lo si desidera o lo si ritiene efficace, si può condividere preventivamente con la classe la lista delle domande (non è mia abitudine farlo, ma in determinati contesti e circostanze può essere utile).

In ogni modo, la classe deve essere informata con chiarezza sugli argomenti su cui verrà verificata (qual è il macro-argomento e in quali blocchi verrà diviso) e sul modo in cui si procederà (quante domande a testa verranno fatte, in quante lezioni…).

2. Come procedere

In classe, a ogni studente farò una domanda per ciascun blocco di argomenti, così da verificare il macroargomento nel suo complesso.

Per praticità e per amor di varietas, non faccio mai tutte le domande del primo blocco a tutta la classe, poi quelle del secondo blocco, ecc… ma procedo in questo modo: allo studente 1 una domanda del blocco 1; allo studente 2 una domanda del blocco 2; allo studente 3 una domanda del blocco 3; e poi  ricomincio: allo studente 4 una domanda del blocco 1; allo studente 5 una domanda del blocco 2 …e così via, fino alla fine del primo giro.

A seconda del numero dei componenti della classe, in un’ora riesco a fare un giro di domande completo (se la classe è composta da 26-28 studenti) o un giro e mezzo (se la classe da 20 studenti o meno): in questo modo, l’interrogazione completa si chiude in 2 o 3 ore al massimo, a seconda della numerosità della classe.

L’esperienza mi ha insegnato però a non esaurire tutte le domande dei tre blocchi in un’unica lezione di 2 o 3 ore, ma a distribuire i tre giri su due o tre lezioni, in giorni diversi: in questo modo, se uno studente ha risposto male ad una domanda di un blocco, ha il tempo per ripassare e recuperare con le domande sugli altri due blocchi (di cui conosce i contenuti). Ciò non solo aiuta a relativizzare la delusione per una domanda a cui si è risposto male, ma costituisce un’ottima motivazione per un ripasso mirato, dal momento che lo studente sa che dovrà rivedere con attenzione solo gli argomenti dei blocchi su cui non è ancora stato sentito.

3. Come valutare

Ad ogni risposta assegno un punteggio da 1 a 5, secondo la seguente griglia (condivisa con la classe):

1 = Non risponde;

2 = Risponde in modo errato/con errori concettuali evidenti, la risposta è frammentaria;

3 = Risponde in modo semplice ma sostanzialmente corretto, ha colto il nucleo concettuale;

4 = Risponde in modo corretto, anche se con qualche lieve mancanza;

5 = Risponde in modo preciso e corretto, usando il lessico specifico.

Nell’interrogazione di grammatica latina concorrono alla valutazione anche la velocità e la sicurezza nella risposta (ad esempio, per differenziare tra il punteggio 4 e 5). Talvolta, se necessario, uso anche i mezzi punti (2,5; 3,5…).

Alla fine di tutti e tre i giri è sufficiente fare la media e moltiplicarla per due per ottenere il voto in decimi da mettere a registro.

4. Alcune considerazioni finali

Nulla vieta di aumentare il numero dei blocchi di domande e farli diventare quattro o cinque: ovviamente, ciò va a discapito della rapidità dell’operazione complessiva, anche se per alcuni particolari contenuti disciplinari (ad esempio, la grammatica latina) può effettivamente concorrere ad una valutazione più ampia e significativa.

È chiaro che questo tipo di prova orale valuta conoscenze e competenze diverse da quelle solitamente valutate in un’interrogazione tradizionale o in una verifica a domande aperte: non si chiede rielaborazione dei concetti e non si valuta l’organizzazione dell’esposizione, perché le risposte sono brevi, né la capacità di istituire collegamenti (anche se, in realtà, spesso, si capisce quando uno studente è in grado di ampliare la propria risposta oltre i limiti della domanda che gli è stata posta – in questi casi, di solito, attribuisco il punteggio massimo). Al contrario, queste interrogazioni brevi consentono di verificare in modo chiaro l’acquisizione di conoscenze e concetti fondamentali, la conoscenza del lessico specifico della disciplina e il rigore nello studio: sono apprezzate, infatti, da molti studenti che, pur lavorando con impegno, nelle interrogazioni più ampie e distese (o nelle verifiche scritte) sono penalizzati da difficoltà espositive e nell’organizzazione del discorso.

Come ho detto, utilizzo questa tipologia di interrogazione al biennio, per storia e grammatica latina, e non l’ho mai sperimentata, ad esempio, per gli orali di italiano, nei quali preferisco sempre partire dai testi – anche se potrebbe utile per verificare alcuni elementi di conoscenze di base (penso, ad esempio, a tutta la parte relativa alla poesia delle origini, ai generi della letteratura medievale, ecc…); in ogni caso, ritengo che questa modalità di verifica vada alternata ad altre (interrogazione tradizionale, verifica a domande aperte, verifica strutturata, lavoro di ricerca ed esposizione individuale), così da dare a tutti gli studenti la possibilità di esprimersi al meglio, dal momento che, indipendentemente dal tipo di verifica scelto, qualunque tipo di prova valuta non solo il possesso di determinate conoscenze e competenze disciplinari, ma anche quello di abilità trasversali necessarie per far fronte alla prova stessa.

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