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diretto da Romano Luperini

Alcune poesie di Nanni Balestrini

È recentemente uscito per DeriveApprodi Come si agisce e altri procedimenti, il primo volume delle poesie complete di Nanni Balestrini. Le poesie raccolte, che risalgono a un arco temporale che va dal 1954 al 1969, sono anticipate da un’Introduzione di Niva Lorenzini e seguite dallo scritto di Nanni Balestrini Linguaggio e opposizione (dall’antologia I Novissimi a cura di Alfredo Giuliani, 1961 ), da un’Antologia della critica a cura di Antonio Loreto e dal saggio Il senso appeso. Balestrini, poesie che si vedono di Andrea Cortellessa. Proponiamo di seguito una scelta di poesie.

da Corpi in moto e corpi in equilibrio

I

Avremmo potuto farne a meno

gli alberi fanno troppo rumore,

ma cosa ci stanno a fare

i cavalli, ciascuno per suo conto

avremmo finito per perderci,

fare ritorno, fare

tutto quello che vuoi, certe

volte gli alberi riescono

a crescere in direzione del cielo

aspirando l’esplosione dell’istante

inatteso, aspettando che finisca

di piovere, ispirati dall’istinto

correndo da una parte all’altra

ispidi, istigati dall’isteria,

il cuore pieno di bottoni,

le dita immerse, anguiformi,

com’erano belle dalla barca,

soffiamoci sopra, fine.

*

da Frammenti del sasso appeso

C1

                                      là seduto schivando

         Il filo a piombo dell’età schizofrenica

(in fretta fino al collo l’impermeabile proseguendo impotente

la folla crepitava adagio una

dopo l’altra sui moli massacra e paziente onde lentamente)

                                                    qui in basso leggendo

         il suo trucco era un garbo del cuore

*

da Continua

Tipe Mark I*

Testa premuta sulla spalla, trenta volte

più luminoso del sole io contemplo il loro ritorno,

finché non mosse le dita lentamente e mentre la moltitudine

delle cose accade, alla sommità della nuvola

esse tornano tutte alla loro radice e assumono

la ben nota forma di fungo cercando di afferrare.

I capelli tra le labbra, esse tornano tutte

alla loro radice, nell’accecante globo di fuoco

contemplo il loro ritorno, finché non muove le dita

lentamente, e malgrado che le cose fioriscano

assume la ben nota forma di fungo cercando

di afferrare mentre la moltitudine delle cose accade.

Nell’accecante globo di fuoco io contemplo

loro ritorno quando raggiunge la stratosfera mentre la moltitudine

delle cose accade, la testa premuta

sulla spalla, trenta volte più luminose del sole

esse tornano tutte alla loro radice, i capelli

tra le labbra assumono la ben nota forma di fungo.

(* Poesia combinatoria composta con l’ausilio di un calcolatore elettronico.)

*

da Classificazioni

H6

             il camuffamento è                                                    per questa spettatrice

            ogni amore è           cinematografico per eccellenza

questo argomento è       imparziale e generosa                     per un’illusione volontaria

una costruzione verbale    da cui la vita

            una storia voluta                           li faceva volare per aria

         un altro libro            in cui soffiando             diventa figura

*

da Ricorso

XI

 

Brevi isole

senza considerare il

nello spazio vissuto

la distanza dal suolo

la visione è imperfetta

*

da Ma noi facciamone un’altra

4. Ma noi

I.1

non la riproduzione 

con gli occhi del linguaggio

da qualsiasi parte ti metti

non mima niente

un varco incolmabile

un mare di ambiguità

dietro la pagina

gli anni della palude

non la riproduzione

nel passaggio verbale

dopo la confusione delle

non c’è più posto per loro

la rivoluzione non è un

si lamentano sempre

mentre passiamo bruciando

un’altra restaurazione

la negazione di un modo di

                               formare

[…]

gli anni della palude

la negazione di un modo di formare

non è un sentimento

in altre parole

5.9

la parola come un oggetto

viene un verso più lungo di tutti gli altri

l’aborto della resistenza

il rifiuto della storia

*

da Senza lacrime per le rose

3

quindi

è per

questo che ci ribelliamo per

ché siamo sfruttati abbastanz

completamente la vecchia id

eologia

la cultura della b

orghesia o la cultura del va

lore di scambio

il

compito della parola

è di eliminar

logica la borghesia per

duta la sua egemonia

ideologica nella 

quella

morte è

già avvenuta

rendere evidente che n

ella sostanza

e

la vecchia cultur

a e i vecchi u

si e i costum

sostenuti da tutte

le

classi sfruttatr

ici per miglia

ia di anni allo scopo d

i avvelenare

la

mente del

popolo

o l’u

topia culturale o

niente sarà più

come prima

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