Il romanzo di formazione è ancora possibile? Sembrerebbe di sì
Il romanzo di Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato, uscito da Feltrinelli, ha, nonostante il titolo, una sua grazia ingenua. E’ un romanzo di formazione attraverso il sesso e soprattutto attraverso il ruolo determinante della figura femminile come mediatrice ed educatrice nel rapporto col mondo. Le donne che vi svolgono un ruolo chiave sono la madre del protagonista e Marie, la bibliotecaria parigina che per un breve periodo è stata la donna di Emmanuel, amico del padre e poi, dopo la separazione dei genitori, compagno della mamma. Due donne libere, intelligenti, coraggiose, spregiudicate. Attraverso di loro e il rapporto amoroso e spesso anche solo sessuale con altre donne, da Lunette ad Anna, Libero, il ragazzo protagonista, diventa adulto sino al matrimonio con Anna e alla nascita di un figlio, conclusione d’altronde scontata del genere letterario in questione. Un ruolo di spicco ha anche il padre, amico di Sartre (che compare in una breve sequenza) e grande lettore di romanzi, capace di comunicare al figlio la passione per i libri e per i film. Non è neppure un caso che Marie faccia la bibliotecaria e ai aggiunga al padre nel suggerire sempre nuove letture al protagonista. Infine l’esperienza della morte (prima del padre, poi della madre) è parte integrante della formazione.
Il romanzo, ambientato fra Parigi e Milano, è piacevole, ha una sua leggerezza, un ritmo svelto e quasi festoso che sembra corrispondere a un sostanziale ottimismo nei confronti della vita e delle possibilità umane. Pare smentire la tesi di Moretti per cui il romanzo di formazione avrebbe concluso la sua parabola all’inizio del Novecento. Certo che la lettura e il cinema possano ancora esercitare, alla fine del secolo scorso, una funzione determinante nella crescita della personalità di un giovane può essere solo una piacevole utopia. E la piacevolezza probabilmente è anche il limite del libro. Ma dopo tanto dominante cinismo il lettore di romanzi può dargli un sostanziale benvenuto nell’affollato universo narrativo d’oggidì.
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