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diretto da Romano Luperini

Proposte per giovani lettori –  “Hotel Grande A” di Sjoerd Kuyper

Come anticipato nel pezzo di Linda Cavadini (leggibile qui) diamo avvio alla pubblicazione periodica di schede di lettura – dal titolo “Proposte per giovani lettori” – dedicate alla letteratura per ragazzi; l’intento è quello di offrire un utile strumento ai docenti desiderosi di orientarsi in questo campo.

Assaggio di lettura

Domenica 19 maggio. Negli ultimi due giorni sono successe talmente tante cose che per due notti di seguito sono crollato a letto come un sacco di patate, per cui non ho avuto neanche un minuto di tempo per continuare a raccontare la mia storia. Quindi stamattina mi sono alzato presto. Che scemenza! Avrei avuto bisogno di dormire un po’ di più. Ma Walput aveva ragione. Non sui suoi macho, ma sulle cose che vorresti gridare sui tetti, ma che nessuno deve ascoltare. Questo raccontare dà la dipendenza. E fa star bene. Se non fai altro che pensare, tutto continua a frullarti in testa. Immagine dopo immagine dopo immagine dopo immagine. Isabel che cade contro il tavolo. Isabel che se ne va via in bici furibonda. È come se guardassi una giostra. Tutto ti ripassa sempre davanti esattamente con la stessa musica. In verità non è un vero pensare. È un guardare a quel che è successo. Fino a che non lo racconti, non ci pensi. Poi sì. Devi trovare le parole giuste. E mentre cerchi le parole, pensi a quel che è successo e tutto ti appare sotto una luce diversa. Se sei arrabbiato o triste e ti fiondi subito a letto, allora non fai che peggiorare la situazione. Se invece racconti le cose, capisci perché sono andate come sono andate, e se le scrivi a volte trovi da solo una soluzione. Io ci sono arrivato perché non avevo tempo di andare in camera mia e accendere il registratore e parlare un paio di ore. Mi ero infilato in tasca dei sottobicchieri e una penna e mi sono segnato quel che non volevo dimenticare. (pp. 99-100)

Genere: romanzo di formazione per lettori 11/14 anni

La storia

Il romanzo si presenta come il “diario vocale” di Kos, un tredicenne olandese orfano di mamma che vive nell’albergo gestito dalla famiglia con il padre e tre sorelle: Libbie di 19 anni, Briek di 15 e Pel di 9. È appassionato di calcio e, proprio il giorno in cui lui e la sua squadra vincono il campionato sotto gli occhi di un talent scout dell’Ajax, il padre ha un infarto sugli spalti dello stadio. Kos si troverà all’improvviso impegnato, con le sorelle, a far fronte alla gestione dell’hotel di famiglia sul quale grava un rilevante debito da ripianare in tempi stretti. La vicenda, tuttavia, prende una piega decisamente diversa dall’andamento drammatico che ci si potrebbe aspettare ed è questo di gran lunga il punto di forza del romanzo che si allontana da un orizzonte di attesa piattamente prevedibile. Infatti i tentativi alquanto goffi, inesperti e strampalati che i fratelli escogitano per mettere insieme la somma necessaria a salvare l’albergo e per tenere all’oscuro il padre di quanto sta avvenendo, danno al racconto un andamento scanzonato e a tratti esilarante, non privo di alcuni momenti di introspezione gestiti con molta delicatezza: si pensi alla centralità dell’episodio in cui Kos viene costretto dalle sorelle a partecipare a un Concorso di bellezza femminile, in tutto e per tutto travestito da ragazza.

L’alternanza di ironia e di riflessione è resa possibile anche dal montaggio tra il diario registrato da Kos, che considera una “roba da femmine” tenerne uno di scritto, e i commenti di Isabel, la ragazza di cui è innamorato e che alla fine di tutta la vicenda trascriverà al PC il diario vocale, chiosandolo con acume e sense of humor in numerosi passaggi. Infine, dal momento che cuore pulsante del romanzo è un gruppo di adolescenti, centrali diventano sia le scaramucce e le gelosie tra fratelli, sia la rappresentazione dei primi approcci amorosi. Il lieto fine è assicurato e nel lettore si insinua la voglia di andare a scovare il piccolo albergo sul mare olandese, ben valorizzato nel disegno di copertina curato dall’illustratrice Giulia Rossi.

Il titolo

Il titolo – Hotel grande A – allude allo scenario principale nel quale si svolgono gli avvenimenti narrati: si tratta di una piccola ma graziosa struttura turistica a conduzione familiare situata sulle spiagge del mare del Nord. Oltre a costituire lo spazio fisico rappresentato nel romanzo, l’hotel ne è il motore narrativo dal momento che la storia si agglutina attorno al salvataggio economico del piccolo albergo proprio nel momento di maggiore difficoltà della famiglia.

I personaggi

Protagonista del romanzo è, ovviamente, Kos ma intorno a lui gravitano una serie di personaggi che non fungono solo da comparse: oltre a Isabel e alle tre sorelle, ciascuna alle prese con un grande amore (perfino la più piccola, Pel, passa ore sulla spiaggia a prendersi cura di una foca), hanno un ruolo rilevante anche il cuoco dell’hotel, Walput, e una squadra di giovani giocatori dell’isola polinesiana di Tuvalu che, giunti lì in ritiro, concorreranno a animare non poco le vicissitudini degli abitanti e degli ospiti dell’hotel.

Gli aspetti formali

Il romanzo, dovendo mimare l’oralità del diario registrato da Kos e dei commenti scritti di Isabel presenta un andamento prevalentemente paratattico, una agile riproduzione dei dialoghi dei personaggi: l’effetto complessivo è quello di una freschezza molto gradita ai lettori, adolescenti maschi compresi, che riescono a immedesimarsi con facilità nel protagonista.

Perché proporne la lettura

Hotel Grande A costituisce un’occasione di lettura preziosa perché l’autore immette in una trama ricca di colpi di scena anche divertenti e scanzonati tematiche di grande rilevanza con cui i nostri ragazzi si confrontano nella loro stessa vita: la morte di un genitore, il senso di precarietà per la situazione economica della famiglia, le incomprensioni tra fratelli, i primi turbamenti amorosi e erotici, la possibilità che il genitore superstite possa trovare un nuovo compagno. Il modo con cui l’attraversamento di questi traumi, più o meno importanti, viene intrecciato nella narrazione, pur essendo leggero e delicato, non finisce mai per banalizzarli ma ne costituisce, piuttosto, un contro-bilanciamento assai efficace.

Hanno detto

“[…] trovo sia felice, in questo romanzo, la descrizione, delicata ed ironica, dei primi approcci all’amore. Nello stesso tempo mi sembra particolarmente calzante il ritratto dei rapporti familiari, oscillanti fra affetto e incomprensioni, legami e gelosie: il groviglio di sentimenti che segna ciascuna famiglia, a modo suo.” https://letturacandita.blogspot.com/2017/06/fuori-dal-guscio-libri-giovani-che_22.html

L’autore dice del suo libro

https://www.raicultura.it/letteratura/articoli/2019/01/Sjoerd-Kuyper-Hotel-grande-A-62c6ebe0-1f71-4827-9e71-b6452f22cc4b.html

Informazioni editoriali

La Nuova Frontiera Junior

Traduzione dal nederlandese di Anna Patrucco Becchi

Pagine 254 – Vincitore del Premio Orbil, attribuito dalle Librerie Indipendenti IBBY –

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