Libreria Pangea (Padova) – Inchiesta Librerie Indipendenti/4
Si conclude con questo pezzo, giunto in redazione poco prima del lockdown e programmato originariamente per il 13 marzo, l’inchiesta sulle librerie indipendenti che, come tutte le realtà legate al mondo della cultura, hanno risentito e risentiranno ancora a lungo delle restrizioni e dei limiti imposti dalle misure di distanziamento sociale. Ringraziando i librai che hanno aderito all’iniziativa, ci auguriamo che possano ancora una volta trovare forme di resistenza e reinventare modi di promozione della lettura.
***
a cura di Morena Marsilio
1. Fondare una libreria indipendente oggi è un atto temerario. Quali sono state per voi le ragioni che vi hanno spinto ad iniziare e come avete scelto l’area o il luogo in cui dar vita a questa attività?
Quando, nel 1995, è stata aperta la libreria, il mercato era diverso e la scelta di specializzarsi in viaggio, cartografia, montagna e nautica seguiva gli interessi dei due fondatori e si è rivelata buona. Quando rilevai la libreria a fine 2006 ho ampliato il campo di interesse inserendo ad esempio uno scaffale di graphic novel e illustrazione, uno di botanica, ma cercando sempre di mantenere un’identità precisa, quindi i libri riguardano sempre il viaggio, la geografia, le diverse culture, il paesaggio, la montagna e la nautica. Dopo un breve periodo in una via meno centrale, a fine anni Novanta la libreria è stata trasferita in una laterale di Piazza del Duomo, con maggiore visibilità, maggior passaggio, una saletta per gli eventi e un affitto che si fa sentire.
2. Case editrici, tematiche, generi letterari: praticate delle scelte elettive in questi campi? Da che criteri e progetti sono guidate?
La scelta è fondamentale per una libreria indipendente e la specializzazione della libreria si può declinare in tanti modi, dalla cartografia alla letteratura. Scelgo da cataloghi di editori di settore ma anche titoli di editori di varia che trattino i temi della libreria e che mi sembrino interessanti.
La scelta è dettata dall’argomento trattato, dalla stima che posso avere per certi editori o per certi autori, da passioni mie, anche da preziose segnalazioni di clienti. Anche la collaborazione con gli agenti (alcuni) aiuta ad orientarsi nella gigantesca quantità di titoli proposti ad ogni cedola.
Ogni tanto scelgo un titolo da proporre o uno “vecchio” da riproporre, come Ultimo tè a Marrakesh di Toni Maraini, oppure E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto di John Berger.
3. Incontri con autori, corsi di lingua, attività di animazione: quali attività, oltre alla vendita libraria, promuovete e quale vi sembra essere, oggi, il loro impatto?
Abbiamo una saletta sottostante la libreria, dedicata a incontri, mostre, presentazioni e proiezioni. Durante l’anno organizzo quasi un centinaio di eventi in libreria, tra presentazioni di libri, esposizioni fotografiche o pittoriche, racconti di viaggio.
Spesso, grazie alla presenza di un buon pubblico caldo e partecipe, la presentazione diventa occasione di incontro e scambio.
Alcuni eventi entrano nel programma di alcuni festival e quindi ho la possibilità di arrivare ad un pubblico più vasto.
Da qualche anno, insieme ad un amico grafico, è partito un piccolo progetto editoriale che si collega con il movimento delle Editoriales Cartoneras sudamericane: edizioni numerate di libri realizzati con copertine di cartone riciclato e decorate ognuna diversamente.
L’edizione è il frutto di un lavoro collettivo che coinvolge bambini, ragazzi, insegnanti, sociologi, giornalisti, fotografi. Il primo è del 2016, Fogli di viaggio – bambini poetici viaggianti, che raccoglieva impressioni di viaggio in forma poetica di bambini di una IV primaria, tutti o arrivati in Italia da poco oppure di seconda generazione. I bambini, guidati da una eccellente maestra, hanno realizzato tutto: testi, copertine, titoli, disegni. La vendita delle 150 copie tirate è servita a finanziare l’acquisizione di parecchi libri per la biblioteca della classe. A questo titolo negli anni se ne sono aggiunti altri, inchieste su quartieri della città, esperienze di lavoro all’estero di giovani donne. A fine marzo presenteremo l’ultimo: Tegus, saluti da Tegucigalpa, di Anna Trento, regista del documentario Carretera Cartonera.
Tutte queste attività hanno la funzione fondamentale di tenere viva la libreria, e anche se ormai in città l’offerta di eventi è tanta, rimane ancora posto per proposte ben curate.
4. Come si configura oggi il rapporto di una libreria indipendente con le grandi catene distributive?
Negli anni ho visto peggiorare il rapporto tra alcuni grandi editori e le librerie indipendenti, quindi
ho modificato di conseguenza il mio rapporto con loro; pur mantenendo i conti aperti preferisco lavorare con editori indipendenti, che danno ancora importanza al rapporto editore/libraio.
Se parliamo di librerie di catena, speriamo che con la nuova legge non ci siano più quei clienti che si fanno consigliare da un libraio e poi acquistano in un’altra libreria, fisica o online, per lo sconto.
Un’esperienza positiva di collaborazione: l’anno scorso siamo riusciti a gestire un festival cittadino tutti insieme, catene e indipendenti, condividendo in modo paritario sia i costi, i rischi e le fatiche che i guadagni, come potete immaginare è stato un delirio organizzativo, ma con un gran bel clima di collaborazione tra noi.
5. Il libraio indipendente come critico e come mediatore culturale. Con quali letture e quali strumenti stabilite un dialogo con il vostro pubblico e a che tipo di lettori vi rivolgete?
Credo che il mio lavoro sia diverso da quello del critico e da quello del mediatore culturale, è qualcosa tra il commerciante e l’organizzatore culturale, cerco nell’enorme proposta quei titoli che mi sembrano interessanti per la libreria, mi rivolgo a clienti curiosi che spesso hanno un rapporto di fiducia con la libreria, si fidano dei miei suggerimenti oppure vengono incuriositi dalle mie proposte; spesso sono proprio i clienti a farmi conoscere certi libri; con incontri e presentazioni cerco di attirare e interessare anche nuovo pubblico.
6. La vita media di un libro è, nel mercato odierno, sempre più breve. Avete un catalogo permanente, scaffali dedicati a autori che giudicate intoccabili?
Certamente, data la specializzazione, il catalogo è parte importantissima del lavoro, forse più delle novità. Non posso non avere certi autori e certi titoli fondamentali, ovviamente seguo le novità, sempre con il mio criterio di scelta. E poi alcune novità diventano degli imprescindibili che resteranno a scaffale. Il problema è conciliare risorse, la necessità di far girare dei titoli e la voglia di avere scaffali pieni di libri fondamentali, ogni resa è sofferta.
7. Qual è a vostro avviso “l’acerrimo nemico” dell’editoria indipendente oggi?
In una libreria di catena credo che gli editori indipendenti non abbiano spesso la visibilità che meritano: sono le librerie indipendenti che possono dar loro il giusto risalto, sia esponendo i libri in vetrina o comunque ben visibili, sia facendo conoscere e presentando i diversi titoli e i progetti editoriali.
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