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Brano da Lestrigonia

 

 …Ci sono ai tavoli, travolgendo la neolaureata in Comunicazione accompagnata dalla mamma e da tutta la famiglia allargata, vestita da sposina e con coroncina d’alloro sulla testa, anche gli Alpini e i bersaglieri e le associazioni dei militari e dei congedati e dei figli dei figli dei caduti in guerra, dei bisnipoti degli eroi coloniali della Grande Proletaria nell’Africa orientale laggiù e quassù nel sabbione, dei bonificatori all’iprite di Etiopia e Libia: fra il 1887 e il 1939. Da Dogali a Caia Zeret, lì presso Addis Abeba. E forse anche fino a ieri, in qualche oasi o deserto o caserma. Italiani brava gente. Stamattina hanno sfilato con la banda davanti al monumento al milite ignoto e a più recenti eroi morti dell’orgoglio italico di  appena ieri,  quattro tubi conficcati in un pietrone: abbasso l’Austria viva Trieste. Sono anzianotti e sfiatati, ma si leccano, eccome! le dita, fra i ghigni. I ragazzotti vestiti di bianco urlano già più dei padri, i capelli col taglio alla malandrina, corti sulle tempie, le lolite sculettano alla webcam, il padre gli zii girano in tondo, si è levato la vita a lavorare, dapprima commercio ambulante, tele e abiti nelle borgate di montagna, a prezzo triplo, legname e composti per edilizia nella stagione giusta, lavoretti quando capita, il negozietto di mangimi e concimi nel momento di gloria, ora che soddisfazione pago io, le mamme applaudono e le zie signorine, con denti marci e ganasce spalancate. Hanno già frequentato, le bimbeculone, cinque anni di Salsa e Caraibica alla palestra dell’ex deposito, le mamme ogni sera ad accompagnarle e poi fanno il saggio, con l’olio santo in fronte via di culo e di cosce, cosciazze e culone già ora, prosciutto e filadelfia, latte e patatine, formaggini e fritture e salsine e porcherie e merendine a go go. La sorella i diciott’anni li ha festeggiati all’ex monastero, nel comesichiama, Kiostro, chiuso al pubblico e ai turisti, se lo sono fatto affittare come associazione culturale, cinquecento euro per girare un video di danza mezza nuda, cose da pazzi, lei a volteggiare agitando le tette e sculettare sui tacchi tirandosi la gonna su, e tre telecamere a riprenderla, di fronte e di dietro e dal basso, che anche i peli si vedevano (o non si vedevano: era passata, la Salomè, presso la biutiaus dell’amica Marietta, con rasatura totale), forse un book da consegnare a un Erode Antipa del luogo (niente Giovanni Battista, però) o un provino.

 

Ignare puttanelle col crisma benedetto. Ignari delinquentelli col ciuffo e col crisma anche loro hanno vinto la gara del priapetto mongoloide, tondi nelle panze a dodici anni, hanno fame dopo il Sound Karate, con ganasce già pronte all’uso e le prime carie trascurate. Si addestrano per la panza e per la trippa. Per l’urlo, senza parole. Poi il tatuaggio sulla spalla, di una sirena su un drago. tre su cento in palestra a fare i palestrati e a ingoiare anabolizzanti. Gli altri novantasette a spalmare nutella e salsine, a ingoiare a mezza mattina hamburger e patatine. Uccideranno la femmina fra otto anni. Faceva la smorfiosa. Diceva che. L’ho fatta abortire a schiaffoni. E diceva ancora. E faceva. Era cosa mia. Mammina cara. la Nanna insegna alla Pippa l’arte della puttanìa. mammina d’oro. Che son più che certa del tuo diventar maggiore di qual sia mai suta favorita di papi. Vaiasse al seguito. Con voce roca e strozzata, gli altoparlanti, più volume, ma chi se ne fotte, alzatelo il volume. Che me lo dicono anche i clienti, le regole le fai tu. Tu e lo Zio. E noi clienti, del clan dei tripponi. Dei vigili urbani, sappiamo. I carabinieri o i poliziotti passano, zitti e pipa. Latitano gli ispettori del lavoro. Mai visti i controlli dell’azienda sanitaria. La Finanza è emigrata in Lapponia. La SIAE ha chiuso bottega. Dodici strumenti tastiere bongos percussioni piatti bassi, voci stonate sgolate da Forchettoni Porcelloni sessantenni, quali sono: in effetti. Altro che Romantici. Rutti pernacchie richiami urlati passeggiata maggiolina, cinquanta metri e già stanchi, scaracchi santificati, sì, dal sacro crisma di giornata. Il prete grasso e bonaccione è contento. Lui pure. Ride. Prendete la corrente dalla sagrestia. Il panzone colesterolico va a messa di tanto in tanto, ogni settimana lo invita a pranzo, magari a cena gratis al locale. Il Genio del Cristianesimo ha incorporato la civilizzazione et la démocratie sera son prolongement, militant pour la liberté et l’égalité. la metafisica è stata realizzata: nella trippa, nei tripponi. che lavoro non ce n’è, abbuffiamoci.

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