La riforma della prima prova dell’Esame di Stato /1: come cambia l’approccio alla letteratura
Pubblichiamo un commento di Silvia Tatti, presidente dell’Adi-Sd, che ha partecipato all’elaborazione del documento, formulato dalla Commissione Miur guidata da Luca Serianni, sulla prima prova dell’esame di stato.
Dopo la pubblicazione delle indicazioni del Miur sul nuovo esame di stato e sulla prima prova, la scuola si sta interrogando su come preparare in pochi mesi gli studenti alle nuove tipologie testuali. La breve riflessione che segue contiene alcune mie considerazioni personali e riguarda soprattutto l’analisi e l’interpretazione di un testo letterario italiano, la tipologia che apparentemente rappresenta l’elemento di maggiore continuità con il passato, ma che in realtà si prospetta profondamente modificata.
In tutti gli ambiti della prima prova dell’esame di stato la letteratura può essere chiamata in causa; la pratica acquisita nel percorso di studi relativa alla costruzione retorica di un testo letterario agevola la capacità di argomentare un discorso richiesta per lo svolgimento delle tracce della tipologia B, che non escludono d’altronde la presenza di materiali artistico-letterari; l’esperienza di lettori che gli studenti maturano dentro e fuori la scuola fornisce elementi di commento alla realtà utili anche per affrontare le tracce della tipologia C. Ma è soprattutto nella prima tipologia che si può spendere una competenza acquisita con lo studio dei testi letterari.
Due tracce
La novità più evidente della tipologia A è la presenza di due tracce al posto di una; sul rapporto tra le due opzioni la formulazione del documento è espressamente generica: si tratterà di individuare «due tracce che possano coprire ad esempio due ambiti cronologici o due generi o forme testuali».
Non necessariamente quindi i due testi dovranno essere uno di poesia e uno di prosa, oppure uno del tardo Ottocento e uno del Novecento; le combinazioni possono essere diverse: questo permetterà di valutare volta per volta quali proposte selezionare, anche in base a come gli studenti accoglieranno le tracce e alle segnalazioni che arriveranno dal mondo della scuola. L’obiettivo è quello di mettere tutti i candidati, provenienti dai licei e dagli istituti tecnici e professionali, nelle condizioni di affrontare l’analisi di un testo che, come è ribadito dal documento, può non rientrare nelle letture affrontate nel corso del programma scolastico; la duplice opzione rafforzerà la possibilità di scegliere la prima tipologia e permetterà anche allo studente di confrontarsi con periodi o generi che gli sono più congeniali, sui quali può avere maggiori esperienze di lettura. L’obiettivo della prova deve infatti essere quello di mettere ogni studente nelle condizioni di esprimere al meglio le sue capacità e di valorizzare quello che ha imparato nel suo percorso scolastico, a qualsiasi livello.
Questo non vuol dire che le due tracce proporranno diversi livelli di difficoltà per venire incontro a profili di studenti più o meno preparati, anche a seconda dell’ordine di scuola di provenienza; dovrà essere lo studente stesso che affronterà il testo con gradi progressivi di complessità utilizzando più approcci metodologici, inserendo rilievi di natura formale, linguistica, retorica, stilistica, creando collegamenti con la storia letteraria e con il suo orizzonte di saperi. Le domande dovranno quindi evitare quesiti “troppo rigidi” volti a verificare conoscenze ad esempio di natura “metrica e retorica” ed essere formulate in modo tale da consentire di mettere in gioco l’esperienza di lettore e le abilità interpretative che ogni studente ha maturato nel corso del suo percorso.
L’Ottocento postunitario
L’altra novità immediatamente rilevabile riguarda l’estensione dell’arco temporale che comprende anche l’Ottocento a partire dall’Unità. Questo permette innanzitutto l’inclusione di testi e autori della nostra tradizione che hanno una valenza fondamentale anche per comprendere lo sviluppo della letteratura novecentesca. Si introduce inoltre una periodizzazione, fondata su eventi storici e processi culturali, che per la nostra tradizione è più significativa rispetto a un’automatica e astratta scansione cronologica. Il rafforzamento dell’Ottocento vuol dire valorizzare la tradizione letteraria e linguistica italiana, non in una direzione che va verso la chiusura rispetto alle altre tradizioni, ma in un senso opposto: è proprio per ampliare le esperienze conoscitive, per mettere i giovani nelle condizioni di confrontarsi con il mondo che è necessario partire dalla conoscenza approfondita di una lingua e di una tradizione, in modo da favorire la padronanza di strumenti e saperi specifici necessari a sviluppare un pensiero critico aperto a tutti gli orizzonti. Per questo, riattualizzare il nostro Ottocento, includendolo nell’esame finale del percorso scolastico secondario, ha un senso che va oltre il semplice ampliamento dei limiti cronologici nella scelta dei testi; l’attenzione per l’inizio della nostra storia unitaria è un modo per rifondare il rapporto con la lingua e con la letteratura, restituendole quel valore di consapevolezza storica e civile che le appartiene e che è spendibile anche nell’attualità, a tutti i livelli. Gli esperti che devono scrivere le tracce potranno spaziare tra tanti autori, da Carducci a Verga, agli autori del secondo Novecento; il “toto nome” si dovrà confrontare con un numero più elevato di possibilità: anche questi sono tutti aspetti positivi: la letteratura è un mondo vivo, fatto di storie e di persone; la sfida di un confronto con autori dell’Ottocento, solo apparentemente più lontani e che gli studenti dovranno mettere in relazione con il loro mondo e con la loro esperienza, ne dimostra la grande vitalità.
È importante però che questa estensione dei limiti cronologici non si traduca in una riduzione dello studio di autori e testi dell’epoca contemporanea; la conoscenza del Novecento e degli anni più recenti è un problema aperto, ampiamente dibattuto, che riguarda curricula e percorsi formativi dell’intero quinquennio della scuola secondaria. Si dovrebbe però evitare il rischio che i nuovi limiti cronologici della prima prova scatenino una corsa contro il tempo, un appesantimento dei programmi, nel tentativo di esaurire gli autori di un secolo e mezzo; si tratta sempre di fornire agli studenti degli strumenti di comprensione e di analisi, non di introdurli a un numero più elevato di testi, la cui lettura sommaria non sarebbe sicuramente utile per la preparazione all’esame.
Comprensione e analisi
Se queste sono le più evidenti novità dell’analisi del testo, nelle indicazioni relative ci sono altri elementi di cui dovranno tener conto gli esperti che scriveranno le tracce.
Innanzitutto l’insistenza sulla comprensione del testo letterario e dei suoi molteplici significati. L’indicazione del documento è chiara: «lo scopo della prova è quello di verificare la capacità di interagire con un testo letterario inserendolo nel proprio orizzonte formativo ed esistenziale e, eventualmente, di saper inquadrare il testo in un panorama discorsivo più ampio, attraverso il confronto con altri testi e autori». Le domande relative alla prima parte del lavoro (analisi e comprensione) non dovranno quindi essere volte a segmentare il testo o ad analizzarlo a partire da elementi di analisi esterni e astratti, spesso ancora usati nella prassi scolastica, ma dovranno verificare che il candidato sia in grado di interagire con i molteplici significati e con le potenzialità di un testo letterario. Si tratta di capacità che derivano da un’abitudine alla lettura complessa di un testo, nei suoi snodi linguistici e semantici e nelle sue modalità espressive; comprendere un testo come quello letterario è una vera prova di maturità, conferisce un’abilità spendibile in molteplici situazioni, scolastiche ed extrascolastiche, e arricchisce l’esperienza umana e esistenziale degli studenti. La verifica della comprensione di tutti i livelli del testo deve essere quindi valorizzata e non considerata, come avveniva nel passato, una semplice introduzione al lavoro, una premessa alla seconda sezione dell’analisi, quella dedicata alle questioni su specifici aspetti testuali; le domande devono essere volte ad allontanare il rischio di una lettura impressionistica e a verificare l’effettiva comprensione del testo in tutti i suoi snodi, più che a sondare il possesso di conoscenze specifiche che possono avere un valore formativo parziale e che gli studenti potranno comunque inserire.
Commento e interpretazione
La seconda parte del lavoro riguarda invece l’aspetto più specificatamente interpretativo: «Il successivo commento sarà svolto in forma discorsiva. Lo studente formulerà delle ipotesi interpretative utilizzando anche le conoscenze acquisite nel suo percorso formativo e la sua esperienza di lettore e, pur concentrandosi sul testo proposto, dovrà dimostrare di saperlo collocare in un orizzonte complessivo di senso (nel suo tempo, nel suo genere ecc.)». È qui che ogni studente potrà spendere le competenze acquisite come lettore e come studioso, mettere in relazione il testo letterario con il suo orizzonte esistenziale e con il suo percorso formativo. Lo studente dovrà dimostrare di comprendere le sfumature linguistiche e semantiche e cogliere i diversi registri espressivi, sviluppando, a partire dal testo stesso, delle connessioni di tipo storico, tematico, espressivo ecc. La consegna dovrebbe permettere a ognuno di sviluppare gli aspetti del testo che interagiscono maggiormente con le sue esperienze e conoscenze, fondamentali nel processo interpretativo e che agiscono non in modo meccanico e automatico, predefinito, ma come espressione di uno spirito critico. L’analisi testuale dovrà essere una sintesi ogni volta originale in cui ogni studente utilizzerà i suoi saperi, da quelli più tecnici, linguistici ed espressivi a quelli storico-letterari, filosofici, artistici ecc.
Le consegne dovrebbero quindi essere puntuali nel verificare la comprensione del testo, in nome di una lettura lenta e meditata dello stesso, e più generiche nel richiedere un’interpretazione del testo che potrà svilupparsi in molteplici direzioni.
La scelta del testo da parte del Comitato tecnico sarà particolarmente impegnativa perché dovrà soddisfare dei requisiti abbastanza stringenti: bisognerà individuare dei brani di poesia e di prosa con i quali gli studenti possano effettivamente confrontarsi, privi dunque di passaggi troppo ardui da comprendere, e che forniscano inoltre la possibilità di approfondire delle tematiche di ampio respiro, che i ragazzi svilupperanno ciascuno secondo le sue capacità.
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