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Che ci faccio? Sul bonus diciottenni e sui libri importanti

 Pizzette e 500 euro.

Questa mattina ho avuto la terza e quarta ora nella mia V°C. Durante la ricreazione ero seduto dietro la cattedra e stavo rivedendo sul manuale l’introduzione alla Scapigliatura che avevo programmato per l’ora successiva. Come spesso accade, due studenti che avevano appena finito di mangiare in classe la loro pizzetta attaccano bottone. «Lo sa prof che c’hanno dato 500 euro da spendere con il bonus diciottenni?». «Si lo so, spero ne approfittiate» rispondo io senza alzare lo sguardo dal manuale. «È che prof, lo sa, io non so proprio come spenderli, bisogna fare acquisti culturali ci hanno detto» replica uno dei due. A quel punto alzo il viso e li scruto perplesso, ma in fondo nemmeno troppo, l’espressione acquisti culturali però mi rimbomba in testa. «Beh, comprate libri, quelli importanti». «E quali prof? Ci suggerisca una lista» risponde uno dei due. «Sì prof, ci faccia una lista!» rilancia convinto il compagno. Mi si allarga un sorriso in viso e decido di parcheggiare la Scapigliatura in un angolo e impiegare diversamente l’ora successiva.

Nei guai

Suona la campanella e aspetto che tutti riprendano posto. Esordisco così: «siete tutti diciottenni?». «Sì» rispondono rumorosi, «l’ultimo è stato Moschini che li ha fatti a novembre prof» aggiunge qualcuno. «Avete tutti attivato il bonus?» aggiungo io. «No prof, quel salame di Cinfrignini ancora no» sbraita Rosi. «Imbecille, l’ho fatto la scorsa settimana» ribatte Cinfrignini imbruttito. «Allora, prima Bielli e Cesaretti mi hanno chiesto consiglio per spenderli» taglio corto io. «Giusto prof, io ci volevo comprare il telefono e mi hanno detto che non posso» ribatte interessato Canali. «Bene, la cosa migliore che potete farci è, con una parte si intende, comprarci libri». Giù risate. «Poco da ridere» aggiungo io, «quando vi ricapita un’occasione così, adesso vi faccio una lista di libri importanti». «Che lista?» chiede Aureli. Faccio una pausa, in realtà non ho nessuna lista pronta, tutto è improvvisato lì per lì. Ma poi le parole escono sorprendendo anche me «la lista dei quindici libri importanti che chiunque dovrebbe leggere, o per lo meno avere in casa. Se non li comprate ora non lo fate più». Mi rendo immediatamente conto di essermi messo nei guai da solo.

Una lista

Mi giro verso la lavagna, stappo il pennarello e mi dico «quindici libri, avanti, non è difficile». Inizio a scrivere nell’ordine esatto e fedele che riporto sotto:

  1. L’idiota
  2. I miserabili
  3. Furore
  4. Niente di nuovo sul fronte occidentale
  5. Viaggio al termine della notte
  6. Il signore degli anelli
  7. Guerra e pace
  8. Delitto e castigo
  9. I fiori del male
  10. Il maestro e Margherita
  11. Se questo è un uomo
  12. La Commedia
  13. I promessi sposi
  14. Scritti corsari
  15. La Storia

Gli alunni copiano tutto in silenzio. «Bene» dice Cesaretti «domani vado alla Feltrinelli e li ordino tutti». «Vengo anche io» dice Bielli. I ragazzi iniziano a discutere tra loro, qualcuno dice di avere già qualche titolo tra quelli elencati, qualcuno impreca su Dante e Manzoni, ma io non li sento: sono in preda a sentimenti contrastanti, non so se essere felice o angosciato. «Ho scritto questi quindici titoli, magari ne avrei dovuto scrivere altri» continuo a ridirmi in silenzio. Ma Canali interrompe brutalmente i miei crucci: «perché ci ha suggerito questi testi prof?». Rispondo anche questa volta d’istinto: «perché sono tutti libri che ho letto più o meno dai diciotto ai venticinque anni e sono contento di averli potuti leggere. Sì, anche Dante e Manzoni, che lessi a venti anni finalmente per conto mio. Sono capolavori veri, non dico che ti cambiano la vita ma di certo la rendono più bella». L’ora prosegue, interrogo due studenti che vogliono recuperare, torno a casa.

Un invito

Eppure a pranzo continuo a ripensarci. Non mi do pace. «Avrò scelto quelli giusti? Dovevo inserire nella lista Calvino? E Fenoglio? Verga, manca Verga! Orwell, Hemingway, e i latinoamericani? Omero! E qualche contemporaneo vero? E la poesia? Solo Baudelaire? Che casino ho fatto!». Mi ritrovo ad angustiarmi. Poi mi dico che quello che ho detto loro in classe in fondo è vero: quelli sono libri che effettivamente lessi in quegli anni e che mi segnarono di sicuro. L’Idiota in terza liceo: me lo ricordo benissimo che effetto fece. Insomma lascio perdere, anzi no, «magari ci scrivo qualcosa per il blog, potrebbe essere utile a qualcuno, magari si ritrova a dovere fare anche lui una lista». Subito dopo pranzo mi metto al pc e butto giù queste righe. Arrivo alle conclusioni. Perché ho scritto? Per un motivo semplice e che infondo è la ragione stessa dell’utilità del racconto di quanto avvenuto stamattina. Colleghi che insegnate nelle quinte classi, ma anche genitori, fratelli, sorelle, parenti e amici di qualche diciottenne, la situazione è questa: i nostri novelli maggiorenni hanno 500 euro in tasca e magari non sanno che farsene. C’è l’occasione di fargli portare in casa qualche libro importante. Realistica e concreta. Non sprechiamola. Magari con una lista più meditata di quella del sottoscritto. Magari facendogli acquistare venti libri anziché quindici, o fossero pure solo cinque. Insomma un’occasione da non lasciare cadere. Fate una lista e proponetela, di sicuro qualcuno accoglierà il vostro invito. Occasione davvero più unica che rara. Fine, anzi no. A scanso di equivoci so anche io che non sará una misura del genere a potere farci chiudere gli occhi sul baratro di futuro lavorativo e sociale che i nostri ragazzi si troveranno ad affrontare. Figuriamoci. So anche che di fronte a tanta incertezza questi 500 euro potrebbero apparire come un beffardo palliativo.  Dico però che qualche libro in più sulla scrivania, da poter acquistare in modo agevole, resta comunque una buona seppur piccola occasione, tutto qui. E dico anche che però Buzzati avrei potuto mettercelo in lista. Ma vabbé, colpa mia.


Fotografia: G. Biscardi, Parigi 1993, skater.

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