L’italiano è il ragionare
Su Leonardo Sciascia a scuola, in due passaggi: il dibattito critico intorno alla presenza dell’autore nel canone scolastico; e un ciclo di incontri di formazione per la secondaria di secondo grado
Inattuale, indocile, insidiosa, piena di inciampi, e tuttavia necessaria. Così si presenta l’opera di Sciascia secondo il recente dibattito critico-didattico, definita sul crinale ambiguo di una complessità e di un’esigenza: la complessità intrinseca della scrittura, ibrida, stratificata, nitida ma poco indulgente col lettore sprovveduto; e l’esigenza di continuare a leggerla, e di portarla in classe, perché le ragazze e i ragazzi imparino ad affrontare la sfida del linguaggio, e del ragionamento, e a goderne.
Che spazio occupa un autore come Sciascia nei percorsi di letteratura a scuola? Ma soprattutto: che spazio potrebbe o dovrebbe occupare? E perché? A queste domande si è tentato di rispondere a più riprese e, negli ultimi mesi, con maggior intensità e varietà di iniziative.
Della fortuna di Sciascia nei manuali scolastici più adottati si era già occupato Simone Marsi in una sua ricognizione del 2019, dalla quale emerge che «l’immagine complessiva di Sciascia è quella di un autore importante della letteratura italiana, eppure non ancora ammesso al novero dei grandi del canone, coloro ai quali è affidato un capitolo monografico ampio e analitico» (La fortuna di Leonardo Sciascia nei manuali scolastici, in Leonardo Sciascia 1921-1989. Letteratura, critica, militanza civile, Atti del Convegno Internazionale, Palermo, 18-19 novembre 2019, a cura di M. Castiglione e E. Riccio, Palermo, Palumbo 2020, pp. 334-345: 339). Questa esclusione trova probabilmente una parziale giustificazione nelle Indicazioni Nazionali del 2010 per i licei, citate nello stesso articolo, che per la letteratura contemporanea raccomandano «letture da autori significativi come Gadda, Fenoglio, Calvino, P. Levi» integrate ove possibile da «altri autori (per esempio Pavese, Pasolini, Morante, Meneghello…)». «Sciascia è nei puntini», constata Marsi, che prosegue il saggio evidenziando alcune delle ragioni per cui, al contrario, la presenza di pagine sciasciane nei percorsi scolastici sarebbe utile e positiva per l’educazione letteraria delle ragazze e dei ragazzi. Per la brevità che caratterizza la prosa di Sciascia, innanzitutto, e che agevolmente può combinarsi con i tempi e le dinamiche della scuola; per il rigore onesto su cui lo scrittore fonda la ricerca della verità, tanto nei suoi racconti polizieschi quanto nelle inchieste e indagini civili; infine per i contenuti referenziali, e in particolare la «rappresentazione delle dinamiche di sviluppo e proliferazione della mafia, del potere», presente nell’opera di Sciascia come anche in produzioni cinematografiche e seriali a noi contemporanee e di grande successo: consentendo un’attualizzazione opportuna e anzi necessaria a scuola, come suggerisce Luperini quando scrive che «se nella critica letteraria il momento dell’attualizzazione e della valorizzazione è sempre presente ma perlopiù fermenta nascosto nel fondo, nella didattica della letteratura esso deve venire allo scoperto» (Insegnare la letteratura oggi, Manni 2013, pp. 49-50).
Dai dati e dalle riflessione di Marsi prende le mosse l’inchiesta condotta da Marcello D’Alessandra sull’ultimo numero di «Todomodo», uscito lo scorso novembre, che ha coinvolto critici, insegnanti, studiosi dell’opera di Sciascia invitati a rispondere ad alcune domande sulla fortuna critica e di pubblico dell’autore e sulla sua presenza a scuola (Leonardo Sciascia e la critica, Leonardo Sciascia a scuola: quattro domande, in «Todomodo. Rivista internazionale di studi sciasciani», XIV, 2024, pp. 123-152). Ne emerge un quadro molto interessante e vario, interessante proprio perché vario, in cui gli studiosi adottano prospettive diverse e mettono in luce un caleidoscopio di elementi dell’opera sciasciana e della sua ricezione ricco e talvolta contraddittorio, in perfetto accordo con il titolo della rubrica che ospita l’indagine: «Contraddisse e si contraddisse», da una citazione molto cara a Sciascia probabilmente ricavata dalla lettura di un testo di Jean Starobinski sull’Illuminismo, L’invenzione della libertà.
Nell’intervento Sciascia in classe. Strategie e problemi per la lettura di un autore indocile, che segue l’indagine di D’Alessandra e ne riprende alcuni spunti in prospettiva critico-didattica, anche Emanuele Zinato si sofferma sull’opportunità di leggere Sciascia a scuola, a dispetto delle difficoltà che si presentano al «professore dissenziente, coraggioso e non inerte» e anzi proprio a partire dalla problematicità che caratterizza il mondo letterario sciasciano: «nei dubbi del mondo interiore dei singoli eroi e nei dialoghi, ora conflittuali ora solidali, con gli altri personaggi si compie il ‘miracolo’ della lettura letteraria come esperienza vera, indocile e plurale» (Sciascia in classe. Strategie e problemi per la lettura di un autore indocile, in «Todomodo. Rivista internazionale di studi sciasciani», XIV, 2024, pp. 153-158: 156).
Nel conflitto, nella contraddizione, nel dubbio conviene restare, affinché la lettura dei testi di Sciascia sia profonda e significativa. Per sostenere il «professore coraggioso» che voglia proporre percorsi di lettura letteraria e di approfondimento tematico e civico a partire dai testi di Sciascia, il Team Scuola dell’associazione Amici di Leonardo Sciascia ha organizzato per il 2025 un ciclo di incontri di formazione e didattica pensati per offrire un’informazione aggiornata sull’autore e sulla sua opera, con una scelta ragionata di pagine da leggere ed esempi di lezione utilizzabili in classe. L’iniziativa, pensata dalla prof.ssa Roberta De Luca, è stata realizzata in collaborazione con l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani di Roma, l’Istituto di Studi filosofici di Napoli, il Gabinetto scientifico-letterario G.P. Vieusseux, l’Università per Stranieri di Perugia, la Società italiana per lo studio della modernità letteraria (MOD) e il Liceo Leonardo da Vinci di Terracina, con il patrocinio dell’Assessorato alla cultura di Roma Capitale.
L’italiano è il ragionare è il titolo del ciclo di lezioni, tratto dal un passaggio di Una storia semplice (1989) che è anche stato il libro approfondito nel primo incontro, a gennaio. «L’italiano non è l’italiano: è il ragionare», risponde il professor Franzò al magistrato, un suo tronfio ex alunno che si vanta di essere arrivato in alto nella vita nonostante gli scarsi risultati scolastici in italiano. «Con meno italiano, lei sarebbe forse ancora più in alto», prosegue il professore. È la chiave dell’intero percorso: l’importanza della lingua per comprendere e ragionare, il valore della letteratura per conoscere il mondo.
Il secondo incontro, dedicato a Porte aperte (1986), ha esplorato i temi della responsabilità individuale, della dittatura fascista, della pena di morte. Il terzo incontro, incentrato sulla lettura di alcune pagine di La strega e il capitano (1986), ha approfondito i temi del diritto, della sopraffazione di genere, dell’educazione alle relazioni: un’ulteriore riprova della vastità di spunti che la lettura delle pagine di Sciascia può offrire, a patto che si desideri abbracciarne la complessità e abbandonare la prospettiva univoca e riduttiva che per decenni si è limitata a proporre pochi brani da Il giorno della civetta o A ciascuno il suo. Per le successive lezioni, previste a partire da settembre 2025 e rispettivamente dedicate a La scomparsa di Majorana (1975), Il Consiglio d’Egitto (1963), Il cavaliere e la morte (1988), è possibile iscriversi e chiedere informazioni attraverso la pagina https://www.amicisciascia.it/aderisci/item/931-“l-italiano-è-il-ragionare”-il-ciclo-delle-lezioni.html .
A partire da novembre 2025 le risorse e i materiali proposti in ciascuna lezione saranno sistemati e raccolti in un kit didattico pubblicato sul sito dell’Associazione Amici di Sciascia e destinato alla fruizione di docenti e studenti. In un recente comunicato sull’iniziativa, Roberta De Luca scrive, a proposito dello scrittore, che «la sua natura di «narratore impuro», come amava definirsi, la contraddizione come modello argomentativo, il pensiero eretico, l’essenzialità della sua prosa e la solitudine visionaria rappresentano un serbatoio di potenzialità didattiche, che potrebbero realizzarsi sia nell’ambito di un curricolo verticale di educazione civica secondo le nuove linee guida del Ministero, sia in attività di didattica orientativa: anzi, proprio attraverso questi canali Sciascia potrebbe finalmente essere letto a scuola, in un tempo curriculare che appare sempre più compresso e ingorgato, e che costringe gli insegnanti a infelici esclusioni». Al centro della proposta è dunque la dimensione civile ed orientativa della letteratura di Leonardo Sciascia: le lezioni sono organizzate intorno ad alcuni brani delle opere in oggetto, opportunamente scelti e antologizzati, e forniscono agli insegnanti spunti didattici e percorsi pluridisciplinari e trasversali. «Esiste una sola cultura: ed è quella che ama l’uomo», dichiara Sciascia in un’intervista del 1975: ma sembra che queste parole siano pronunciate oggi.
Due brevi considerazioni, in chiusura: la prima, sulla bellezza e sul valore di un’occasione come questa, in cui il mondo della ricerca e quello della scuola si mettono in dialogo, con rigore e passione, al servizio di una didattica necessaria e significativa. La seconda, sull’opportunità di tornare a proporre (e a fruire di) percorsi di formazione attentamente pensati per rispondere alle concrete esigenze dei docenti: nell’abbondanza – o nell’eccesso – di proposte formative esclusivamente incentrate sulle metodologie didattiche (talvolta presentate come innovative, universalmente valide, salvifiche addirittura) si avverte forte l’esigenza di aggiornarsi sui contenuti disciplinari, sul loro approfondimento, su un insegnamento capace di dare senso e portata civile al testo letterario.
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Caporedattore
Roberto Contu
Editore
G.B. Palumbo Editore

Buongiorno,
ho scoperto per caso questo sito e ne sono felice. Da ex insegnante e studentessa, trovo finalmente qualcosa di stimolante da leggere sul cellulare.
Grazie,
Luisa Salemi
Vi dovrebbero essere momenti obbligatori nella formazione di ogni italiano, senza distinzioni di indirizzo di studio, regione di provenienza. Uno di questi è, senza dubbio, Sciascia. Che nel 2025 se ne parli nel mondo della scuola, e che vi sia qualcuno capace di recuperarne il messaggio, così come sintetizzato nel perfetto articolo da voi pubblicato, mette di ottimo umore e accende una luce nell’oscurità. C’è vita su Marte!
Gentile Alberto Corbino, la ringrazio tantissimo per questo apprezzamento, che ci incoraggia ad andare avanti nel nostro progetto formativo, convinti come siamo di trovarci di fronte ad un autore che offre chiavi d’accesso alla realtà indispensabili e molto “terrestri “. Un caro saluto